COME MAI IL PRODE CROCETTA SI CAGA SOTTO DAVANTI AGLI AMERICANI E FA DIETROFRONT SUL MUOS, ACCETTANDOLO?

Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza per il "Fatto quotidiano"

"Obama? Non ho mai detto che ha chiamato Letta, quella scena dell'Ars è totalmente inventata. So però che l'ha incontrato al G8, e so anche che hanno parlato del Muos. Obama lo vuole e dobbiamo darglielo''. Non ci sta a essere chiamato il Pappagone di Sicilia: Rosario Crocetta rilancia rivelando l'ultimo retroscena dietro l'affaire Muos, e alternando con i giornalisti un registro tra il tragico e il grottesco. La Sicilia, dice, è condannata al Muos: gli insediamenti militari li decide il governo, lui non può più far nulla.

Nel palinsesto Crocetta, come il giornalista Pietrangelo Buttafuoco ha definito il programma politico del governatore, descritto come un virtuoso del trasformismo, rivoluzionario per finta e parolaio per vocazione, è tempo di effetti speciali.

Dal Muos alla retromarcia sull'aumento dell'Irpef, prima negato e poi imposto, le piroette del governatore siciliano coprono mediaticamente una rivoluzione interrotta negli abbracci con gli ex lombardiani, e cuffariani, e persino fedelissimi di Miccichè, stampelle quotidiane della maggioranza dopo il divorzio dai grillini, e nel riciclaggio degli alti burocrati regionali che reggono le leve della spesa, ereditati dai governi precedenti e oggi lasciati a decine da Crocetta nei posti di comando.

Il suo fiore all'occhiello era la sfida antiamericana: nel marzo scorso, quando ancora era considerato l'eroe della rivolta "No Muos'' per aver revocato ai militari americani il permesso di costruire il "grandeorecchio Usa'' nel cuore della Sicilia, il suo riferimento era Enrico Mattei, per il suo ruolo di rottura negli equilibri atlantici.

"Sono seduto su una polveriera - diceva Rosario Crocetta - già dai primi giorni dal mio insediamento sono partiti i dossier nei miei confronti; ed è chiaro che a muoversi, in questi casi, sono i poteri forti, gli stessi che in passato furono responsabili della sparizione del presidente dell'Eni''.

Oggi, dopo aver revocato la sua stessa revoca, Crocetta è diventato il nemico numero uno del sindaco di Niscemi, dei pacifisti, delle mamme mobilitate contro l'antenna, dei deputati grillini all'Ars e di tutti gli attivisti che da sei mesi stazionano in segno di protesta davanti alla base Us-Navy di Niscemi, per impedire la realizzazione di un impianto elettromagnetico che provocherebbe gravi danni alla salute. "Io - dice - non posso più far nulla''.

E ha passato la palla all'assemblea regionale, invitandola a discutere un disegno di legge presentato un mese dal governo regionale sui rischi delle emissioni elettromagnetiche. Peccato che al varco lo ha atteso il Pd Fabrizio Ferrandelli, che lo ha accusato di avere ritirato quel ddl.

"Ma quando mai, Ferrandelli si è inventato tutto'', è la replica di Crocetta che non spiega chi o che cosa gli ha fatto cambiare precipitosamente idea sul ruolo della Sicilia nello scacchiere degli equilibri atlantici. Che ruolo ha - se davvero ne ha uno - Obama nella vicenda del Muos di Niscemi? Quanto hanno influito quei "poteri forti'' a cui lo stesso Governatore alludeva, nella sua precipitosa retromarcia sul radar Usa?

Non è una domanda da poco, a sentire l'ex Idv Sergio De Gregorio che nella sua ricostruzione fatta recentemente ai magistrati sui retroscena della campagna acquisti responsabile nel 2007 di aver affossato il governo Prodi, ha disegnato uno scenario da spy-story internazionale, svelando come quella maggioranza cadde per le pressioni di altri poteri, ovvero la Cia, che avrebbero - a suo dire - messo nel mirino l'esecutivo di centro-sinistra soprattutto per l'ostilità manifestata nei confronti del Muos.

Eccessi verbali del governatore pirotecnico? Esagerate le sue paure dei poteri forti? Ma di quali poteri forti, poi? E che c'entra la Cia evocata da De Gregorio? "Non è mafia - diceva Crocetta indicando i suoi più pericolosi nemici senza volto - o meglio, non stiamo parlando solo di mafia. Figuriamoci se si preoccupano di intervenire su un presidente della Regione".

Di certo, fino a pochi giorni fa il Governatore siciliano conduceva la sua battaglia anti-americana senza timidezze. A Gela, il 10 luglio scorso, intervenendo alla cerimonia per il 70° anniversario dello sbarco in Sicilia, Crocetta ha letteralmente gelato l'ambasciatore Usa David Thorne. "Dopo lo sbarco - ha detto il presidente siciliano - la nostra casa in via Mallia fu abbattuta dagli americani e così i miei genitori restarono senza tetto''. Subito dopo ha innescato l'ennesima polemica sul Muos.

Sconcertato, Thorne ha dovuto ricordargli l'inopportunità del discorso, perché "oggi è la giornata della memoria per ricordare i morti americani che sono venuti qui a liberare questo Paese''. Poi, di colpo, il dietrofront e il precipitoso allineamento all'atlantismo più ortodosso.

A questo punto, perché non invitare Obama in Sicilia per fargli toccare con mano i rischi causati dal Muos alla salute dei siciliani? "E voi pensate che se io lo invito lui viene? - conclude Crocetta - non mi fate apparire più megalomane di quanto non facciano già gli altri''.

 

Rosario CrocettaRosario Crocettarosario crocetta rosario crocetta LETTA OBAMA obama hollande letta b b f efe fa c

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)