gabanelli taiwan

LA NUOVA UCRAINA SARÀ TAIWAN - PECHINO VUOLE RIPRENDERSI L'ISOLA, TAIPEI SI STA ARMANDO E GLI USA SONO PRONTI A DIFENDERLA - IN GIOCO CI SONO IL DOMINIO DEL PACIFICO E QUESTIONI ECONOMICHE - MILENA GABANELLI: "L’ISOLA È DI GRAN LUNGA IL MAGGIOR PRODUTTORE MONDIALE DI MICROCHIP, INDISPENSABILI IN GRAN PARTE DELL’INDUSTRIA NON SOLO QUELLA DEI COMPUTER E DEI TELEFONI, MA IN QUALSIASI PRODOTTO CHE ABBIA UN CONTENUTO ELETTRONICO E DIGITALE. CIÒ NE FA UN PAESE CHIAVE NELL’ECONOMIA DEL MONDO..." - VIDEO

Guarda il video:

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/taiwan-come-ucraina-ecco-cosa-puo-accadere-cina-stati-uniti/fec2dade-efc9-11ec-8f59-93717c23f0aa-va.shtml

 

Danilo Taino e Milena Gabanelli per il “Corriere della Sera

 

milena gabanelli su taiwan 9

Nell’agenda della politica internazionale Taiwan è ormai seconda solo all’Ucraina. E all’Ucraina è in qualche modo legata, possibile vittima di aggressione da parte di una potenza ben più forte della Russia: la Cina.

 

Intanto a portare solidarietà all’isola vanno e vengono membri del Parlamento europeo: deputati svedesi, politici australiani, funzionari lituani. In aprile, a Taipei è atterrata Nancy Pelosi: la prima visita di uno speaker della Camera dei Rappresentanti americana in 25 anni. A fine maggio, a incontrare la presidente Tsai Ing-wen, una nuova delegazione di senatori da Washington.

 

milena gabanelli su taiwan 7

Le incursioni aeree

In questo 2022 ad affollare i cieli e i pensieri dell’isola – distante, nel punto più vicino, solo 130 chilometri dalle coste della Repubblica Popolare Cinese – c’è anche un altro genere di visitatori.

 

Gli aerei militari di Pechino hanno intensificato come mai prima i voli nella Zona di difesa aerea di Taiwan (Adiz, Air Defence Identification Zone): 465 incursioni tra gennaio e maggio, il 50% in più di quelle effettuate nello stesso periodo del 2021. Caccia da combattimento, bombardieri, aerei da ricognizione che entrano nell’area sopra al mare a Sudovest dell’Isola dove le autorità di Taipei chiedono agli aerei che sorvolano di identificarsi.

 

difesa

Come nascono le due Cine

La crisi inizia nel 1949, quando i nazionalisti del Kuomintang di Chiang Kai-shek, sconfitti dai comunisti di Mao, si rifugiano nell’isola che allora portava il nome di Formosa e fondano la Repubblica di Cina.

 

A livello internazionale il Paese è riconosciuto come unico rappresentante della Cina, con un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Nel 1971, però, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite espelle Taiwan e riconosce la Repubblica Popolare di Cina (Pechino) come «la sola legittima rappresentante della Cina alle Nazioni Unite».

 

milena gabanelli su taiwan 8

Con ciò anche il potere di veto – cioè il seggio permanente – nel Consiglio di Sicurezza passa a Pechino. È l’inizio dell’isolamento internazionale di Taiwan che, nel tempo, si intensifica su pressione continua della Cina Popolare con l’esclusione dell’isola da tutte le agenzie dell’Onu.

 

Taiwan fuori dall’Onu

Gli Stati Uniti il 1° gennaio 1979 riconoscono la Repubblica Popolare di Cina (e quindi l’esistenza di una sola Cina) e stabiliscono con Pechino relazioni diplomatiche. Al tempo stesso, con il Taiwan Relations Act, riconoscono le autorità governative di Taiwan.

 

paesi

Un’ambiguità strategica mai risolta. Negli anni i Paesi che mantengono rapporti diplomatici ufficiali con Taiwan si riducono via via perché osteggiati da Pechino. Oggi a riconoscerne la sovranità sono 14: Vaticano, Guatemala, Honduras, Saint Vincent and Grenadines, Tuvalu, Haiti, Saint Kitts and Nevis, Paraguay, Eswatini (ex Swaziland), Nauru, Saint Lucia, Belize, Isole Marshall e Palau.

 

milena gabanelli su taiwan 4

Nella realtà ben 59 Paesi hanno stabilito con Taipei relazioni non ufficiali: Stati Uniti, Unione europea, Giappone, Russia, Regno Unito. Taiwan è infatti uno dei centri più importanti nelle catene di produzione internazionali e non si può fingere che non esista.

 

Una delle migliori democrazie

Negli anni Ottanta Taiwan inizia un processo di uscita dalla dittatura e di costruzione di una solida democrazia, tant’è che oggi è unanimemente considerata fra le dieci migliori democrazie del mondo.

 

milena gabanelli su taiwan 5

In questi quaranta anni Washington la sostiene dal punto di vista economico, politico e militare. Resta il nodo dell’ambiguità: gli Usa riconoscono che la Cina è una sola, la Repubblica Popolare che siede all’Onu, ma non dicono se in caso di attacco di Pechino a Taiwan entrerebbero in conflitto a fianco dell’isola. L’invasione russa dell’Ucraina sembra modificare la posizione americana e, ora, rischia di diventare il prossimo punto di scontro tra potenze.

 

egemonia

Xi vuole riprendersela

I comunisti cinesi hanno dichiarato sin dal 1949 di volere riportare sotto il controllo di Pechino quella che considerano una provincia ribelle. Per Xi Jinping, che ha fatto cambiare la costituzione, non c’è limite al numero di mandati e quest’autunno il Congresso del partito lo riconfermerà quasi certamente per un terzo quinquennio. La questione Taiwan, che nel confronto con gli Usa è sullo sfondo da anni, ora è tutta nelle sue mani: conquistarla significherebbe dare un colpo letale alle ambizioni globali di Washington.

 

Gli Usa pronti a difenderla

mappa

Nelle settimane scorse Joe Biden ha confermato che in caso di attacco cinese gli Stati Uniti difenderebbero l’autonomia di Taiwan. La risposta è arrivata nei giorni scorsi dal ministro delle Difesa cinese, generale Wei Fenghe: «Se qualcuno osa puntare alla secessione di Taiwan dalla Cina, non esiteremo a combattere – ha detto –. Combatteremo a tutti i costi. E combatteremo fino alla fine. Questa è la sola scelta per la Cina».

 

milena gabanelli su taiwan 1

Guerra, insomma. La presidente taiwanese Tsai aveva già spiegato che Taipei non dichiarerà l’indipendenza formale «dal momento che siamo indipendenti di fatto». E un sondaggio condotto a fine marzo ha stabilito che l’88,6% dei taiwanesi non ne vuole sapere di tornare a far parte della Repubblica Popolare.

 

È una situazione che se sfuggisse di mano – e le possibilità sono abbastanza alte – potrebbe terminare nello scontro definitivo militare tra Stati Uniti e Cina per l’egemonia nell’Indo-Pacifico e in prospettiva nel mondo intero.

 

Cosa c’è in gioco?

milena gabanelli su taiwan 10

Davvero molto. Per gli Stati Uniti la sfida è infatti decisiva. Nel Pacifico sono la forza dominante sin dalla fine della Seconda guerra mondiale e hanno garantito la libertà di navigazione nelle acque dell’Oceano.

 

milena gabanelli su taiwan 11

Una politica che ha permesso lo sviluppo di molti Paesi asiatici: dalla stessa Cina a Taiwan, Corea del Sud, Malesia, Thailandia e più recentemente il Vietnam. In più Washington ha lanciato negli ultimi anni la strategia dell’«Indo-Pacifico Libero e Aperto», al fine di organizzare buona parte dei Paesi che si affacciano sui due oceani su posizioni di contrasto all’influenza di Pechino. Se la Cina prendesse Taiwan con la forza, sarebbe la fine dell’egemonia statunitense sui mari.

 

Il centro dei semiconduttori

microchip

Taiwan, poi, non è solo importante dal punto di vista geopolitico. È una tappa centrale delle catene internazionali di fornitura e di creazione del valore. Con meno di 24 milioni di abitanti è attorno alle posizioni 20-22 nella classifica delle economie stilata in base al Pil: 841 miliardi di dollari nel 2022, secondo le stime del Fondo monetario internazionale. Con un Pil pro capite, a parità di potere d’acquisto, pari a oltre 65 mila dollari l’anno (l’Italia è sotto ai 50 mila).

 

L’isola è di gran lunga il maggior produttore mondiale di microchip, indispensabili in gran parte dell’industria non solo quella dei computer e dei telefoni, ma in qualsiasi prodotto che abbia un contenuto elettronico e digitale. La stima è che Taiwan produca il 60% dei microchip realizzati nel mondo, con la sua Tsmc (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company) che da sola copre più di metà del mercato globale.

 

milena gabanelli su taiwan 13

Ciò ne fa un Paese chiave nell’economia del mondo. Esporta anche acciaio e yacht, ha una flotta di pescherecci tra le maggiori al mondo, Google ha scelto la contea di Changhua, proprio di fronte alle coste della Cina, per il suo data center maggiore d’Asia.

 

Guerra o blocco dei porti?

Fino a poco tempo fa la propaganda cinese nell’isola proponeva ai taiwanesi una soluzione stile Hong Kong: «Un paese, due sistemi». Xi ha però messo una pietra sopra ai «due sistemi» della ex colonia britannica e, dunque, questa soluzione per Taipei è svanita. Sul modo di prendere Taiwan in Cina il dibattito è sempre più intenso.

 

milena gabanelli su taiwan 14

Per ora, dicono gli osservatori, Xi e il partito non hanno ancora deciso a favore dell’azione militare, obiettivamente rischiosa. Una variante potrebbe essere il blocco dei porti e degli aeroporti dell’isola. Aggressione meno violenta, ma che creerebbe problemi enormi per le forniture globali di microchip.

 

milena gabanelli su taiwan 2

Gli Stati Uniti si preparano, per parte loro, ai diversi scenari. Nel marzo del 2021 l’ammiraglio americano (oggi in pensione) che ha comandato le forze Usa nell’Indo-Pacifico fino all’anno scorso, Phil Davidson, ha detto al Comitato per i servizi armati del Senato di Washington di ritenere che un attacco cinese a Taiwan si potrebbe «manifestare nei prossimi sei anni». Ad accelerare i tempi ci ha pensato Putin invadendo l’Ucraina.

 

Il test è l’Ucraina

milena gabanelli su taiwan 3

Come vanno le cose a Kyiv è materia di grande studio a Pechino come a Taipei: osservare il genere di difesa che stanno utilizzando gli ucraini è una lezione per l’eventuale attaccante e per chi si deve difendere. Il governo e le forze armate di Taiwan, in stretto contatto con gli americani, stanno modificando le strategie di difesa, soprattutto in direzione di una strategia detta del porcospino, cioè unità militari decentrate e armate con mezzi sofisticati per respingere un invasore molto più potente.

 

milena gabanelli su taiwan 6

Certamente per la Cina la guerra è un test per capire fin dove arriva la volontà degli Stati Uniti e dei Paesi democratici di opporsi alle aggressioni e alle rivendicazioni territoriali dei regimi autoritari.

 

storiascontromilena gabanelli su taiwan 12

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO