berlusconi gif

“NON SO SE ALLE URNE POTRO’ STARE CON SALVINI” – LO SFOGO DI BERLUSCONI CHE CHIEDE ALLA LEGA DI METTERE FINE AL GOVERNO COL M5S – FACCI: "ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI CRAXI IL CAV HA DETTO DI AVER RACCOLTO IL TESTIMONE DA BETTINO E HA PARLATO DI COSE SUE. IN SECONDO PIANO LO SPIRITO DELL' INCONTRO, OVVERO RICORDARE COME L' EX LEADER PSI INTUÌ CHE LA UE AVREBBE DISTRUTTO L' ITALIA…"

FILIPPO FACCI per Libero Quotidiano

berlusconi stefania craxi

 

Dove va Berlusconi si parla di Berlusconi, e il primo a farlo ovviamente è Berlusconi: non scopriamo niente, e non l' ha scoperto neppure Stefania Craxi che ha invitato Berlusconi apposta: per fare un po' di botto, per fare notizia, per basilari principi di comunicazione. Ma c' era un libro di cui parlare e si chiamava «Uno sguardo sul mondo» (Mondadori) e ieri al teatro Parenti di Milano ne parlavano appunto Alessandro Sallusti, Stefania Craxi e Silvio Berlusconi.

 

berlusconi salvini

Ma i giornalisti, che aspettavano il Cavaliere da un ingresso apposito, volevano sapere che lui trovasse «illogica e innaturale» l' alleanza della Lega coi grillini (sa che novità) e che i «no» dei grillini al Tav e alla Tap «non solo mi preoccupa, ma credo che debba preoccupare tutti quanti»(e anche qui sai che novità) e poi i mercati, niente sui mercati? «Le decisioni che vengono annunciate e poi smentite stanno facendo perdere fiducia all' Italia da parte di grandi investitori internazionali e anche di quelli piccoli, da cui dipende il nostro debito pubblico». E ci segniamo anche questa.

 

SALVINI BERLUSCONI

PER CAMBIARE Poi, per cambiare, Berlusconi ha parlato di Berlusconi e detto di aver raccolto il testimone di Craxi (o di averci provato) e il direttore Alessandro Sallusti, nel ruolo infame dell' intervistatore, gli ha dato corda. Per il resto, Sallusti non ha parlato. Stefania Craxi neanche, o quasi: ma lei in fondo non ne ha bisogno. Poi Berlusconi ha cercato di individuare dei link in comune tra i due «presidenti» della serata (uno presente in spirito) e ha parlato essenzialmente di cose sue.

 

Ha marcato due differenze con Bettino: lui, Bettino, era meno sdraiato su Israele e su Reagan, Silvio il contrario.Ha anche detto qualche sciocchezza, Berlusconi: tipo che Craxi guardava al modello Mitterand. Iddio, in parte può esser stato vero, ma negli ultimi anni giudicava Mitterand «un coglione» (sentito con le orecchie dello scrivente) anche perché non lo aiutò minimamente quando dovette lasciare l' Italia: non restò che la Tunisia. Comunque oggi la situazione è terribile, ha detto Berlusconi: «Anche per questo costretto a essere ancora in campo». Ah, è per questo.

 

CRAXI BERLUSCONI

Poi ci sarebbe il libro e le visioni di Craxi sul futuro, sull' oggi: in minima parte anticipate da un video girato in stile televisivo ma che, insomma, non poteva mentire. Parlava di immigrazione e di un promesso paradiso, l' Europa, che rischiava di tramutarsi in un inferno. Lo diceva nel 1997, quando non esisteva l' odierno fronte no euro, il termine «sovranisti» non aveva senso, eppure Craxi aveva già detto come stavano e sarebbero state le cose: i parametri di Maastricht avrebbero distrutto l' Italia a differenza di un «sistema corruttivo» che, pur deprecabile, non lo aveva fatto.

 

BERLUSCONI E CRAXI

Craxi aveva compreso che il vincolo del 3 per cento al deficit avrebbe impedito all' Italia di sostenere la propria economia, e soprattutto di infondere fiducia al sistema economico nel suo complesso. Ai tempi, dire «è grazie a Prodi se siamo in Europa» era visto come un merito per Prodi, non viceversa. Quello dell' ex leader socialista era più che altro un ragionamento quasi banale (oggi) che ai tempi non fece nessuno o quasi: se il limite al deficit annuo fissato con Maastricht era pari al 3 per cento, era anche vero che l' Italia superava questo limite già con il costo degli interessi passivi sul debito pubblico. Ergo, firmando il Trattato si condannò a un avanzo primario perpetuo, quindi a sottrarre ricchezza dall' economia reale anno dopo anno. Fare politiche espansive sarebbe diventato impossibile.

 

EUFORIA ULIVISTA Il libro parla di questo. Anche di questo. Si chiama «Uno sguardo sul mondo» (il titolista forse non era in giornata) e ieri al teatro Parenti di Milano ne hanno parlato Alessandro Sallusti, Stefania Craxi e Silvio Berlusconi. Si racconta la visione del leader socialista attraverso i suoi scritti, appunti e documenti, in parte inediti, sui principali temi di politica estera e sulle dinamiche e i mutamenti che oggi si sono puntualmente verificati. Come nota nella prefazione anche Nicola Carnovale, della Fondazione Craxi, e come Craxi scrive a pagina 16, «L' euro non sarà un miracolo Euforia ulivista in Italia l' Europa presentata come la frontiera della salvezza... Gerhard Schröder è di tutt' altro avviso. Non risparmia le critiche al processo che conduce all' euro.

 

stefania craxi silvio berlusconi

«L' Unione Monetaria fatta in modo precipitoso è condotta ad una nascita prematura, malaticcia...», «chi è pronto a lavorare per salari più bassi e peggiori prestazioni sociali? Che ne sarà allora dell' Italia posta sotto controllo in un quadro di parametri rigidi che, benché superati dalla logica, sono stati accettati senza discutere come fossero dei dogmi e delle leggi auree? È certo che in ogni caso l' euro non sarà un miracolo per nessuno. Per l' Italia pone e porrà problemi su cui ancora non si discute come si dovrebbe fare e cioè seriamente, apertamente e sinceramente».

 

 

2. BERLUSCONI

Filippo Facci per Libero Quotidiano

 

stefania craxi e silvio berlusconi

"Io non so come potremo andare ancora a queste elezioni con una Lega che continua a ignorare i programma con cui si è presentata agli elettori...". Silvio Berlusconi è molto dubbioso su come si dovrà presentare Forza Italia alle urne e per la prima volta lo dice chiaramente, questa una Lega che "tradisce gli stessi elettori con un programma in contrasto con quello che abbiamo condiviso". Insomma, il Cav non ne può più: "Alla Lega diciamo di mettere fine a questo governo contro natura, alt a quest'alleanza illogica e innaturale"

 

Lo sfogo del Cav avviene proprio mentre sembra riaprirsi il cantiere di un "listone" sovranista composto da Lega e Fratelli d'Italia per le elezioni europee. Riporta il Corriere della Sera che le ire di Berlusconi sono provocate soprattutto dal Movimento 5 stelle, una "forza politica più pericolosa dei comunisti, del Pds di Achille Occhetto: al governo ci sono ideologie di sinistra rozze e stataliste e un feroce giustizialismo"."Ci manca un Bettino in grado di contrastarli. Per questo sono costretto a rimanere in campo".

silvio berlusconi e stefania craxiCRAXI BERLUSCONI

 

BERLUSCONI E STEFANIA CRAXI CRAXI E BERLUSCONI AL MARE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…