OMBRE, SEGRETI, MANINE E DEPISTAGGI: LA RELAZIONE DELL’ANTIMAFIA SULLE STRAGI E’ PIENA DI DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI - TANTA CARTA STRACCIA E QUALCHE BUONA TRACCIA? SONO 318 I FASCICOLI TOP-SECRET - SPUNTA UN APPUNTO DEGLI 007 DEL 28 MAGGIO ’92 (5 GIORNI DOPO LA STRAGE DI CAPACI) - OGGETTO: “PROGETTO DI ATTENTATO IN PERSONA DEL DOTTOR PAOLO BORSELLINO” - IL RUOLO DEL FALSO PENTITO ENZO SCARANTINO…

Attilio Bolzoni e Salvo Palazzolo per "la Repubblica"

È l'archivio dei «non so» e dei «non ricordo», dei silenzi e delle amnesie di quei funzionari dei servizi segreti che hanno indagato sulle uccisioni di Falcone e di Borsellino. È l'archivio dei ciechi, dei muti e dei sordi. L'archivio delle verità sepolte. Sui sopralluoghi a Capaci. Sugli avvistamenti in autostrada prima del 23 maggio 1992. Sul pericolo di attentati futuri. C'è anche il capitolo scabroso del falso pentito Vincenzo Scarantino e del suo depistaggio.

Sono 318 i documenti top secret finiti nella relazione conclusiva della commissione parlamentare antimafia sulle stragi, montagne di carta straccia e poi qualche atto che rivela qua e là tutte le reticenze degli apparati di sicurezza, analisi senza influenza diretta sulle investigazioni e alcuni fogli che dimostrano la memoria corta degli 007 sul campo o al contrario - come nel caso dell'inchiesta taroccata sugli assassini di Paolo Borsellino - una «frenesia» molto sospetta.

Questi documenti - che provengono dall'Aise, l'ex Sismi, il servizio segreto militare, e dall'Aisi, l'ex Sisde, il servizio segreto civile - sono stati richiesti dalla procura di Caltanissetta e dall'Antimafia e ancora oggi sono «coperti». Siamo riusciti a conoscere il contenuto dei più rilevanti, quei pochi con dentro qualche notizia che ha allarmato i magistrati nisseni.

Il presidente Beppe Pisanu ha definito questo materiale «un carteggio piuttosto disomogeneo», il procuratore Sergio Lari nella richiesta di revisione del processo Borsellino li ha giudicati (alcuni) «inquietanti», denunciando «il totale oblio da parte di diversi protagonisti». Cioè i capi dei servizi di stanza in Sicilia nell'estate ‘92.

Dopo vent'anni di misteri, ecco cosa hanno trasmesso sulle loro attività d'indagine.
Un appunto del 25 maggio ‘92, due giorni dopo Capaci, riferisce che la Direzione del Sisde di Roma aveva inviato una squadra a Palermo per un sopralluogo. Da un altro
appunto si deduce che quell'ispezione aveva l'obiettivo «di fare un prelievo di materiale roccioso, da sottoporre a successivo esame chimico esplosivistico».

I risultati della missione sono ancora oggi ignoti. Nessuno ne ha mai saputo nulla. Neanche il vice capo centro del Sisde a Palermo in quegli anni, L. N., che ai magistrati ha risposto: «Fu il generale C., vice direttore pro tempore del nucleo tecnico scientifico,
a inviare dei tecnici subito dopo la strage di Capaci, per effettuare un sopralluogo. Questo invio di tecnici noi lo subimmo, unitamente al capo centro R. e in merito a tale attività non fummo mai messi al corrente dei motivi e dei risultati».

Informativa del 28 maggio 1992 (protocollo 1495/z. 3068) spedita dal centro Sisde di Palermo alla Direzione di Roma. Oggetto: «Progetto di attentato in persona del dottor
Paolo Borsellino». Sono passati solo cinque giorni da Capaci e i servizi avevano già la notizia, da «fonte confidenziale» ben informata, che Cosa Nostra aveva in programma di uccidere il procuratore. Fu mai comunicata questa notizia all'autorità giudiziaria? Sempre il vice capo centro del Sisde di Palermo L. R ai magistrati: «Ritengo sia una nota sviluppata dall'agenzia di Trapani, all'epoca diretta dal dottore G. e nulla so dire in merito».

Nota inviata dal centro Sisde di Palermo alla direzione di Roma il 24 maggio 1992 (protocollo 1445/z. 8448) e con oggetto una telefonata anonima di un camionista, «che riferiva di aver notato la sera del 22 maggio ‘92 un furgone fermo sulla corsia di emergenza» all'altezza dello svincolo di Capaci. Chi aveva telefonato? Qualcuno ha mai indagato? Chi era il camionista? Il 9 dicembre, gli 007 di Palermo acquisiscono un'altra informazione «circa la presenza di due individui sulla carreggiata dell'autostrada Punta Raisi Palermo, il giorno precedente l'attentato di Capaci».

Dal centro Sisde di Palermo parte per la Direzione di Roma la nota (protocollo 3417/z.8448) ma non si conosce a chi altro è stato indirizzato l'avviso. È con molta solerzia invece che dal Sisde vengono fatte arrivare alla magistratura, il 24 maggio e il 4 agosto del 1992, due dettagliate segnalazioni ( protocollo 1446/z.3448 e 2214/z.3068) con le quali s'ipotizzava - su base di mere congetture - il coinvolgimento del clan Madonia nelle stragi Falcone e Borsellino, due note firmate da Bruno Contrada, il coordinatore
del gruppo d'indagine dei Servizi sulle stragi che pochi mesi dopo sarà arrestato per concorso in associazione mafiosa.

Il documento più inquietante resta quello in cui il Sisde di Palermo annuncia alla direzione (protocollo 2298/z. 3068), già il 13 agosto 1992, imminenti novità «circa gli autori del furto della macchina ed il luogo ove la stessa sarebbe stata custodita prima di essere utilizzata nell'attentato». È la vicenda del falso pentito Enzo Scarantino, l'uomo che si è autoaccusato della strage di via D'Amelio trascinando con sé una mezza dozzina di innocenti.

Con un'altra nota (protocollo 2929/z. 3068) il 19 ottobre il centro Sisde informa non solo Roma ma anche la Questura di Caltanissetta sulle parentele mafiose «importanti » di Scarantino. Un falso. Per avvalorare la pista imboccata sul pentito bugiardo.
Scoperto il depistaggio, molti anni dopo i procuratori di Caltanissetta chiederanno conto al capo centro Sisde di Palermo di quelle due note. La risposta di R.: «La firma potrebbe essere la mia».

Poi, precisa di non ricordare bene il contenuto di quelle segnalazioni, «ma escludo di aver acquisito personalmente le informazioni ivi contenute poiché non vantavo all'interno delle strutture investigative territoriali una forza di penetrazione di siffatta portata». Potrebbe. Non vantava. Escludendo. Che sicurezza hanno garantito i servizi di sicurezza a Palermo? Tutto qui il loro archivio sulle stragi?

 

FALCONE E BORSELLINOfalcone borsellinoGiuseppe PisanuCAPACI-L'AUTO DI FALCONEStrage CapaciBRUNO CONTRADA ESCE DAL CARCEREBRUNO CONTRADA NEL 1979LA STRAGE DI VIA D AMELIO IN CUI MORI BORSELLINO Strage via d'Amelio

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)