PITRUZZELLA 2000 - IL “FATTO” CONTRO IL “CORRIERE” ACCORSO IN DIFESA DEL NUOVO PRESIDENTE DELL’ANTITRUST, SOTTO SCHIAFFO PER I DUBBI REQUISITI DI INDIPENDENZA - IL PROF NOMINATO È STATO PER 3 ANNI CONSULENTE DELLO STUDIO LEGALE SCHIFANI - DOPO AVER SCRITTO CHE LE COMPETENZE DI PITRUZZELLA “NON ESISTONO” IL GIORNALE DI FLEBUCCIO PUBBLICA 7 COLONNE DI ELOGI (COMPRESA QUELLA DEL MAGISTRATO CARO AL “FATTO” INGROIA)…

Marco Lillo per il "Fatto quotidiano"

Giovanni Pitruzzella? Il nuovo presidente dell'Autorità Garante della Concorrenza? Il professore scelto dai presidenti delle camere per vigilare sul conflitto di interesse proprio per i suoi requisiti di indipendenza? "Come no. Io lo conosco benissimo. È stato dalla fine del 2007 off counsel, cioè consulente che figura sulla carta intestata dello studio Pinelli-Schifani". Parola di Nunzio Pinelli, fondatore dello studio Pinelli-Schifani del quale è stato socio per decenni con Renato Schifani, fino alla sua discesa in politica e ora ereditato pro quota dal figlio, Roberto Schifani.

Di quello studio, ospitato in un immobile situato a piazza Virgilio a Palermo, intestato a una società delle famiglie di Renato Schifani e Nunzio Pinelli, per tre anni il professore Pitruzzella nominato all'Antitrust dal presidente Schifani assieme a Gianfranco Fini, per la sua "notoria indipendenza", è stato off counsel. Il Fatto Quotidiano pubblica l'elenco dei professionisti che figuravano fino a qualche tempo fa (il documento è del 2008) sul sito Internet dello studio e nella carta intestata, anche a beneficio del Corriere della Sera che ieri ha dedicato ampio spazio al tema tralasciando questo particolare.

Il Corriere ha schierato persino il presidente dei costituzionalisti italiani, Valerio Onida pubblicando una sua lettera per riequilibrare l'articolo di Salvatore Bragantini del giorno prima. Bragantini aveva iniziato il suo ragionamento in stile Corriere "prescindiamo dal fatto che il principale punto di forza di Pitruzzella paia essere l'amicizia col presidente del Senato" per poi dimenticare, dopo il tradizionale colpo al cerchio, quello alla botte di via Solferino: "Quali siano le competenze specifiche maturate dal costituzionalista palermitano nel campo degli abusi di mercato, della concorrenza sleale, delle intese lesive della concorrenza" scriveva Bragantini, "il comunicato che annuncia la nomina non ce lo dice, per una semplice ragione: esse non esistono". Testuale. Così.

Diretto, senza nemmeno un "parrebbero" o un "forse". Per riequilibrare questa crepa nel sobrio muro trasversale che puntella l'era Monti, il giornale diretto da Ferruccio de Bortoli ha pubblicato un pezzo sterminato di Felice Cavallaro che parte dalla prima pagina e dilaga su sette colonne. Il titolo rimette al suo posto Bragantini: "‘Pitruzzella è indipendente' La difesa dei pm siciliani". L'articolo parte così: "Scende in campo il gotha della magistratura... e parlano i leader della Sicilia per bene come Ivan Lo Bello per difendere Giovanni Pitruzzella".

E poi ecco il piatto forte: il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, nonostante sia addirittura amico di Marco Travaglio, non ci sta. Motivazione? "Pitruzzella è stato mio legale davanti alla giustizia amministrativa nei ricorsi contro alcuni miei colleghi. Lo conosco da molti anni avendone stima di professionista serio e profondo conoscitore del diritto costituzionale e amministrativo".

Per fortuna è stata abolita la norma che vieta la pubblicità agli studi legali perché il Corriere prosegue facendo fare a un simbolo dell'antimafia come Domenico Gozzo, ex collega di Ingroia a Palermo e ora pm a Caltanissetta, la figura del cliente entusiasta alla cassa di un supermercato: "Ho avuto necessità di nominare un legale e per fortuna Ingroia mi ha consigliato Pitruzzella... perché effettivamente sono rimasto soddisfatto".

Cosa c'entri l'abilità di un legale a stendere un ricorso per una questione di lavoro con l'indipendenza dal potere politico e con la competenza in materia di antitrust, richieste dalla norma e da Bragantini, resta un mistero. Dopo i pm del caso Dell'Utri, anche quello del caso Andreotti, Guido Lo Forte, loda "le sue qualità di rigore e indipendenza", sorvolando sul libro scritto dall'insigne costituzionalista insieme con il presidente della regione siciliana Totò Cuffaro, appena condannato a sette anni per favoreggiamento con aggravante di mafia, forse perché non era difeso dal bravissimo Pitruzzella.

Lo stesso Cuffaro, che aveva spinto la candidatura dell'indipendente professore a presidente della Provincia ricevendone un rifiuto, condito da mille complimenti e basato non su ragioni etiche, ma sull'amore per la professione universitaria. Per puntellare il secondo requisito, la competenza, il Corriere pubblica la lettera del costituzionalista Valerio Onida che sostiene una tesi opposta a quella di Bragantini sulle qualità richieste per quella poltrona. Non manca un'autodifesa: "Leggo persino di esser socio del figlio di Schifani..." dichiara scandalizzato Pitruzzella.

A chiudere la "lunga catena bipartisan", arrivano il presidente di Confindustria Ivan Lo Bello e quello dell'Ordine degli avvocati palermitani, Francesco Greco. Sembra di vederlo l'avvocato Greco che si aggiusta la toga e parte con l'arringa: "Posso categoricamente escludere che tale notizia sia fondata. Peraltro, l'avvocato Pitruzzella è titolare di un importante studio legale a Palermo". Peraltro, aggiungiamo noi, pur non essendo socio figurava almeno fino a un paio di anni fa, sulla carta intestata. Il Fatto ha chiesto lumi al socio storico di Schifani, l'avvocato Nunzio Pinelli.

"Dalla fine del 2007 Pitruzzella, che ha un suo studio, è consulente in materia costituzionale, in qualità di off counsel, del mio studio, del quale è stato socio Renato Schifani e ora lo è il figlio, Roberto, come mio figlio, Nunzio". A chi gli chiede se sia stato opportuno nominare un professionista che ha probabilmente prestato la sua opera per lo studio del figlio di Schifani, Pinelli replica: "Lo studio è mio nel senso che è stato fondato da me e sono io che ho assunto Renato Schifani. Quindi Pitruzzella è un mio consulente. Inoltre non gli ho mai pagato nulla in questi anni per il suo ruolo di off counsel. Sa, non capitano tante questioni costituzionali in uno studio palermitano".

In realtà anche Renato Schifani talvolta si è servito di Pitruzzella. In un'ordinanza del 2004 si legge che "alla pubblica udienza del 2 maggio 2000 l'avv. Giovanni Pitruzzella, su delega dell'avv. Renato Schifani", ha difeso davanti al Consiglio della Giustizia amministrativa Siciliana la signora Maria Giovanna Pollara, "rappresentata e difesa dall'avvocato Renato Schifani e domiciliata presso il suo studio di Piazza Virgilio". Pinelli spiega: "Stimo Giovanni e se devo farmi sostituire in un processo, il primo studio che chiamo è quello di Pitruzzella".

Ma quanto fattura il neopresidente all'anno per le sue prestazioni allo studio Pinelli-Schifani? "In tanti anni non gli abbiamo mai pagato un euro né ne abbiamo chiesti. Non siamo micragnosi. Si usa così tra professionisti". Se Pinelli ricorda bene, la nomina all'Antitrust sarebbe la prima offerta di lavoro retribuito rivolta da Schifani (stavolta in coppia con Fini non con Pinelli) all'amico Pitruzzella. Grazie alla sua notoria indipendenza, certificata da Schifani, Pitruzzella guadagnerà uno stipendio lordo annuo di 465 mila euro. Tutti pubblici, dal primo all'ultimo euro.

 

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