SE NON MONTI ADESSO, SMONTI - OBAMA, MERKEL E I PALAZZI APOSTOLICI NON VOGLIONO RITROVARSI UN CULATELLO QUALSIASI O UN PIERFURBY DE-CUFFARIZZATO A PALAZZO CHIGI E STANNO SPINGENDO MONTI A CANDIDARSI - I SENZA VOTO, DA RICCARDI A MONTEZEMOLO, GLI OFFRIREBBERO IN DOTE LA GUIDA DEL LISTONE ”ITALIA CIVICA” - TRA IL PORCELLUM E LE INSOFFERENZE CRESCENTI DI PDL E PD, I POTERI FORTI TEMONO DI VEDER SALTARE IL MONTI-BIS…

Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

Prende forma la galassia cattolica che, da Riccardi alle Acli, passando per Montezemolo, è pronta a offrire un ruolo da leader al presidente del Consiglio Mario Monti. Il Professore non esclude più di candidarsi nel 2013. Ma rimane incerta la data del voto, anche se Bersani e Casini si dicono disposti ad anticipare rispetto ad aprile ma «a patto che si faccia la riforma elettorale».

E il segretario pdl Alfano ribadisce che è «una follia» un appuntamento per le regionali e uno per le politiche. In viaggio "Verso la terza Repubblica", ma per portare fin lì Mario Monti e riaffidare a lui la guida del governo, versione 2013. Montezemolo e il ministro Riccardi, il leader Cisl Bonanni e il presidente delle Acli Olivero, il presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai.

E con loro, in rampa di lancio, tutta una galassia dall'imprinting smaccatamente, volutamente cattolico. Dopo tante chiacchiere partono per davvero: domani a Roma la convention che trasformerà il movimento in partito, "Italia civica" il nome ipotizzato. Il presidente del Consiglio se ne terrà per ora lontano, ma solo fisicamente. Il cantiere è tenuto adesso sotto stretta osservazione da Palazzo Chigi.

Lo scenario è mutato, il Professore guarda con interesse nuovo alla prospettiva di un proseguimento dell'esperienza di governo, non più da tecnico. E il contenitore che prenderà corpo nelle prossime ore appare costruito su misura. Dal premier i promotori non si attendono certo outing, se non un minuto dopo la chiusura del mandato governativo. Il Professore non si prepara certo a candidarsi semplicemente per un seggio in Parlamento, spiega chi gli ha parlato in questi giorni: il suo titolo di senatore a vita gli risparmia questo passaggio.

Ma lo scioglimento della riserva equivarrà ad accettare il ruolo di capo politico di una "lista per Monti". E dunque di candidato premier. La nuova creatura politica sarà cosa diversa e distinta dalla "Lista per l'Italia" di Fini e Casini, pur convergenti sull'obiettivo finale, ed è funzionale alla mission. Molti segnali del resto convergono da giorni in quella direzione.

Una decisione definitiva non è stata ancora adottata, ma adesso Monti ha iniziato concretamente a valutare la possibilità di un intervento più diretto in politica non più dopo, ma prima del voto. La scorsa settimana il Professore ha tenuto una riunione ristretta. Qualcosa di più di un incontro conviviale, alla luce di un passaggio che sarebbe delicato sotto il profilo personale, prima ancora che professionale. Il fatto è che a quel passaggio - raccontano - Monti si sente ormai condotto, al di là della sua volontà iniziale.

Il presidente Barack Obama, appena confermato alla Casa Bianca, gli avrebbe espressamente chiesto di accettare la sfida, quando pochi giorni fa si sono sentiti in occasione del colloquio per le congratulazioni. Non da ora l'amministrazione di Washington considera strategica per l'intero scacchiere europeo la permanenza in carica del premier italiano.

Tra Palazzo Chigi e l'ambasciata americana a Roma guidata da David Thorne il filo è diretto e costante. Ma non è stata meno insistente, negli ultimi mesi, la moral suasion
che la cancelliera tedesca Angela Merkel avrebbe condotto sul collega. In
Italia - a fronte delle ostilità "antimonti" ostentate dal Pdl berlusconiano e da un Pd bersaniano che sogna di conquistare la premiership - la conferma dell'ex presidente della Bocconi gode del placet dei Palazzi Apostolici.

La lista pro Monti che prenderà il largo domani, sulla scia di Todi 2 e cantieri cattolici vari, raccoglierà di certo, a quanto raccontano nella Curia romana, il consenso della Segreteria di Stato guidata da Bertone. Ecco, rispetto a una platea così affollata e pressante, Monti avrebbe giudicato non "morale" limitarsi ad aspettare di essere chiamato da riserva della Repubblica dopo il voto, alla luce della impossibilità eventuale di dar vita a un esecutivo politico. Non basta dare solo il "placet" alla Lista Riccardi-Montezemolo.

Nel suo atteso intervento, proprio il fondatore di "ItaliaFutura" domani farà un chiaro richiamo alla necessità che l'agenda Monti abbia un più ampio respiro nei prossimi cinque anni. Ma saranno «elezioni dal valore storico e ho deciso di dare un contributo senza rivendicare ruoli» ha anticipato ieri.

Certo, il fatto che le conclusioni della convention saranno affidate al ministro Riccardi, tra i più vicini al premier, non è lasciato al caso. Bonanni sederà in prima fila senza intervenire, per ora, ma solo per via delle vertenze ancora in corso tra la Cisl e Palazzo Chigi. Ma l'adesione è piena. Nessun leader politico invitato, se non pochi e trasversali parlamentari cattolici di seconda fila. Casini e Fini, per intendersi, non ci saranno.

Le scintille non mancano. «Non è che Olivero sale sul tetto di un macchina con Montezemolo e fa un partito - è sbottato il leader Udc - Non servono personalismi, uomini della provvidenza o restayling ma serietà».

Ultimo, ennesimo affondo. Per non dire di Rosy Bindi, che l'ha bollata come una «operazione di vertice, un cavallo di Troia per Monti». Un sondaggio della Swg per i Cristiano sociali attesta già di un 9,7 per cento tra i cattolici praticanti la lista Riccardi-Montezemolo- Bonanni pro Monti premier. In platea, i pochi politici invitati (Tonini, Ceccanti, D'Ubaldo, Garofani del Pd, i capigruppo Udc D'Alia e Galletti, la Destro e Rossi già con Montezemolo, la finiana Bongiorno) saranno nelle retrovie e sparsi. Porte chiuse o quasi per i tanti pidiellini che da giorni pressano per un invito.

 

 

VIGNETTA MANNELLI - MONTI E COME LO SMONTIVIGNETTA BENNY DA LIBERO MONTI COME NAPOLEONE VIGNETTA BENNY MONTI MASSONE Riccardi Andrea LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO PIERFERDINANDO CASINI E PIERLUIGI BERSANI RAFFAELE BONANNI Dellai LorenzoOBAMA - MERKEL - MONTI NEL FUMETTO DI SPIDERMANCasini e Fini

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO