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1. CHIEDETE A MATTEO ORFINI, PROCONSOLE DI RENZI IN QUEL PD ROMANO TRAVOLTO DA INCHIESTE E SCANDALI, SE DOPO DE GENNARO SI DEVE DIMETTERE ANCHE L’ASSESSORE ALLA LEGALITA’ DEL CAMPIDOGLIO, IL MAGISTRATO ALFONSO SABELLA VOLUTO PROPRIO DAL PD 2. AI TEMPI DEL G8 DI GENOVA L’EX PM SABELLA SOVRINTENDEVA IL CARCERE-LAGER DI BOLZANETO NEL QUALE AVVENNERO BEN PIU’ GRAVI TORTURE DELLA DIAZ. FINI’ SOTTO INCHIESTA E NE USCI’ ASSOLUTAMENTE PULITO, PROPRIO COME DE GENNARO

alfonso sabella assessore alla legalita per ignazio marinoalfonso sabella assessore alla legalita per ignazio marino

Gian Marco Chiocci per Il Tempo

 

Il tiro al piccione su Gianni De Gennaro per i fatti di Genova non ci è mai piaciuto. Men che meno piace oggi che a sparargli alla schiena è Matteo Orfini, il proconsole di Renzi di quel Pd romano travolto dagli scandali e dalle inchieste.

 

ALFONSO SABELLAALFONSO SABELLA

Non ci piace il plotone moralizzatore perché l'ex capo della polizia è stato assolto sulla Diaz in primo grado e in Cassazione in quanto «il fatto non sussiste»; perché nessuno dei suoi sottoposti l’ha tirato in ballo anche solo per schivare la condanna; perché sullo sbirro che piaceva agli americani e meno ad Andreotti sono state dette, scritte e favoleggiate milioni di cose che non hanno trovato riscontro, se non a suo favore: una su tutte la condanna per calunnia di Massimo Ciancimino.

 

Poi ognuno può pensare quel che vuole della disorganizzazione delle forze dell’ordine a Genova, delle violenze nella scuola, del mancato beau gest del Comandante in capo della Polizia che avrebbe dovuto/potuto alzare la mano e dire, «fermi tutti, visto che le cose sono andate così la colpa è comunque mia. Chiedo scusa per gli abusi».

ALFONSO SABELLA ALFONSO SABELLA

 

Altra cosa è lavare la vergogna di Genova con un tweet, come ha fatto Orfini, chiedendo l’allontanamento di De Gennaro dalla presidenza di Finmeccanica nonostante la riconferma di Renzi. Così facendo Orfini rilancia il doppiopesismo del premier, garantista per gli amici suoi indagati al governo, giustizialista per i non amici non indagati nell’esecutivo.

 

alfonso sabella ignazio marinoalfonso sabella ignazio marino

Ragionando alla Orfini-maniera verrebbe da chiedere al commissario politico del Pd e ai compagni di Sel che insieme siedono in giunta con Marino se non sia il caso di chiedere contestualmente le dimissioni del magistrato Alfonso Sabella, assessore alla legalità, che ai tempi del G8 sovrintendeva la caserma carceraria di Bolzaneto oggetto di agghiaccianti racconti e torture ben peggiori di quelle alla Diaz. Sabella, come De Gennaro, poteva non sapere tant’è che ha subito un indagine ed è stato prosciolto. Ecco perché eEntrambi devono restare dove stanno. Orfini, piuttosto, torni da dov’è arrivato.

 

2. IL G8 DI SABELLA

Luca Rocca per il Tempo

violenze nella caserma di bolzanetoviolenze nella caserma di bolzaneto

 

La condanna per tortura che la Corte europea dei diritti umani ha emesso contro l’Italia per il blitz della polizia nella scuola Diaz, quando il G8 di Genova del 2001 era ormai concluso, ha spostato l’attenzione su chi, in quel momento, aveva su di sé la responsabilità maggiore, e cioè Gianni De Gennaro, all’epoca Capo della polizia e oggi presidente di Finmeccanica. Il ragionamento che prende piede è semplice: se è vero che De Gennaro, al processo, venne assolto da ogni accusa, è altrettanto vero che su di lui pesa una «responsabilità oggettiva».

 

caserma di bolzanetocaserma di bolzaneto

Lo scrive Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, gli fa eco Matteo Orfini su Twitter: «Trovo vergognoso – verga il presidente del Partito democratico - che De Gennaro sia presidente di Finmeccanica». C’è però un particolare dimenticato da entrambi e rammentato ieri da Massimo Bordin nella rassegna stampa di Radio Radicale.

 

Genova G8Genova G8

Fra i molti ricorsi pendenti presso il tribunale di Strasburgo, ci sono, infatti, anche quelli per le violenze alla caserma di Bolzaneto. In questo caso, però, la polizia di De Gennaro non c’entra nulla, perché la responsabilità di quanto avvenuto in quel carcere temporaneo era della polizia penitenziaria, e l’operato e il controllo su tutte le attività dell'amministrazione penitenziaria al G8 era in mano all’allora capo del servizio ispettivo del Dap, Alfonso Sabella, attuale assessore alla Legalità del Comune di Roma.

 

bolzaneto sequenza g8 genovabolzaneto sequenza g8 genova

Sabella, ex procuratore antimafia a Palermo, arrivò al Dap nel 1999, quando il suo capo, Gian Carlo Caselli, lo andò a dirigere, e due anni dopo si ritrovò in mano la patata bollente di Genova. Nella caserma di Bolzaneto accaddero fatti per certi versi più gravi di quelli avvenuti alla Diaz, perché le violenze furono perpetrate su manifestanti già arrestati.

 

Al processo messo in piedi per far luce su quei fatti, i pubblici ministeri parlarono di «grave compromissione dei diritti delle persone, ancora più grave perché erano persone detenute, già private della loro libertà personale, che in quella caserma, a prescindere dal comportamento precedente che ve le aveva portate, erano inermi ed impotenti, spesso ferite, quasi sempre spaventate e terrorizzate».

DE GENNARO DE GENNARO

 

E ancora: «In quei giorni a Bolzaneto per i detenuti è stata gravemente offesa la dignità di uomini, la loro libertà fisica e morale». L’elenco degli abusi è lungo: taglio di ciocche di capelli, strappo della mano, capo infilato nella water, obbligo di mettersi a carponi e abbaiare come un cane, pestaggi, colpi sui genitali, minacce di violenze sessuali. Un quadro inquietante che portò gli stessi magistrati a ipotizzare proprio la violazione dell’articolo 3 della Convenzione dei diritti umani, quello chiamato in causa dalla Corte di Strasburgo per la scuola Diaz.

Gianni De GennaroGianni De Gennaro

 

Ma in quei giorni Sabella, investito dalle polemiche, disse: «A Genova l'operato degli agenti penitenziari è stato esemplare», per poi fare un mezzo passo indietro ammettendo che «qualche eccesso o abuso da parte della polizia penitenziaria» c’era stato. Sta di fatto che quando due agenti ammisero di aver visto picchiare alcuni manifestanti, anche Sabella finì sotto inchiesta per abuso d’ufficio e abuso d’autorità sugli arrestati.

DE GENNARO NAPOLITANO AMATO DE GENNARO NAPOLITANO AMATO

 

Sentito in quei giorni dai magistrati, l’ex pm affermò: «Bolzaneto non fu un problema per me fino a quando non lessi i giornali». La sua posizione venne stralciata e i pm chiesero l’archiviazione. Ma il gip, nel concederla, scrisse: «Sabella non adempì con la dovuta scrupolosa diligenza al proprio dovere di controllo che non impedì il verificarsi di eventi che avrebbe dovuto evitare».

 

2giu14 puri purini degennaro vattani2giu14 puri purini degennaro vattani

E ancora: «La situazione complessiva avrebbe consigliato maggiore attenzione e prudenza, una presenza più costante, un controllo più rigoroso. Sarebbe stato opportuno cercar di comprendere ciò che (...) poteva essere almeno intuito (...). Il comportamento di Sabella non fu adeguato alle necessità del momento. Egli fu infatti negligente nell’adempiere al proprio obbligo di controllo, imprudente nell’organizzare il servizio (...), imperito nel porre rimedio alle difficoltà manifestatesi».

de gennaro de gennaro

 

Ma ritenendolo inconsapevole delle vessazioni, il gip lo prosciolse. Per evitare di usare due pesi e due misure, Orfini dovrebbe, dunque, prendere posizione pure su Sabella. Ma l’esponente del Pd, che è anche commissario romano del partito, si può prendere il lusso di chiedere le dimissioni di un assessore di Marino sostenuto anche dai democrat?

 

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