A DESTRA SPUNTA UN BEPPEGRILLO - OSCAR GIANNINO BRUCIA I PIERFURBY CASINI & FINI - “NON POSSONO ESSERE ARTEFICI DELLA NUOVA PROPOSTA POLITICA. OGGI CI SONO 17-18 MILIONI DI ITALIANI, LA METÀ DEGLI ELETTORI, INCERTI SE NON VOTARE O DARE UN VOTO DI PROTESTA. SIMBOLI E VOLTI DELLA PRIMA E SECONDA REPUBBLICA NON SONO CERTO IN GRADO DI RECUPERARLI: VANNO DUNQUE ESCLUSI. NEANCHE L'UDC HA FATTO QUALCOSA PER CAMBIARE LA SELEZIONE DELLA CLASSE POLITICA” (CUFFARO & CESA DOCET)…

Andrea Garibaldi per il "Corriere della Sera"

Casini e Fini, secondo Oscar Giannino, hanno combinato un guaio lanciando Mario Monti alla guida del prossimo governo: «Hanno costretto Monti a fare un passo indietro. Il governo si regge su tre pilastri, se uno dei tre compie un passo del genere, il presidente del Consiglio deve proteggersi. Così Monti ha detto: lascerò il governo in altre mani...».

Giannino è giornalista economico autorevole, molto presente in tv, repubblicano venticinque anni fa, animatore di «Fermare il declino», un progetto per rinnovare la politica, nel nome di meno tasse, meno Stato, crescita e merito.

Quindi, Giannino, la Lista civica per l'Italia, varata domenica da Casini e Fini ad Arezzo per sostenere un nuovo governo Monti dopo le elezioni, non le piace.
«Il tentativo di mettere il cappello su Monti mi pare mal congegnato: ha avuto solo l'effetto di mettere il presidente del Consiglio in imbarazzo».

Non vorrebbe Casini e Fini al suo fianco?
«Non crediamo che Casini e Fini o altre personalità di spicco della Prima e della Seconda Repubblica possano essere artefici della nuova proposta politica necessaria in Italia in questo momento».

Sono da troppi anni sulla scena?
«Niente di personale. Ma oggi ci sono 17-18 milioni di italiani, la metà degli elettori, incerti se non votare o dare un voto di protesta. Simboli e volti della Prima e Seconda Repubblica non sono certo in grado di recuperarli: vanno dunque esclusi. Neanche l'Udc ha fatto qualcosa per cambiare la selezione della classe politica».

Quali dovrebbero essere i criteri?
«Eliminazione preventiva di ogni conflitto d'interesse, coinvolgimento dal basso di aderenti ed elettori, limitazione del numero di mandati, rinuncia al finanziamento pubblico. Regole da adottare spontaneamente e poi da rendere obbligatorie per legge».

Dunque, voi state preparando una lista di moderati, che si collochi al centro dello schieramento politico...
«La parola "moderati" non ha più significato. Anzi, noi proponiamo un programma "immoderato": abbattere il debito con gli attivi patrimoniali pubblici, diminuire spesa e imposte su lavoro e impresa rispettivamente di 6 e 5 punti di Pil in 5 anni, riorientare il welfare verso giovani e donne, sciogliere e normare i conflitti d'interesse, macroregioni a Nord e Sud, criteri meritocratici nella pubblica amministrazione, liberalizzazioni e promozione della concorrenza».

Da realizzare con Luca Cordero di Montezemolo?
«Montezemolo non ha un passato da uomo politico. E ho apprezzato che nelle ultime interviste non rivendichi una leadership per sé, che si proponga per dare una mano».

Con i cattolici di Todi? Con i ministri di Monti - Passera, Ornaghi, Riccardi - con Emma Marcegaglia?
«Con queste e altre persone e aree, nella società civile e nel sindacato. Con tutti coloro che sono interessati alla discontinuità e al cambio di marcia nella politica economica».

Indicando Monti come futuro premier?
«Ripeto: la cosa migliore è non mettere in imbarazzo Monti. Ha ridato al Paese la credibilità internazionale che Berlusconi ci aveva fatto perdere. Ma poi i partiti della maggioranza non gli hanno permesso di fare la svolta necessaria per la crescita. Noi non siamo per l'agenda Monti, siamo per arricchire l'agenda Monti, andare oltre. Anche perché l'Italia resta sul ciglio del burrone, nonostante l'iniziativa della Bce di Draghi».

Nel Pd vi piace Renzi?
«Renzi è il miglior prodotto di autocritica e autoriforma interna che si sia visto. Se vincerà le primarie, se il regolamento glielo permetterà con una consultazione aperta come quella che designò Prodi, Renzi diventerà un interlocutore importante. Per evitare che l'Italia diventi il detonatore dell'euro».

E nel Pdl?
«Non vedo nessun Renzi. Mi pare un partito in caduta libera, che ancora non ha neanche iniziato il processo di autocritica. Berlusconi cerca legittimamente di sopravvivere, ma è escluso che possa recuperare la credibilità».

Con quale legge elettorale si voterà?
«A questo punto non ho idea. Il clima nel Paese dovrebbe suggerire ai partiti di non mantenere il Porcellum, ma il tempo sta venendo meno. Anche questo sarebbe un regalo a Grillo, a Vendola... E un altro regalo sarebbero programmi poco chiari».

 

OSCAR GIANNINO OSCAR GIANNINO BEPPE GRILLO CASINI E FINI LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO MARCEGAGLIACORRADO PASSERA

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