fuksas nuvola bassanini

UNA PERIZIA CHE È UNA DELIZIA (PER GLI AVVOCATI) - LA NUVOLA DI FUKSAS COSTERÀ ALLE CASSE PUBBLICHE 54 MILIONI DI EURO IN PIÙ. TUTTA COLPA DELLA CAUSA INTENTATA DA “CONDOTTE” CONTRO EUR SPA, CHE AVEVA CHIESTO 202 MILIONI DI DANNI SU UN APPALTO DA 221 MILIONI, ACCUSANDO RITARDI BUROCRATICI ECCESSIVI - CHI PRESIEDE IL CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA DI CONDOTTE? L’INTRAMONTABILE BASSANINI…

1. LA PERIZIA CHE AGGIUNGE 54 MILIONI

Sergio Rizzo per il Corriere della Sera

 

NUVOLA DI FUKSASNUVOLA DI FUKSAS

Curioso Paese, il nostro, dove le opere pubbliche danno più lavoro agli avvocati che agli ingegneri. E nel quale rende più una sentenza del tribunale che anni di cantiere e sudore degli operai. Il nuovo centro congressi di Roma protagonista di infinite polemiche rischia di esserne un fulgido esempio.

 

I periti del tribunale civile hanno infatti concluso che la società pubblica Eur spa (90% Tesoro, 10% Campidoglio) dovrebbe all' impresa appaltatrice Condotte altri 54 milioni di euro. Cifra che farebbe salire a 407 milioni il costo complessivo sostenuto dalle casse pubbliche per la Nuvola progettata da Massimiliano Fuksas. La cosa ha origine in una causa intentata da Condotte al committente Eur spa, con una richiesta astronomica: 202 milioni, cifra prossima all' importo originario dell' aggiudicazione dei lavori, pari a 221 milioni. Le motivazioni?

renzi e fuksas alla nuvolarenzi e fuksas alla nuvola

 

I ritardi dovuti alle lentezze comunali, gli interessi finanziari sopportati di conseguenza e certi presunti problemi progettuali. Chiamati a esprimersi sulla pretesa, i periti del tribunale hanno concluso che la somma dovuta ammonta a 54 milioni. Su questa valutazione si dovranno ora esprimere i giudici civili di Roma a cui è stato affidato il contenzioso. Con l' unica certezza che giudicandola fondata il costo della Nuvola, ora stimato in 353 milioni (fra appalto, varianti e oneri vari) supererà di slancio quota 400.

 

Senza contare i soldini necessari per riparare a un problemuccio scoperto qualche settimana fa. E cioè che la Nuvola non è stata costruita dov' era previsto, ma due metri più in là. Così mangiandosi un pezzo di strada. Altra possibile cau-sa: e lavoro, ancora, per gli avvocati.

 

 

2. NUVOLA, CONTI IN ORBITA PER UNA CAUSA

linda lanzillotta col marito franco bassaninilinda lanzillotta col marito franco bassanini

Sergio Rizzo per il Corriere della Sera - Roma

 

L' uno-due è micidiale. Prima la scoperta che la Nuvola di Fuksas non è stata costruita dov' era previsto, ma due metri più avanti. E ora arriva la seconda, tragica rivelazione: che la società per azioni pubblica Eur, controllata al 90 per cento dal Tesoro dello stato italiano, potrebbe essere costretta a pagare al costruttore Condotte altri 54 (cinquantaquattro) milioni di euro.

 

Con il risultato di mandare ancora più in orbita, grazie a quel salasso supplementare capitato fra capo e collo, il costo sostenuto per il nuovo centro Congressi di Roma. Che schizzerebbe così oltre i 400 milioni: per l' esattezza, 407. E senza considerare annessi e connessi. Ovvero, le spese legali, e le somme necessarie per risolvere quel famoso problema dei due metri rubati alla strada.

 

Forse poca roba, rispetto al resto. Ma in questa situazione anche un euro in più rischia di essere un problema serio. Impossibile, a questo proposito, dimenticare le polemiche sui costi dell' operazione innescate dalla stessa sindaca di Roma Virginia Raggi alla cerimonia d' inaugurazione della Nuvola in diretta televisiva, sette mesi fa.

 

NUVOLA FUKSASNUVOLA FUKSAS

Anche se questa nuova grana è un classico dell' orrore per le opere pubbliche made in Italy, che com' è noto danno più lavoro agli studi legali che a quelli di architettura e ingegneria. Succede che un bel giorno Condotte innesca un contenzioso legale con il committente Eur spa, avanzando riserve per 202 milioni di euro.

Un contenzioso che finisce inevitabilmente davanti al giudice, dopo che la società pubblica ha deciso di evitare il solito arbitrato.

 

La cifra è enorme, addirittura paragonabile all' importo dell' appalto (221 milioni) aggiudicato a quell' impresa con un ribasso temerario di ben 50 milioni, poi rientrati in parte con qualche variante e un accordo bonario per chiudere certe antiche pendenze. Totale: 260 milioni. Che sommati al costo delle opere complementari, alle spese di progettazione e a oneri vari ha portato finora il costo netto della Nuvola progettata dall' architetto Massimiliano Fuksas a 353 milioni.

 

E adesso ecco un' altra bolletta inattesa e salatissima, capace di aggiungere ulteriore travaglio a un' opera mai così travagliata.

I diciotto anni impiegati per arrivare al parto dello scorso ottobre sono stati punteggiati da ogni genere di follia. Con poche e modeste consolazioni, se vogliamo prescindere dalla per nulla scontata conclusione dei lavori. Come quell' intervento dell' autorità di vigilanza che ha bloccato un collaudo da 1,2 milioni già per metà destinato all' ex provveditore delle opere pubbliche Angelo Balducci, in seguito protagonista dello scandalo degli appalti della cosiddetta Cricca dei Grandi eventi affidati alla ex Protezione civile.

Angelo Balducci Angelo Balducci

 

I 54 milioni sono la stima contenuta nella consulenza tecnica del tribunale civile di Roma che ha il compito di emettere la sentenza sulla causa intentata da Condotte nei confronti di Eur spa. E per quanto rappresenti un esborso ben inferiore alle pretese iniziali dell' impresa appaltante, rischia di essere un salasso insostenibile per una società pubblica ripresa a caro prezzo per i capelli dal dissesto in cui era piombata, e che ne aveva davvero viste di tutti i colori.

 

Compreso il passaggio al vertice di un signore in seguito condannato in primo grado per tentata estorsione.

Le contestazioni di Condotte sono di tre ordini diversi. Ce n' è una strettamente finanziaria: gli interessi che l' impresa avrebbe dovuto sostenere anche a causa dei ritardi che l' opera ha subito.

 

Fuksas davanti alla NuvolaFuksas davanti alla Nuvola

Ce n' è poi una che riguarda la burocrazia, perché quei ritardi sarebbero imputabili fra l' altro al lasso di tempo inconcepibile (tre anni!) che il Comune di Roma si è preso per concedere i permessi a una società di cui peraltro è anche azionista (possiede il 10 per cento di Eur spa), e che comunque li ha pagati 9 milioni e mezzo. E ce n' è una terza squisitamente tecnica: ha a che fare con presunti problemi legati alla progettazione.

Ora non resta che attendere la sentenza. Ma se il buongiorno si vede dal mattino...

 

alemanno nuvola fuksas alemanno nuvola fuksas

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…