leadership. sei lezioni di strategia globale henry kissinger

LA LEADERSHIP SECONDO KISSINGER – NEL SUO NUOVO LIBRO L’EX SEGRETARIO DI STATO USA TRACCIA LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI CHE DEVE AVERE UN CAPO DI STATO RICORDANDO QUELLI CHE HA INCONTRATO IN QUASI 100 ANNI DI VITA: DAL “SUO” NIXON ALLA THATCHER FINO ALL’EGIZIANO SADAT E LEE KUAN YEW, DA ADENAUER A DE GAULLE. LA DOMANDA CHE RESTA È UNA SOLA: OGGI POSSONO EMERGERE PERSONAGGI SIMILI? - VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Alice Allasia per “Libero quotidiano”

 

HENRY KISSINGER

[…] Mentre si avvia verso il secolo di vita, Kissinger delinea con sorprendente lucidità e vividezza un insieme affascinante di eventi storici e biografie politiche che si riflettono in un caleidoscopio di immagini, ritratti privati, guerre e accordi epocali che hanno costituito il cuore pulsante del Novecento.

 

In Leadership. Sei lezioni di strategia globale (Mondadori, pp.600, euro 26,60) declina le principali dinamiche che nel corso della sua lunghissima esistenza sono passate sotto la sua lente di ingrandimento, sia in qualità degli incarichi istituzionali ricoperti negli anni che in veste di acuto ed instancabile osservatore dello scacchiere internazionale.

 

Leadership. Sei lezioni di strategia globale HENRY KISSINGER

[…] Concentrando la propria analisi sulla parabola di sei dei più influenti statisti del secolo scorso, Kissinger sottolinea come ciascuno di loro abbia incarnato un modello di leadership strategica che «può forse somigliare al funambolo che cammina sulla corda: come l’acrobata rischia di cadere se è troppo timido o troppo audace, così il leader è costretto a procedere all’interno di uno stretto corridoio che lo vede sospeso tra le relative certezze del passato e le ambiguità del futuro».

 

Tutti i sei personaggi presi in esame in questo volume, per quanto profondamente diversi gli uni dagli altri, furono accomunati da una singolare lungimiranza. Grazie alla loro inconsueta tenacia essi diventarono i capitani coraggiosi che condussero i rispettivi popoli alle frontiere del possibile.

 

Konrad Adenauer fu il cancelliere della Repubblica federale tedesca dal 1949 al 1963, nonché il primo successore legittimo di Adolf Hitler. Mettendosi al timone di una Germania pesantemente sconfitta sul piano politico e militare e distrutta nell’anima, seppe gradualmente far risorgere il suo popolo dalle ceneri del secondo conflitto mondiale.

henry kissinger

 

Abbracciando un approccio improntato a una sincera umiltà, riuscì a trasmettere alla propria gente l’importanza di accettare con pazienza le conseguenze della disfatta bellica e di costruire un passo alla volta le fondamenta di una nuova società democratica.

 

[…] Charles De Gaulle fu invece l’esempio vivente del fatto che spesso i leader che invertono la rotta della storia entrano in scena in modo non convenzionale. Nel 1940, mentre una Francia agonizzante era ormai stretta nella morsa dell’occupazione nazista, da semplice e sconosciuto brigadiere generale qual era all’epoca, fuggì a Londra e fondò Francia Libera, un movimento di resistenza tramite cui «uscì dall’oscurità e si catapultò nelle file dei capi di Stato mondiali».

 

[…] Sull’altra sponda dell’Atlantico, l’avvento di Richard Nixon al potere si collocò in una congiuntura storica e politica alquanto complicata. Quando nel 1969 entrò nello Studio Ovale per la prima volta in veste di Presidente degli Stati Uniti, trovò ad attenderlo dossier particolarmente scottanti: l’incancrenirsi del conflitto in Vietnam, l’aggravarsi degli scontri in Medio Oriente e l’acutizzarsi della Guerra Fredda erano ai vertici della sua agenda.

 

RICHARD NIXON HENRY KISSINGER 1

Nonostante fosse un anticomunista convinto, «non giudicava le divergenze ideologiche con i Paesi comunisti delle barriere all’impegno diplomatico». Al contrario, riteneva la diplomazia lo strumento imprescindibile tramite cui preservare il prezioso, benché fragilissimo, equilibrio globale.

 

Fu così che nel 1972 aprì alla Cina di Mao Zedong, in modo da rendere tripolare un sistema mondiale altrimenti bipolare, mitigando in tal modo le crescenti minacce sovietiche. Analogamente nel 1973, quando infuriò la guerra arabo-israeliana del Kippur, riuscì ad abbozzare un’apertura strategica e mise gli Stati Uniti nella posizione di negoziare la futura pace tra Egitto ed Israele, che sarebbe stata raggiunta nel 1979.

 

Inoltre, sempre nel 1973 firmò gli accordi di Parigi, preludio indispensabile alla fine della guerra in Vietnam. L’anno successivo, tuttavia, Nixon fu travolto in patria dall’onda dello scandalo Watergate, che lo costrinse (caso unico per un Presidente USA) alle dimissioni.

henry kissinger

 

[…]  Anwar Sadat rappresentò una novità, schiudendo nuove opportunità per l’Egitto di cui fu Presidente dal 1970 al 1981. Nel 1973, con la guerra del Kippur, vendicò il suo Paese precedentemente sconfitto da Israele nella guerra dei Sei Giorni del 1967. Ciononostante, subito dopo virò con decisione verso lo stile diplomatico occidentale, in clamorosa rottura con i suoi predecessori e con i suoi omologhi regionali contemporanei.

HENRY KISSINGER

 

Si avvicinò agli Stati Uniti e, soprattutto, tracciò il sentiero che nel 1979 lo avrebbe portato a firmare lo storico accordo di pace con Israele, tuttora in vigore. Tale evento costituì un traguardo epocale, facendo dell’Egitto il primo Paese a raggiungere una tregua duratura con lo stato ebraico, seguito nel 1994 solo dalla Giordania. Tali coraggiose mosse politiche costarono però molto care a Sadat, che fu assassinato nel 1981.

 

Dopo secoli di colonialismo europeo e di dominazioni straniere nel 1965 Singapore divenne indipendente e Lee Kuan Yew ne divenne primo ministro. La sua arte di governare testimoniò uno degli esempi più stupefacenti di come sia possibile creare sviluppo e progresso a partire da situazioni sfavorevoli.

 

[…] Quando nel 1979 Margaret Thatcher divenne Primo ministro del Regno Unito, le fortune del Paese erano ai minimi storici. […] Con un carisma e un piglio che le valsero il soprannome di “Lady di ferro”, seppe resistere a un turbolento sciopero dei minatori che andò avanti per un anno, assicurò la vittoria britannica nel conflitto con l’Argentina per le isole Falkland e non si piegò mai ai violenti ricatti dell’Ira, il gruppo terroristico che lasciò dietro di sé una scia di morte e distruzione durante la guerra civile in Irlanda del Nord.  […] Thatcher risollevò la nazione all’interno e le restituì un ruolo di primo piano nelle dinamiche internazionali. La sua esperienza governativa dimostrò che la determinazione non rende gli obiettivi facili, bensì possibili.

henry kissinger

 

Ciascuno dei sei leader descritti da Kissinger contribuì in maniera fondamentale ad imprimere una direzione ben precisa al Paese che si trovò a servire, facendone una vera e propria missione di vita.

 

Essi furono accomunati dalla schiettezza, da un acuto senso della realtà e dall’audacia di portare in superficie verità scomode. Erano altresì molto divisivi, sia in patria sia all’estero ma, del resto, «un leader non può introdurre riforme economiche radicali come Thatcher, né cercare la pace con avversari storici come Sadat, né creare da zero una riuscita società multietnica come Lee, senza urtare interessi cristallizzati e alienarsi le simpatie di importanti gruppi».

 

Di fronte a queste lezioni di leadership strategica, ci si chiede se oggi possano emergere personaggi simili. In un’epoca votata alla spasmodica ricerca del consenso, pare difficile trovare qualcuno dotato del coraggio e del carattere necessari a compiere scelte vincenti anche a costo di apparire impopolari. Inoltre nell’era di Internet, che fa dell’immediatezza della fruizione e della polarità esasperata del confronto le sue cifre stilistiche, risulta alquanto complicato sviluppare visioni strategiche e di ampio respiro.

KOFI ANNAN JIMMY CARTER HENRY KISSINGER

 

Troppo spesso, infatti, figure carismatiche si rivelano evanescenti chimere. In un mondo complesso e conflittuale è sempre più urgente la necessità di trovare leader in grado di traghettare un presente traballante verso lidi più sicuri. Solo attraverso una profonda comprensione delle traiettorie storiche e geopolitiche tale obiettivo potrà forse essere raggiunto.

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