salvini meloni

NON SOLO FINANZA: NEL GOVERNO SI LITIGA A TUTTO SPIANO ANCHE PER LE NOMINE IN FERROVIE, POLIZIA E INPS – GIORGIA MELONI NON VUOLE LASCIARE L’ENTE DELLE PENSIONI IN MANO AL CARROCCIO E ALLUNGA I TEMPI DEL COMMISSARIAMENTO - ALLA POLIZIA LAMBERTO GIANNINI (FEDELISSIMO DI GABRIELLI) DOVREBBE ESSERE SOSTITUITO DA VITTORIO PISANI – PIÙ DELICATO IL CAPITOLO FERROVIE: SALVINI, DA MINISTRO DEI TRASPORTI, CONSIDERA RFI E TRENITALIA ROBA SUA, MA DOPO LA “VITTORIA” SU CATTANEO E SCARONI IN ENEL, LA PREMIER NON LO VUOLE ACCONTENTARE…

1. GUARDIA DI FINANZA, NOMINA DEL COMANDANTE GENERALE ALLO SCONTRO FINALE. LITE SU INPS E INAIL

Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera e Francesco Olivo per “La Stampa”

 

matteo salvini giorgia meloni alla camera dei deputati

[…] L'altra nomina in ballo è quella del capo della Polizia, che, a meno di sorprese clamorose, sarà Vittorio Pisani, già vice direttore dell'Aisi (servizi segreti interni). L'attuale numero uno, Lamberto Giannini, potrebbe diventare il nuovo prefetto di Roma.

 

Nel frattempo, non c'è ancora traccia del decreto con il quale sono stati commissariati i vertici di Inps e Inail, altro tema sul quale la maggioranza dovrà confrontarsi. Meloni ha deciso di mandare a casa senza preavviso sia il presidente dell'Inps Pasquale Tridico - voluto dai Cinque Stelle - che quello dell'Inail, Franco Bettoni, indicato dalla Lega ai tempo dei governo gialloverde.

 

pasquale tridico foto di bacco (4)

Qui la partita è complicatissima, e complica il nuovo pacchetto di nomine. Lo testimonia l'ultima bozza circolata ieri del decreto di commissariamento, peraltro non ancora trasmessa al Quirinale: dagli iniziali dieci giorni si è saliti prima a venti e ora a trenta giorni.

 

Non solo. Non è ancora chiaro se il commissariamento investirà o meno il direttore generale dell'Istituto, Vincenzo Caridi, il quale - così riferiscono fonti interne all'Istituto - sarebbe in quel caso pronto a fare ricorso.

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI - BY EDOARDO BARALDI

Il ragionamento che si fa in Fratelli d'Italia è secco: l'Inps non può andare alla Lega perché la riforma delle pensioni, a quel punto, diventerebbe una vicenda gestita quasi esclusivamente dal Carroccio. I tempi lunghi per il commissariamento sarebbero legati, però, all'assenza in casa Fratelli d'Italia di un candidato adeguato.

 

Al momento l'unico papabile è l'ex sottosegretario Alberto Brambilla. Mentre per l'Inail il nome più forte è quello di Paolo Capone, attuale segretario dell'Ugl, sindacato guidato a lungo dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.

LUIGI CORRADI

 

Giorgetti deve poi mediare con Palazzo Chigi la scelta dei vertici per le due grandi controllate di Ferrovie, dove sono puntati gli occhi di Matteo Salvini. Consigliati dal presidente della holding Luigi Ferraris, Meloni e Salvini si sarebbero convinti a confermare Luigi Corradi alla guida di Trenitalia.

 

Per Rete ferroviaria italiana, l'azienda alla quale sono destinati miliardi di fondi europei del Pnrr, la rosa è ormai ristretta a due nomi: da una parte Umberto Lebruto, amministratore delegato di Fs sistemi urbani, dall'altra Gianpiero Strisciuglio, numero uno di Mercitalia Logistics.

 

GIANPIERO STRISCIUGLIO

La partita di Rfi sarà durissima, perché il partito di Meloni non ha intenzione di cedere alle richieste di Salvini. Da via della Scrofa si fa notare come le concessioni di Meloni alla Lega sui vertici Enel abbiano implicato di fatto una rinuncia alla pretesa del ministro dei Trasporti di controllare tutte le Ferrovie. Sulla vicenda poi c'è un forte interesse anche del ministro dell'Agricoltura e uomo forte di Fratelli d'Italia Francesco Lollobrigida. Le nomine non finiscono mai.

 

2. FERROVIE, PARTE IL CAMBIO AI VERTICI LEGA E FDI GIÀ LITIGANO SUI CANDIDATI

Estratto dell’articolo di S.B. per “la Repubblica”

 

PAOLO SCARONI FLAVIO CATTANEO

Archiviato il primo round della partita delle nomine nelle grandi partecipate pubbliche, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini torna alla carica auspicando un «cambio di passo » e un rinnovamento anche in Ferrovie dello Stato, dove i vertici di Trenitalia e di Rfi sono in scadenza. Ma sulla successione è in corso un braccio di ferro con la premier Giorgia Meloni che vuole dire la sua e non lasciare al leader della Lega la decisione finale.

 

STEFANO SIRAGUSA

Una situazione di stallo che non si è ancora risolta e rischia di creare un nuovo strappo dopo quello che ha portato all’indicazione di Paolo Scaroni e Flavio Cattaneo per il vertice dell’Enel, dove la premier puntava su Stefano Donnarumma.

 

L’occasione per tornare a chiedere “discontinuità” sono stati i disagi dei giorni scorsi sulla rete ferroviaria, «Ho chiesto un cambio di passo a Rfi — ha detto Salvini a margine dell’assemblea nazionale quadri dirigenti di Fiva Confcommercio —. Sul trasporto ferroviario è chiaro che occorre fare di più e meglio.  C’è ancora troppa superficie a binario unico. Io direi che Rfi negli anni passati probabilmente non è stata sempre attenta alle esigenze dei pendolari lombardi, come lo è stata altrove».

 

salvini rixi

[…] Tradizionalmente sulle Ferrovie decide il ministro delle Infrastrutture, e quindi Salvini con il suo viceministro Rixi. Il comitato nomine di martedì 2 maggio è stato però spostato e non ancora riconvocato. Salvini […] punta sulla discontinuità. Per Rfi, la rete ferroviaria che dovrà investire svariati miliardi del Pnrr entro il 2026 (24 in tutto), vorrebbe nominare Stefano Siragusa, che ha una lunga esperienza in campo ferroviario essendo stato ad di Ansaldo Sts e presidente della Metro 5 milanese.

 

L’attuale numero uno di Fs, Luigi Ferraris, invece, chiede di nominare al vertice di Rfi un manager interno al gruppo. Tra gli interni si sono anche fatti i nomi di Gianpiero Strisciuglio, attuale ad di Mercitalia logistic, e Umberto Lebruto, ceo di Fs Sistemi Urbani. Strisciuglio è sostenuto anche dal ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto, che ha in mano le chiavi del Pnrr.

luigi ferraris foto di baccoLUIGI CORRADI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni times musk sunak edi rama

COME AL SOLITO, I GIORNALISTI ITALIANI SI FERMANO AI TITOLI: L’ARTICOLONE DEL “TIMES” SUI LEADER INTERNAZIONALI “TUTTI PAZZI PER LA MELONI” NON È PROPRIO UNA CAREZZA SUL FACCINO DELLA SORA GIORGIA, COME CI VOGLIONO FAR CREDERE “CORRIERE”, “LIBERO” E GLI ALTRI MEGAFONI DELLA FIAMMA MAGICA. ANZI, È PIENO DI FRECCIATONE ALLA THATCHER DE’ NOANTRI, TIPO “L’UMILTÀ BEN PREPARATA” DI FRONTE AL PREMIER ALBANESE EDI RAMA. O LA CHIOSA SULL’INCONTRO CON JD VANCE: “IL FLIRT DELLA 48ENNE ERA SOLO NATURALMENTE SIMPATICO O SI È RESA CONTO CHE RIDENDO DELLE BATTUTE DEGLI UOMINI DI POTERE OTTERRÀ L'ACCORDO COMMERCIALE CHE DESIDERA?” – RICORDA I “THREESOME” E IL PACCO DI GIAMBRUNO, SMONTA LE ORIGINI PROLETARIE DELLA DUCETTA E CHIUDE CITANDO BERLUSCONI: “È UNA PERSONA CON CUI NON SI PUÒ ANDARE D'ACCORDO”. VI SEMBRANO COMPLIMENTI?

giampaolo rossi giorgia meloni silvia calandrelli felice ventura matteo salvini gianfranco zinzilli giancarlo giorgetti

C'È UN NUOVO CAPITOLO NELL'ETERNO SCAZZO MELONI-SALVINI E RIGUARDA LA RAI - NEL CDA DI DOMANI FELICE VENTURA, DIRETTORE DELLE RISORSE UMANE, SARÀ NOMINATO PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ - SULLA POLTRONA DELLA CASSAFORTE DEL SERVIZIO PUBBLICO SI È CONSUMATO L'ENNESIMO SCAZZO: L'AD, GIAMPAOLO ROSSI, VOLEVA ISSARE SILVIA CALANDRELLI (NONOSTANTE LA VICINANZA AL PD), OSTEGGIATA PERÒ DALLA LEGA CHE VOLEVA GIANFRANCO ZANZILLI - IL MINISTRO GIORGETTI HA CONVOCATO ROSSI AL MEF (AZIONISTA DELLA RAI) PER IMPORRE IL NOME, MA QUELLO, DI FRONTE AL DIKTAT, HA OPPOSTO UN "ME NE FREGO". E ALLA FINE È STATO TIRATO FUORI DAL CILINDRO IL NOME DI VENTURA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...