MARCIO SU ROMA - IL PD DI RENZI NON CONTROLLA IL PD DEI TERRITORI E I TERRITORI PRIMA O POI FARANNO DEL MALE A RENZI - NELLE REGIONI RENZI È CIRCONDATO: I RENZIANI NON ESISTONO E IL VERBO NON SI DIFFONDE. E PRIMA O POI SARANNO CAZZI

Claudio Cerasa per il Foglio

 

MATTEO RENZI A BERSAGLIO MOBILE MATTEO RENZI A BERSAGLIO MOBILE

Al di là dei risvolti giudiziari, l’indagine sulla presunta connessione tra mafia autoctona e politica portata avanti dalla procura di Roma non ha avuto solo l’effetto di decapitare un pezzo importante della classe dirigente del vecchio Pd della capitale ma ha avuto anche l’effetto di far scivolare sulla scrivania del presidente del Consiglio un dossier, tutto politico, che riguarda un tema centrale che da mesi preoccupa il cerchio ristretto del rottamatore.

 

pina maturani maria elena boschi matteo orfinipina maturani maria elena boschi matteo orfini

Potremmo metterla così: ma il segretario del Pd, quanto controlla davvero il Pd? Il caso romano, dove il Partito democratico si è sciolto come neve al sole non per una condanna definitiva ma per il manifestarsi di un’inchiesta neppure passata in giudicato, ha dato a Renzi l’opportunità di mettere il Pd romano nelle mani del fidato Orfini ma ha permesso anche di stringere l’obiettivo dell’osservatore su tre particolari non di poco conto.

Matteo Orfini e Massimo D'AlemaMatteo Orfini e Massimo D'Alema

 

Primo: quanto ci si può fidare delle segreterie cittadine del Pd? Secondo: quanto funziona la vigilanza degli organismi intermedi sulle situazioni critiche locali? Terzo: che presa ha la segreteria a vocazione renziana sulle realtà lontane dal Nazareno?

 

BUZZI POLETTIBUZZI POLETTI

La velocità di Renzi ha permesso al Pd non solo di disinnescare i goffi tentativi dei furbetti dello scooppino che da giorni provano a creare link tra il malaffare romano e il Pd renziano (dalla foto di Poletti al tentativo di dimostrare che il dottor Buzzi sia un finanziatore di Renzi); ma anche di ammortizzare le conseguenze innescate dalle dimissioni prima di un pezzo grosso della giunta Marino (l’assessore alla Casa) e poi di un pezzo grosso del consiglio comunale (il presidente dell’Assemblea) ma dall’altra parte la preoccupazione dei renziani è che i guasti nella catena di comando manifestatisi a Roma possano essere il preludio di uno scollamento più grande legato a un fenomeno che potremmo definire così: il partito della nazione contro il partito della regione.

la cena poletti alemanno casamonica buzzila cena poletti alemanno casamonica buzzi

 

Due partiti nello stesso partito. Un partito locale contrapposto a uno nazionale. Con uno scollamento che si manifesta seguendo due direttrici. Da una parte gli scandali giudiziari (o presunti tali) contribuiscono ad allontanare il vento dalle vele del presidente del Consiglio (il caso Roma arriva dopo altri commissariamenti che hanno fatto discutere: Viareggio, Livorno, Civitavecchia, Venezia, Marsala, Quarto, Giugliano, questi ultimi due grossi comuni della Campania).

 

Dall’altra parte, alcune dinamiche locali dimostrano invece a Renzi la lontananza del suo Pd rispetto a realtà non nazionali ma politicamente strategiche. E, da questo punto di vista, il partito della regione potrebbe trasformarsi in un elemento di debolezza per il partito della nazione. Allontanandosi dalla cronaca giudiziaria e avvicinandosi a quella politica, il ragionamento si spiega andando a osservare la geografia del Pd e in particolare i governi della regione.

marcello pittella x marcello pittella x

 

Il Pd, a stare ai numeri, nelle regioni che oggi governa e che proverà a governare anche domani non ha – tranne Debora Serracchiani o l’ultra convertito Marcello Pittella – un solo governatore che si possa considerare un renziano della prima ora. E anche nelle regioni che torneranno al voto nella prossima primavera la situazione non promette di migliorare. In Calabria ha appena vinto le elezioni un candidato (Oliverio) convintamente non renziano. In Emilia Romagna ha vinto le elezioni un candidato (Bonaccini) che renziano lo è diventato dopo essere stato per una vita bersaniano.

 

serracchiani alla lepoldaserracchiani alla lepoldaorenzo Guerini Debora Serracchiani Luca Lotti Maria Elena Boschi b b adb c f a b ba MGzoom orenzo Guerini Debora Serracchiani Luca Lotti Maria Elena Boschi b b adb c f a b ba MGzoom

In Veneto il Pd si presenta con un candidato che renziano lo è diventato dopo essere stato per una vita bersaniano (Moretti). In Puglia il Pd gioca con un candidato (Emiliano) renziano nella forma ma poco nella sostanza. In Toscana il Pd schiera un governatore che più non renziano non si può (Rossi). In Umbria stesso discorso con Catiuscia Marini. E anche per le partite di Liguria, Campania e Marche, all’orizzonte ci sono solo brillanti candidati diversamente renziani.

 

Le vicende politiche si intersecano dunque con quelle giudiziarie e mettono a tema una questione che Renzi farebbe bene a non sottovalutare: la difficoltà di coltivare a livello locale un partito fatto a sua immagine e somiglianza, che sappia trasferire lontano dal Nazareno lo spirito del partito della nazione; e che un domani, se il mare della politica dovesse ritrovarsi in una tempesta improvvisa, possa essere un’arma non da cui difendersi ma sulla quale poter semplicemente contare.

 

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...