carlo nordio luca palamara

NORDIO, UN ALTRO CEFFONE ALLE TOGHE – IN AUDIZIONE AL SENATO, IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA DEFINISCE UNA “PORCHERIA” L'INCHIESTA SU PALAMARA E ACCUSA I PM DI AVER “MANIPOLATO” LE INTERCETTAZIONI: “SONO STATE SELEZIONATE, PILOTATE E DIFFUSE SECONDO GLI INTERESSI DI CHI LE DIFFONDEVA, E ANCORA NON SONO TUTTE STATE RESE PUBBLICHE O ASCOLTATE DAI DIFENSORI”– IL COMMENTO DI PALAMARA DOPO LE PAROLE DEL GUARDASIGILLI: “AVETE VISTO A BRUXELLES? IL CASO INSEGNA, NON ESCE NESSUNA NOTIZIA ESTRANEA ALL'INCHIESTA. NON COME DA NOI...”

1 – NORDIO ATTACCA I PM: «INCHIESTA PORCHERIA CONTRO PALAMARA»

Francesco Specchia per “Libero quotidiano”

 

CARLO NORDIO

«Porcheria». Il termine è proprio questo: il bisturi nella carne viva della giustizia, l'apice lessicale che Carlo Nordio tocca, ad indicare l'abuso delle intercettazioni come strumento non più probatorio, ma di delegittimazione personale. Quando s' infila in audizione alla Commissione Giustizia del Senato per limare le linee programmatiche del suo dicastero, il Guardasigilli si muove come un caterpillar gentile.

 

«Questa porcheria sulle intercettazioni è continuata anche dopo la legge Orlando, basta vedere l'inchiesta sul sistema Palamara, cosa è uscito su cose che non avevano a che fare sulle indagini e, aggiungo, cosa non è uscito», così scatta il ministro a Palazzo Madama, azzoppato dal raffreddore e dalla continue discussioni che si avvitano sulla riforma.

 

nordio meloni

Nordio pone ai componenti di Commissione un quesito provocatorio: «Credete che tutte le intercettazioni del trojan di Palamara siano state trascritte nella forma della perizia?». No. «Sono state selezionate, pilotate e diffuse secondo gli interessi di chi le diffondeva, e non sono ancora tutte state rese pubbliche o ascoltate dai difensori o individuate nelle forma di perizia». Voilà.

 

Ecco la denuncia di una manipolazione ad hoc del sistema probatorio. Nordio ritorna sui blocchi che hanno costellato, negli anni, la riforma della giustizia. «Il ministro Orlando», rincara, «stava già andando nella direzione giusta, poi si è fermato, non ha raggiunto lo scopo come si è visto con le intercettazioni di Palamara». Eppoi, rispondendo all'ennesima domanda sulla misura preventiva prevista in manovra: «Sulle intercettazioni preventive non è cambiato nulla», è stato «solo trasferito un piccolo capitolo dal ministero della Giustizia al Mef» e «certo che il ministero era a conoscenza, abbiamo dato parere favorevole».

 

D'altronde, Nordio spiega che la larga parte delle spese per le intercettazioni degli 007 riguardanti le attrezzature sta già sotto la presidenza del Consiglio. «Non è cambiato nulla, non so perché la stampa abbia dato questa enfatizzazione straordinaria». Chissà perché.

 

luca palamara

Nordio, più tardi, a Porta a porta ribadirà che «la funzione dell'ispettorato non dovrebbe essere quella di inquisire i magistrati, anche se questo accadrebbe - e accadrà se ci fossero violazione dei loro doveri - a cominciare da quello della riservatezza. La funzione fondamentale degli ispettori sarà fare una valutazione comparativa tra uffici per vedere quelli che funzionano meglio e perché, e per incoraggiare quelli che funzionano peggio». La solita domanda: perché in Italia, a parità di condizioni alcuni uffici giudiziari brillano e altri sono inferni burocratici?

 

CARLO NORDIO

Altro capitolo: l'abuso d'ufficio. La cui regolamentazione Nordio descrive dopo aver ascoltato le richieste dell'Anci: «È intenzione del governo rivedere completamente i reati contro la pubblica amministrazione che ispirano la "paura della firma". Le opzioni riguardano essenzialmente l'abuso d'ufficio e il traffico di influenze, si può andare dall'abrogazione di uno o di entrambi i reati fino a una rimodulazione integrale degli stessi. Questo sarà oggetto di confronto e di dibattito in Parlamento».

 

Eppoi, ecco il tema dell'inappellabilità della giustizia, e il paradosso delle sentenze riformate "in peius". Ossia con procedimento puramente cartaceo di brevissima durata che si può modificare; ed è così possibile mandare all'ergastolo una persona magari assolta dopo lustri di dibattimento in Corte di Assise.

 

intercettazioni

«Il tema della inappellabilità da parte del pm delle sentenze di proscioglimento è una vecchia questione, personalmente sono convinto che sia necessario riformare la disciplina e tornare a quella che era stata la Legge Pecorella, che tra l'altro è stata dichiarata poi incostituzionale dalla Corte». Legge Pecorella che - ovvio - deve esser rimodulata per evitare un replay dalla Consulta, ma alla luce di fatti giuridicamente nuovi.

intercettazioni

 

«Ad esempio oggi vige il principio che una persona non può essere condannata se non vi sono prove al di là di ogni ragionevole dubbio», spiega il ministro, «ora la domanda è: come si può rinviare a giudizio e in prospettiva condannare una persona quando un giudice precedente ha dubitato al punto da assolvere? O il giudice precedente era irragionevole, e quindi dovrebbe essere cacciato dalla magistratura, oppure è sbagliata la norma». O forse entrambe le cose.

 

2 – «LA SINISTRA GIUDIZIARIA USA I BROGLIACCI PER FAR FUORI I NEMICI»

FMan. per “il Giornale”

«Avete visto a Bruxelles? Il caso insegna, non esce nessuna notizia estranea all'inchiesta. Non come da noi...». Luca Palamara è in macchina, la telefonata con Il Giornale dura poco, giusto il tempo di riaprire i cassetti della memoria e l'ex pm tirato in ballo dal Guardasigilli Carlo Nordio snocciola il suo punto di vista sulla vicenda delle intercettazioni che lo riguardano: «La pubblicazione indebita di una serie di intercettazioni coperte dal segreto che non riguardavano l'indagine penale è servita soltanto a "cecchinare" chi la pensava diversamente, facendo saltare una nomina e dando alla sinistra giudiziaria un ruolo nel Csm».

 

luca palamara foto di bacco (2)

Nomi Palamara non ne fa, e non ce n'è bisogno. La vicenda è quella dell'ex procuratore della Corte di Cassazione, Riccardo Fuzio. La pubblicazione di alcune conversazioni tra lui e Palamara valsero per entrambi l'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio- ipotesi di reato contestata dalla Procura di Perugia, competente sulla Capitale - dalla quale Fuzio e Palamara sono stati entrambi prosciolti lo scorso 6 dicembre perché quello che si erano detti il 3 aprile 2019 Csm non era coperto da segreto d'ufficio, in quanto ancora non secretato dal Csm.

luca palamara foto di bacco (6)

 

Intanto Fuzio si è dimesso, al suo posto è arrivato Giovanni Salvi che l'altro giorno ha criticato il ministero della Giustizia e il governo per la vicenda delle intercettazioni degli 007 in mano a Palazzo Chigi. Coincidenze? «Con i miei legali e grazie al prezioso supporto dei consulenti tecnici informatici - dice Palamara al Giornale e poi alle agenzie di stampa - da tempo stiamo raccogliendo tutta la documentazione per dimostrare tutto ciò che è realmente accaduto dal 7 al 22 maggio 2019 in concomitanza con la nomina del procuratore di Roma. Quella indebita rivelazione ebbe la conseguenza di rinforzare la componente della sinistra giudiziaria a scapito delle altre. Il tempo è galantuomo la battaglia per la verità continua».

 

luca palamara

Che la vicenda Palamara sia servita a dimostrare il marcio nel sistema delle correnti è evidente, come dimostra anche il successo dei libri Il Sistema e Lobby&Logge scritti con Alessandro Sallusti, che oggi una parte della magistratura si ribelli a qualsiasi riforma delle intercettazioni dimostra come le dinamiche non siano cambiate poi molto. «La mia vicenda fu la dimostrazione plastica di come le intercettazioni furono usate come regolamento di conti interno alle correnti, qualcuno si dimise e il posto tornò alla sinistra giudiziaria come due anni prima. 

 

Oggi il clamore sulle intercettazioni e gli strepiti di una parte della stampa e della magistratura sul fatto che non si possano utilizzare per mafia e corruzione è strumentale- dice ancora Palamara - perché nessuno ha mai detto di voler indebolire l'attività di indagine ma semplicemente di mettere un argine all'utilizzo indebito.

luca palamara

Mi riferisco tanto per fare un esempio a quello che sulla base delle esperienze da me vissute accade quando in virtù di rapporti privilegiati i soliti giornalisti ricevono dai soliti pubblici ufficiali materiale riservato non per informare ma per sfregiare questo o quel nemico politico così strumentalizzando il processo e trasformandolo in una clava. Non è un problema personale ma di civiltà giuridica - conclude per questo le parole di Nordio sono un messaggio di speranza per tutti quelli che vogliono battersi per una giustizia giusta».

 

 

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