1. NON SOLO IL MINISTRO DEGLI INTERNI (DI PALAZZO GRAZIOLI) ANGELINO ALFANO, IL BRUTTO PASTICCIACCIO KAZAKO TRASCINA SUL BANCO DEGLI ACCUSATI ANCHE IL MINISTRO DEGLI ESTERI EMMA BONINO E IL SEGRETARIO GENERALE DELLA FARNESINA MICHELE VALENSISE 2. IL NOSTRO MINISTERO DEGLI ESTERI VENNE AVVISATO IL 31 MAGGIO DA UNA ONG DELLA GRAVITÀ DEL CASO SHALABAYEVA. IL 4 GIUGNO UN’ALTRA ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA, IL CONSIGLIO ITALIANO PER I RIFUGIATI, SCRIVEVA UNA MAIL ALLA FARNESINA PER INFORMARE IL MINISTERO DEL CASO E PER SCUOTERE LA DIPLOMAZIA ITALIANA 3. UNA MAIL CIRCOSTANZIATA E PESANTE. A CUI PERÒ NESSUNO DALLA FARNESINA HA MAI RISPOSTO. SOLTANTO UN MESE E MEZZO DOPO IL GOVERNO HA FATTO IL PRIMO PASSO FAVOREVOLE ALLA MOGLIE DEL DISSIDENTE KAZAKO: LA REVOCA DEL DECRETO DI ESPULSIONE. COSA HA FATTO NEL FRATTEMPO IL SEGRETARIO GENERALE VALENSISE?

1. AMBASCIATORE NON PORTA PENA, VALENSISE ANCORA MENO.
Superbonus per Dagospia

Tutti i giornali continuano a pubblicare la lista dei nomi dei super dirigenti del Ministero degli Interno la cui testa dovrebbe cadere a giorni. Ammesso e non concesso che il capo di gabinetto di Angelino (Maggiordomo) Alfano sia disposto a chiudere la carriera con un gigantesca figura da pirla tutti si stanno dimenticando delle teste che dovrebbero cadere alla Farnesina fino ad ora protette dalla cortina fumogena messa in piedi da Emma l'ambiziosa.

In primo luogo dovremmo credere che il responsabile del cerimoniale sia stata l'unica persona informata su quanto stava succedendo e non abbia ricollegato il nome da nubile della signora Ablyazov. La signora era tuttavia in possesso di un passaporto diplomatico, il fatto che non fosse accreditata presso il nostro governo non ha alcuna rilevanza.

Immaginatevi che un diplomatico straniero di passaggio in Italia venisse estradato in un altro paese (ostile) contro la sua volontà, ci potremmo trovare sull'orlo di una guerra nel giro di una notte. Non è credibile che il capo del cerimoniale non abbia avvisato della vicenda il Segretario Generale della Farnesina, se così fosse sarebbe un incompetente che andrebbe licenziato su due piedi.

Dato che la prassi fra il Ministero degli Interno, la Polizia e la Farnesina è che le comunicazioni vengano fatte a livello di Segretario Generale in questi come in casi minori è legittimo sospettare che il fax partito dalla Farnesina non sia l'unica comunicazione intercorsa fra gli uffici.

Ma anche volendosi fermare alla versione ufficiale il Segretario Generale ha dimostrato tutta la sua incompetenza e pericolosità nei giorni successivi. La Bonino sostiene di aver avvisato Alfano e Letta il giorno 2 giugno e sempre Lei sostiene che Alfano è stato tenuto all'oscuro della vicenda dai vertici del Viminale. Cosa ha fatto nel frattempo il Segretario Generale?

Secondo la legge (DPR 18/1967) la sua funzione, è quella di "coadiuvare direttamente il Ministro ai fini dell'elaborazione degli indirizzi e dei programmi del Ministero". Oltre a ciò, il Segretario Generale è chiamato a "assicurare la continuità delle funzioni dell'Amministrazione, coordinandone gli uffici e le attività e vigilando sulla loro efficienza e rendimento".

In che cosa è consistito il suo ruolo in questa vicenda? Nel nulla, un'ombra nella notte che non chiede neanche un'indagine interna, che non muove una rimostranza formale nei confronti del Ministero dell'Interno, non una mail non una telefonata, non una lettera, non una cartolina.

Gli apparati dello Stato hanno deportato la moglie e la figlia di 6 anni di un rifugiato politico e lui niente, invisibile nessuno conosce neanche il suo nome (Michele Valensise per la cronaca). Ma c'è di più dopo questa vicenda il nostro Michele sarà stato certamente avvisato che il dittatore del Kazakistan avrebbe passato allegramente 8 giorni di vacanza in Italia.

Dopo essere stati raggirati dall'ambasciata del Kazakistan a Roma (secondo la versione ufficiale) vengono anche a prendersi il sole da noi trattandoci da vera e propria Repubblica del Banana! E da questo signore non una smorfia, non un accenno non un avviso al Ministro che forse tale vacanza non era gradita o quantomeno inopportuna?

Se la versione della Bonino è vera ci sono molte teste che dovrebbero cadere anche alla Farnesina se invece è falsa addio cara Emma sarà difficile ricordarti come paladina dei diritti umani.

2. IL PRESSING DELLE ONG SULLA FARNESINA
Vincenzo Nigro per "La Repubblica"

Il nostro ministero degli Esteri venne avvisato il 31 maggio da una Ong della gravità del caso Shalabayeva. Emma Bonino lo ha detto: «Sono stata avvertita da una Ong e poi abbiamo fatto i nostri controlli ». Ma non ci fu solo quell'allerta indicata dal ministro degli Esteri: il 4 giugno un'altra organizzazione non governativa, il Consiglio italiano per i Rifugiati, scriveva una mail alla Farnesina per informare il ministero del caso e per scuotere la diplomazia italiana. Una mail circostanziata e pesante. A cui però nessuno dalla Farnesina ha mai risposto. Soltanto un mese e mezzo dopo il governo ha fatto il primo passo favorevole alla moglie del dissidente kazako: la revoca del decreto di espulsione.

Dice Christopher Hein, direttore del Cir: «In quella lettera chiedevamo al ministero degli Esteri che fossero attuati immediatamente tutti i passaggi per tutelare la donna e la figlia». Alla Farnesina il Cir domandava innanzitutto di verificare le condizioni delle due donne dopo il rimpatrio, ma poi profilava la violazione da parte del governo italiano del divieto di respingimento ed espulsione sancito dal Testo Unico sull'Immigrazione. La legge italiana dice che «in nessun caso può disporsi l'espulsione o il respingimento verso uno Stato in cui lo straniero possa essere soggetto di persecuzione per motivi di razza, di lingua, di cittadinanza, di opinioni politiche». Ciò che invece è esattamente accaduto con la Shalabayeva.

Informati dall'avvocato Federico Olivo, uno dei difensori della Shalabayeva, gli uomini del Cir elencano il 4 di giugno alla Farnesina tutti i problemi seri a cui il governo italiano sta per andare incontro e con cui poi si è dovuto confrontare nelle settimane successive: «Come è noto, il marito della signora, Mukhtar Ablyazov, è stato una delle voci di opposizione più conosciute in Kazakhstan, ha fondato il movimento di opposizione Democratic Choice. In esilio da anni è riconosciuto rifugiato nel Regno Unito ha dato l'annuncio preoccupato del rimpatrio della moglie e della figlia attraverso il web».

Il Cir solleva anche la possibilità che l'Italia con la sua condotta nei confronti della moglie di Ablyazov abbia «violato anche la Convenzione europea dei diritti dell'uomo che prevede che nessuno può essere respinto o espulso verso un paese in cui rischia di essere sottoposto a trattamenti disumani o degradanti».

 

 

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