obama merkel

SE A BERLINO FANNO ORECCHIE DA MERCANTE SULL’EUROCRISI, IL "NEW YORK TIMES" LA DICE TUTTA: LA GERMANIA, CON I SUOI ATTIVI COMMERCIALI E L’AUSTERITY CHE IMPONE, FA ENORMI DANNI A TUTTI, I VERI MALATI D'EUROPA SONO ITALIA E FRANCIA E IL CASO GRECIA NON È RISOLTO

MERKEL OBAMA 1MERKEL OBAMA 1

Federico Rampini per "la Repubblica"

 

"La crescita dell'eurozona delude, ma non date la colpa alla Grecia. Il vero problema sono Italia e Francia". Inizia così una dura analisi del New York Times, che prende spunto dagli ultimi dati sul Pil dell'eurozona. Il rallentamento del secondo trimestre, che ha indebolito una ripresa già modesta, secondo il quotidiano americano riporta in primo piano i problemi delle economie più grandi.

 

La crisi greca, al confronto, è stata un dannoso diversivo, una distrazione dai mali più profondi. Neppure la Germania viene risparmiata. Secondo il New York Times "la più grossa economia europea è troppo dipendente dalle esportazioni e ben presto potrebbe risentire del calo della domanda dalla Cina, un cliente importante per i macchinari utensili e le auto made in Germany". L'analisi del New York Times converge con quella dell'Amministrazione Obama.

MERKEL OBAMAMERKEL OBAMA

 

Fin dall'inizio del suo primo mandato presidenziale, Obama ebbe due messaggi per Angela Merkel: primo, dalla crisi non si esce dissanguando l'economia con l'austerity; secondo, un paese che accumula attivi commerciali con il resto del mondo contribuisce agli squilibri tanto quanto i paesi indebitati. In altre parole, la virtuosa Germania è una delle cause del disastro europeo: sia per l'austerity che impone, sia per gli immensi attivi commerciali "mercantilisti" che continua a perseguire.

 

I messaggi di Obama non hanno avuto particolare fortuna a Berlino. Ma ora l'analisi del New York Times traccia un bilancio di sei anni perduti sul Vecchio Continente. E sottolinea che anche la presunta "uscita dalla crisi greca" è solo un'apparenza. Se il Pil di Atene è aumentato più del doppio della media europea nel secondo trimestre, lo si deve a una sorta di "effetto panico": molti consumatori greci hanno comprato beni durevoli per timore che i loro risparmi potessero volatilizzarsi in un crac bancario.

MERKEL OBAMA RENZIMERKEL OBAMA RENZI

 

Poi c'è stata la stagione turistica che ha attirato valuta straniera. E comunque l'economia greca è minuscola, la sua crisi ha monopolizzato troppo a lungo l'attenzione dei governi, nascondendo problemi ben più gravi.

 

Nel decretare il fallimento dell'austerity l'analisi del New York Times evoca un aspetto caro ad uno dei suoi più autorevoli commentatori, il premio Nobel dell'economia Paul Krugman: è il caso della Finlandia. "Un solo paese ha avuto una caduta del Pil nel secondo trimestre, è la Finlandia". Il caso finlandese è un cavallo di battaglia di Krugman perché sfata il mito secondo cui gli anelli deboli dell'eurozona sono solo paesi mediterranei afflitti da vizi "meridionali" quali lo statalismo e l'evasione fiscale.

 

angela merkel barack obamaangela merkel barack obama

La Finlandia è un'allieva modello della Germania, eppure anche nel suo caso l'austerity non ha sortito gli effetti desiderati. "I maggiori problemi per l'eurozona non sono più in paesi periferici come Grecia, Irlanda o Portogallo, bensì nel nucleo duro delle maggiori economie", prosegue questa analisi. Che punta l'indice sulla Francia: inchiodata alla crescita zero, in particolare a causa della debolezza dei consumi, e questo nonostante il calo del prezzo del petrolio che negli Stati Uniti ha avuto un effetto tonificante sulle spese delle famiglie.

 

La crescita dell'Italia viene definita anch'essa "deludente". Fa meglio la Spagna, e tuttavia il New York Times ricorda che Madrid continua ad avere il 22% di disoccupazione, inferiore solo a quella della Grecia. "Il grande interrogativo", scrive il chief economist della Commerzbank in una lettera ai clienti, "è quando il rallentamento cinese comincerà a colpire l'economia tedesca". Il benchmark, o metro di paragone, è la performance degli Usa.

paul-krugmanpaul-krugman

 

Diventati ormai l'unica locomotiva mondiale, dopo la frenata della Cina. Che la ripresa americana sia ben lungi dall'avere riassorbito tutti i danni della crisi del 2008, lo dicono quotidianamente i candidati alla nomination per la Casa Bianca. Da Hillary Clinton a Bernie Sanders tra i democratici, da Donald Trump a Marco Rubio tra i repubblicani, ciascuno fa a gara nell'elencare le magagne della ripresa.

 

Ma con il 5,3% di disoccupazione, l'America resta un modello di dinamismo invidiabile se visto dall'altra parte dell'Atlantico. Analisi del New York Times che coincide con quella di Obama: crisi greca solo un diversivo.

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?