putin assad obama cameron

FATE LARGO CHE ARRIVA PUTIN - MENTRE OBAMA DICE: ''COMBATTIAMO L'ISIS CON LE IDEE'', E IL 'NY TIMES' LO BOLLA COME 'FUTILE', IL PARLAMENTO RUSSO APPROVA L'INTERVENTO AEREO IN SIRIA - NONOSTANTE LA DIFESA DI IRAN E RUSSIA, ASSAD VIVE NELL'INCUBO DI ESSERE FATTO FUORI

 

1.VIDEO - OBAMA: COMBATTIAMO L'ISIS CON LE IDEE, NON SOLO CON LE ARMI

 

 

2.ISIS: RUSSIA, SÌ PARLAMENTO A INTERVENTO IN SIRIA

 (ANSA) - Il Parlamento russo ha approvato l'uso delle truppe in Siria come richiesto dal presidente Putin. Lo riferisce Russia Today. La richiesta si riferiva all'uso delle forze armate in Siria per combattere il terrorismo su richiesta del presidente siriano Assad.

 

PUTIN ASSADPUTIN ASSAD

 

3.CREMLINO, USEREMO SOLO FORZE AEREE IN SIRIA

 (ANSA) - La Russia userà solo forze aeree in Siria. Lo ha detto il capo dell'amministrazione presidenziale, Serghiei Ivanov, citato dall'agenzia Tass. L'ultima volta che Putin ha chiesto al Senato russo il permesso di inviare truppe all'estero e' stato nel marzo del 2014 poco prima dell'annessione della Crimea. Durante la seduta odierna del Senato - riporta l'agenzia Tass - la richiesta è stata presentata ai parlamentari dal capo dell'amministrazione presidenziale Serghiei Ivanov, dal vice ministro degli Esteri Mikhail Bogdanov e dal vice ministro della Difesa Nikolai Pankov.

 

 

4.SPARTIZIONE DELLA SIRIA E NEGOZIATI - COSÌ PUTIN COSTRUISCE LA SUA AGENDA

Maurizio Molinari per “la Stampa

 

militari russi posano con foto di putin e assadmilitari russi posano con foto di putin e assad

Rafforzata dal successo, politico e personale, di Vladimir Putin all’Onu, la diplomazia russa lavora a pieno regime per far debuttare in ottobre il nuovo Gruppo di Contatto sulla Siria. Ciò significa dover sciogliere in tempi stretti nodi assai difficili.

 

LE PROSSIME TAPPE

Putin è convinto che la soluzione della guerra passa attraverso un accordo fra Teheran e Riad, i grandi rivali strategici del Golfo, rispettivi leader del fronte sciita e sunnita. Poiché Teheran condivide con Putin la difesa di Assad, il Cremlino deve creare un rapporto di fiducia con Riad. «Costruire un ponte fra Iran e Arabia Saudita è il compito più difficile - spiega Alexei Malashenko, esperto di Medioriente al Carnegie Center di Mosca - e Putin vuole riuscire facendo presente il caos che scaturirebbe dalla cattura di Damasco da parte di Isis».

 

Consapevole che è la sorte di Assad a dividere iraniani e sauditi, Putin punta sul comune timore per l’espansione del Califfato. Fra le carte da giocare, ha il rapporto di fiducia con Muhammed Bin Nayef, principe ereditario ed ex ministro della Difesa, su cui scommette per coinvolgere re Salman. Sono fonti diplomatiche vicine a Mikhail Bogdanov, il viceministro degli Esteri russo che guida l’iniziativa sul Gruppo di Contatto, a suggerire che per avvicinare Teheran e Riad potrebbe spuntare una «spartizione della Siria» facendo sopravvivere il regime di Assad solo sulla costa alawita, dove ci sono le basi russe, per consentire l’intesa sulla transizione a Damasco.

OBAMA E PUTINOBAMA E PUTIN

 

L’AGENDA DEGLI EUROPEI

L’accelerazione russa solleva perplessità a Bruxelles in quanto non include al momento Paesi europei e perché i ministri Ue hanno ipotizzato che a gestire la Siria sia un Gruppo di Contatto con formato «5+1» ovvero composto da Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna più la Germania come avvenuto sull’Iran. Il ministro russo Sergei Lavrov ha incontrato ieri a New York Federica Mogherini, «ministro degli Esteri» Ue, e si è discusso di questo. I dubbi Ue sull’iniziativa russa riguardano inoltre la necessità che avvenga sotto l’egida dell’Onu.

 

CHI PARLA CON I RIBELLI?

C’è poi la questione dei ribelli. Alla Conferenza «Ginevra II» sulla Siria, nel gennaio 2014, la delegazione dell’opposizione era guidata da esponenti filo-occidentali che ora, sul terreno, contano assai meno dell’«Esercito della Conquista» islamico, sostenuto da Riad ed Ankara. Senza contare che i gruppi armati sono almeno 5000.

 

OBAMA E PUTINOBAMA E PUTIN

Da qui il nodo su quali gruppi invitare, anche perché l’«Esercito della Conquista» in alcune aree opera assieme ad Al Nusra, emanazione di Al Qaeda. Avere attorno al tavolo i gruppi islamici non-Isis è d’altra parte incompatibile con esponenti del regime di Assad.

 

Ce n’è abbastanza per mettere a dura prova gli sforzi del Cremlino che vogliono non solo riuscire a definire i dettagli tecnici del Gruppo di Contatto - chi ne farà parte e con quale compito - ma ipotizzano anche una «riunione fra leader ribelli» a Mosca entro fine anno. Le difficoltà russe consentono al presidente americano, Barack Obama, di giocare di rimessa.

 

OBAMA E PUTINOBAMA E PUTIN

Incontrando i Paesi della coalizione anti-Isis alla Conferenza contro il terrorismo, tenutasi a New York, ha parlato di «risultati importanti contro il nemico comune» ribadendo che «Assad non è la persona che può realizzare la transizione». Il presidente ha quindi detto che ormai i terroristi «sono circondati, li sconfiggeremo».

 

  1. ASSAD ORA VIVE SOTTO ASSEDIO CON L’INCUBO DI ESSERE TRADITO

Maurizio Molinari per “la Stampa

 

OBAMA E PUTINOBAMA E PUTIN

Rinchiuso nei suoi palazzi e minacciato dall’avanzata di Isis nelle periferie di Damasco, Bashar Assad vede nell’iniziativa del Cremlino per salvarlo un’arma a doppio taglio: può risuscitarlo politicamente ma anche costargli la vita, armando la mano di possibili traditori intenzionali a sacrificarlo per salvare il regime.

 

A suggerire quanto sta avvenendo dentro ciò che resta del Baath è l’accentramento di potere di Maher Assad, fratello del raiss, alla guida dei reparti di fedelissimi che ancora sorreggono il regime: la IV divisione corazzata, la Guardia Repubblicana e la «Shabiha», ovvero le milizie popolari create - su suggerimento di Teheran - con gruppi etnici favorevoli a Bashar per aggredire ovunque la popolazione civile che sostiene i ribelli.

 

Il fratello Maher

monica maggioni intervista bashar al assad monica maggioni intervista bashar al assad

Carattere brutale e spietato con i nemici, il 48enne Maher è stato bersagliato da attentati - in uno avrebbe perso la gamba sinistra - ma è rimasto l’unico vero garante della sicurezza del raiss dopo la morte in un attentato, lo scorso luglio, di Mohammed Nasif Kheirbek, ritenuto il regista della repressione violenta delle proteste del febbraio 2011.

 

La scelta di concentrare nelle mani di Maher la sicurezza propria e della sua famiglia, tradisce il timore di Assad di essere ucciso, in un attentato o da una congiura di palazzo. Ecco perché vive nascosto nei suoi bunker. Il pericolo del tradimento nasce dalla convergenza di eventi, militari e diplomatici. Sul terreno, a Damasco, i jihadisti del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi alla fine di agosto sono penetrati ad Asali, nel quartiere meridionale di Qadam, riuscendo ad avanzare da al-Hajar al-Aswad dove si sono insediati nel luglio 2014. Sebbene il tentativo di catturare il campo profughi palestinese di Yarmuk sia - per ora - fallito, la presenza di Isis dentro il perimetro della capitale evidenzia la vulnerabilità del regime.

monica maggioni intervista bashar al assad monica maggioni intervista bashar al assad

 

L’arrivo delle forze russe a Tartus, Latakia e Hama è dunque ossigeno prezioso per il Raiss - anche perché Teheran ha fatto coincidere una nuova linea di credito per 1 miliardo di dollari - consentendogli di sperare che il Cremlino manderà le truppe a Damasco, se necessario.

 

Ma se l’iniziativa militare russa lo rassicura, quella diplomatica suggerisce l’aumento del pericolo di tradimenti interni: chi a Damasco vuole salvare il regime liberandosi di Assad potrebbe sfruttare questa fase per compiere un omicidio politico capace di sbloccare la trattativa fra potenze sulla fine della guerra civile siriana. Ciò significa che Assad non può fidarsi davvero di nessuno, neanche di coloro che professano di essere i suoi alleati più stretti.

BASHAR ASSAD BASHAR ASSAD

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”