roma caltagirone totti alemanno odevaine mafia capitale

L’EX CAPO DI GABINETTO DEL SINDACO VELTRONI, ODEVAINE, ARRESTATO PER CORRUZIONE IN MAFIA CAPITALE, NEL SUO ULTIMO VERBALE TIRA IN BALLO FRANCESCO CALTAGIRONE...

1 - I VIGILI DI PAJETTA E BERLINGUER LAVORAVANO AL NERO PER TOTTI

Marco Lillo e Valeria Pacelli per il “Fatto Quotidiano”

ODEVAINEODEVAINE

 

“C' era una volta un gruppo di vigili urbani". Comincia così il racconto di Luca Odevaine sulla storia della scorta dei grandi del comunismo italiano ridotti dal crollo delle ideologie a fare la scorta del "pupo del pupone", alias il figlio di Francesco Totti. La parabola merita di essere raccontata anche perché - nonostante la Procura non le abbia dato alcun seguito - in un paese normale dovrebbe portare a conseguenze almeno fiscali e amministrative.

LUCA ODEVAINE DURANTE LE OPERAZIONI DI SGOMBERO DEL CAMPO ROM DI VIA TROILI A ROMALUCA ODEVAINE DURANTE LE OPERAZIONI DI SGOMBERO DEL CAMPO ROM DI VIA TROILI A ROMA

 

L’ex capo di gabinetto del sindaco Veltroni, arrestato per corruzione in Mafia Capitale, nel suo ultimo verbale del 19 ottobre racconta la storia dei vigili rossi pagati in nero dal capitano giallorosso. "Erano un gruppo di vigili in borghese, dipendevano direttamente dal capo gabinetto del sindaco e io ereditai questo gruppo quando presi quella funzione. L' assunzione come vigili urbani era datata ai tempi del sindaco Petroselli, che in gran parte, i vecchi, erano la vigilanza del Pci, gente che ha fatto la scorta a Pajetta, a Napolitano, a Berlinguer. Il gruppo fu formalizzato durante la giunta Rutelli, si chiama PICS, Pronto Intervento Centro Storico".

 

francesco   tottifrancesco totti

O meglio Pronto intervento centravanti storico: "Ora io avevo rapporti di amicizia e di confidenza con Francesco Totti. Un giorno mi telefonò Vito Scala, il preparatore atletico di Totti, insomma il suo braccio destro e mi disse che un tifoso ultrà della Roma, appena uscito dal carcere, era andato a dirgli che gli avevano offerto 50 mila euro per rapire il figlio di Totti, mi pare avesse un anno (...) parlai con l' allora comandante dei carabiniere Salvatore Luongo e col sindaco di Roma e con il questore di Roma Nicola Cavaliere. Mi pare proprio Luongo, mi confermarono che qualcosa c'era.

 

derby roma lazio   il selfie di francesco totti 4derby roma lazio il selfie di francesco totti 4

Quindi senza portarlo, diciamo così, a livello di comitato dell' ordine pubblico e sicurezza e quindi affidare una scorta a un bambino così piccolo, dice: 'se tu c' hai un altro modo per proteggerlo sarebbe meglio, oppure se si possono rivolgere a un' agenzia privata' (...) alla fine io dissi al capo di questo gruppo:'senti, c' è qualcuno che vuole fare dell' extra lavoro?'(...) è vero che sei di loro hanno svolto questa funzione, ma fuori dall' orario di lavoro e pagati direttamente da Totti, non pagati in straordinario dal comune. È verificabile perché per un certo periodo questi soldi me li dava a me Francesco Totti, mi compilava un assegno tutti i mesi e io poi li davo a loro e poi dopo un po' ho detto: 'a me non mi piace questa cosa'". Il pm Ielo si interessa: "Quindi era un lavoro in nero che facevano?".

 

gianni alemanno 3gianni alemanno 3

E Odevaine: "Sì, loro si erano organizzati in turni e facevano il doppio lavoro non nelle ore di servizio e credo che questa cosa sia cessata l' anno scorso poi alcuni di loro a quel punto erano in pensione - quando Totti si è trasferito nella nuova casa, dove ha un sistema di videosorveglianza. Non ce n' era più bisogno".

 

I Carabinieri precisano: "Nel 2008, il Nucleo Investigativo di Roma ha svolto indagini sulle notizie acquisite da persone dell' entourage del calciatore circa un presunto piano di sequestrarne i bambini. Le indagini dimostrarono l' infondatezza delle notizie. L'allora Colonnello Luongo non fu interessato della vicenda".

RICCARDO MANCINI AD DI EUR SPA jpegRICCARDO MANCINI AD DI EUR SPA jpeg

 

Odevaine racconta poi di avere saputo da Riccardo Mancini, ex amministratore di Eur Spa di un accordo politico -affaristico a suon di mazzette tra l' allora sindaco Gianni Alemanno e l' attuale parlamentare del Pd Umberto Marroni e l' allora presidente della commissione urbanistica del Comune Francesco Smedile per due delibere urbanistiche da adottare su due zone: Bufalotta e Fiera di Roma: Odevaine: Smedile, Marroni e Alemanno si misero d' accordo per far passare questa delibera e spartirsi i proventi.

 

Pm: Chi pagava la tangente?

O: Per la Bufalotta Caltagirone pagava per la Fiera di Roma non mi ricordo.

umberto marroniumberto marroni

Pm: Mancini le dice che per la Bufalotta avevano raggiunto un accordo Smedile, Marroni ed Alemanno per una tangente ...

O: Sì, una tangente, adesso non so attraverso quale forma, comunque (...) un' erogazione, sì. A contenuto patrimoniale.

Pm: E Alemanno non prendeva niente?

O: Sì,una parte ovviamente.

 

Alemanno ieri sera ha smentito: "È una balla colossale". E anche il gruppo Caltagirone in una nota scrive che "ha già dato incarico ai legali di querelare per diffamazione o se del caso denunciare per calunnia Odevaine e Mancini per tali notizie assolutamente false ed infondate. Caltagirone non ha mai avuto rapporti né con Smedile, né con Marroni.

 

2 - MAFIA CAPITALE, ODEVAINE ACCUSA "TOTTI PAGAVA I VIGILI PER LA SCORTA"

Francesco Grignetti per “la Stampa”

 

francesco gaetano caltagironefrancesco gaetano caltagirone

Luca Odevaine s' è conquistato sul serio il diritto di lasciare il carcere. Perché collabora con la magistratura. E che collaborazione. Pare davvero pronto a sfidare il mondo. Ci sono racconti che attengono al folklore romanesco, tipo i vigili urbani che fuori dall' orario di lavoro, e pagati in nero, scortavano la moglie di Francesco Totti e il figlioletto perché a rischio di sequestro.

 

Oppure l' accordo «politico» che spiega tanto consociativismo in consiglio comunale: ogni consigliere avrebbe a disposizione 400 mila euro, basta che indichi quale cooperativa favorire. Ma ci sono anche altre rivelazioni pesanti. Odevaine riferisce di una tangente pagata dal costruttore-editore Francesco Caltagirone per sbloccare una lottizzazione alla Bufalotta.

 

francesco gaetano caltagirone (2)francesco gaetano caltagirone (2)

«Riccardo Mancini (uomo di fiducia dell' ex sindaco Alemanno, ndr) mi disse - riferisce Odevaine in un verbale del 15 ottobre scorso - che era stata pattuita una tangente, pagata da Caltagirone, in relazione all' affare edilizio della Bufalotta, nella direzione di Marroni (all' epoca capogruppo Pd in Campidoglio, ndr), Smedile (Pd, poi Udc) e Alemanno».

 

Ora, premesso che il gruppo Caltagirone ha immediatamente annunciato querela nei confronti di Odevaine e Mancini, e di «chiunque altro contribuisca alla diffusione di tali notizie assolutamente false ed infondate», e che anche Marroni, Smedile e Alemanno smentiscono, il racconto di Odevaine pare dettagliato.

 

Francesco Smedile Francesco Smedile

Si consideri che l' ex uomo di fiducia di Veltroni, e poi del commissario prefettizio Mario Morcone, dopo l' insediamento di Alemanno per 3 mesi rivestì la carica di vicecapo di gabinetto vicario. «Mancini mi disse che non ero particolarmente amato neppure dai miei referenti politici: mi disse che in occasione di un incontro tra il sindaco, Marroni e il presidente della commissione urbanistica Smedile, entrambi appartenenti all' opposizione, era stata chiesta la mia testa».

 

Sostiene, Odevaine, che i due nuovi uomini forti del Pd, certo non veltroniani, lo considerassero d' impaccio per affari non proprio limpidi. «La ragione credo fosse da individuare nei contenuti di quell' incontro, che aveva ad oggetto le delibere urbanistiche relative alla Fiera di Roma e alla Bufalotta... Vi era stata una forte pressione di Smedile e Marroni, pressione cui il commissario Morcone ed io resistemmo, nel senso che facemmo passare le delibere che erano state già approvate in commissione, mentre bloccammo altre. Con Alemanno i due ripresero la questione».

 

Fiera  DI Roma
Fiera DI Roma

Al centro di tutto, dunque, la Bufalotta. E qui il gruppo Caltagirone ha molto da precisare: «La convenzione urbanistica Bufalotta è di proprietà dei gruppi Parnasi e Toti. Il gruppo Caltagirone ha costruito alcuni fabbricati acquistando le aree dai suddetti gruppi già convenzionate nonché completamente urbanizzate dai medesimi. Il cavaliere Caltagirone non ha mai avuto rapporti né con l' onorevole Smedile né con l' onorevole Marroni, anzi quest' ultimo è stato uno dei più fieri avversari del gruppo Caltagirone per lui "reo" di avere legittimamente acquistato in Borsa una partecipazione in Acea».

 

 

 

Fiera  DI Roma
Fiera DI Roma

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....