di maio conte cartabia

LA RESA DEI CONTI NEL M5S CI SARA' SULLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA - SE CONTE E BONAFEDE SONO SULLE BARRICATE, DI MAIO APRE AL PIANO DEL MINISTRO CARTABIA - COSA ACCADRA' SE LA "CORRENTE" DI LUIGINO DOVESSE METTERE IN MINORANZA LA LINEA CONTE-BONAFEDE-TRAVAGLIO E DARE L'OK ALLA RIFORMA? - L'AVVOCATO DI PADRE PIO CERTIFICA LA FINE DELL'ALLEANZA STRUTTURALE PD-M5S E MANDA UN PIZZINO A SUPERMARIO: "IL M5S È LEALE CON DRAGHI PERCHÉ È LEALE CON L’ITALIA". TRADOTTO: ALLA PRIMA OCCASIONE, TI FACCIAMO FUORI...

ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE

Dagoreport

 

Quel che il governo Draghi deve affrontare, come dimostra il caso Anac con lo scontro di potere con il presidente Giuseppe Busia, grande amico di Conte, è la graduale sostituzione dei residuati del "contismo", lasciati in eredità dal precedente governo. Archiviati Vecchione e Arcuri, altri seguiranno.  

 

travaglio conte

Anche perché il M5s, nel frattempo, ha cambiato il proprio baricentro. E' molto diverso da quello che in tre anni di governo, prima giallo-verde poi giallo-rosso, ha piazzato le sue pedine. Dal partito con il gilet giallo e anti-Ue si è passati al "Conte punto di riferimento dei progressisti" con il M5s europeista e di governo. Ora ennesima giravola: il Movimento ha mollato la linea Bettini, dell'alleanza organica al Pd, per sposare quella di Bonafede-Travaglio che punta alla resa dei conti finale dopo il "Conticidio" (nel frattempo Bettini, scaricato dall'Avvocato di Padre Pio, si è vendicato appoggiando il referendum sulla giustizia voluto da Salvini e dai radicali).

MARTA CARTABIA

 

Nelle sue ultime interviste, Giuseppe Conte ha certificato la nuova rotta del "suo" Movimento: l'asse tra Pd e grillini, anche a seguito delle difficoltà emerse nella scelta dei candidati per le elezioni amministrative, è solo un fastidioso ricordo. La frase pronunciata a "DiMartedì" (“Il M5s è leale con Draghi perché è leale con l’Italia"), fa capire che SuperMario, agli occhi di Conte, non è un totem inattaccabile ma solo una panacea temporanea. Al momento opportuno, si può anche scaricare. Senza troppi sensi di colpa.

 

conte di maio

Lo spartiacque per la stabilità interna del Movimento sarà la riforma della Giustizia a cui sta lavorando Marta Cartabia, che dovrebbe essere presentata entro la fine di giugno. Se Conte e Bonafede hanno sguainato le baionette (soprattutto sul tema della prescrizione), Luigi Di Maio, come riporta oggi il "Sole 24 Ore", ha aperto totalmente al piano dell'ex presidente della Corte Costituzionale: "Bisogna fare provvedimenti importanti per ridurre i tempi della giustizia". Ma i vertici M5s dovranno discutere, prima di dare l'ok definitivo.  E cosa accadrà se, riuniti in assemblea, l'ala grillina fedele a Di Maio dovesse mettere in minoranza quella di Conte-Bonafede-Travaglio? "Giuseppi" accetterà mai di essere, di fatto, sfiduciato prima ancora di prendere le redini del partito?

 

chiara appendino luigi di maio

Ps: come mai Conte vuole a tutti i costi Chiara Appendino, da sempre vicina a Di Maio, come sua vice? E' un modo per rendere Luigino "corresponsabile" delle sue scelte? E' una concessione alla sua "corrente" per averlo più vicino? Ah, saperlo…

 

Carmine Fotina per “il Sole 24 Ore”

 

mario draghi luigi di maio

Portata a casa la partita delle semplificazioni e della governance, per l'attuazione del Recovery plan (Pnrr) ora il governo mette in primissima fila la giustizia. Lo spiega il ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio, ribadendo che per sfruttare davvero le risorse del Pnrr l'Italia è obbligata a completare entro le scadenze e secondo il cronoprogramma del piano il processo delle varie riforme promesse alla Commissione europea.

 

giuseppe conte luigi di maio

«Non c'e tempo da perdere, il Dl semplificazione e governance è stato il primo passo ma bisogna fare ancora provvedimenti importanti per ridurre i tempi della giustizia in modo importante soprattutto nel ramo civile».

 

La stessa partita delle semplificazioni in realtà richiederebbe riflessioni ulteriori. Del resto «la sovrintendenza "unica" prevista nel decreto - dice Di Maio - vale solo per i progetti del Pnrr» ma ci sono strozzature nei processi autorizzativi che si potrebbero definire quasi strutturali, sedimentatasi negli anni e inerenti anche l'iter di progetti che esulano dal piano che contiene le risorse Next generation Eu.

LUIGI DI MAIO GIANCARLO GIORGETTI

 

Il titolare della Farnesina cita il bisogno dell'Italia, in vista degli obiettivi del Piano nazionale energia e clima, «di installare in tre anni 70 gigawatt di potenza fotovoltaica a fronte di un ritmo che nel recente passato, tra Via, Vas e sovrintendenze, è stato di 700 megawatt all'anno». Nella conversazione con il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini - nel corso dell'evento Made in Italy-setting a new course di Sole 24 Ore, Ft e Sky Tg24 - Di Maio si è soffermato su alcuni numeri relativi alla riposta data finora dalle aziende alle misure di aiuto per le esportazioni.

 

mario draghi luigi di maio

«I 5,5 miliardi di euro del Patto per l'export sono stati utilizzati per il 67% da aziende che non avevano avuto accesso a questi strumenti in passato». In particolare, il Fondo 394 per l'internazionalizzazione gestito dalla Simest, più volte rifinanziato negli ultimi mesi, alla riapertura delle sportello ha fatto registrare 8mila domande in 36 ore. Di Maio, come il ministro dello Sviluppo Giorgetti, ritiene concreti i primi segnali di ripresa economica che si registrano sia sul fronte delle esportazioni sia per gli ordinativi domestici.

mario draghi giuseppe conte

 

Segnali accompagnati anche dalla riapertura di alcune rotte aeree strategiche per il turismo e il commercio internazionale come gli Stati Uniti e Dubai, «e intanto lavoriamo per aprirne altre». Nei radar della Farnesina ci sono anche le opportunità di investimento per le nostre aziende nell'ambito dei progetti di ricostruzione e rilancio economico della Libia, oggetto nei giorni scorsi di un business forum a Roma.

 

In senso inverso, invece, vanno ora concretizzate le iniziative annunciate sulle politiche di attrazione di nuovi investimenti dall'estero anche mediante la definizione di «un interlocutore unico», poteri ampliati per il tutor che accompagna gli investiori ed il lavoro dei nuovi uffici Ice all'estero, «portati da 19 a 26», dedicati a questa attività.

luigi di maio giuseppe conte

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...