OSTELLINO, NON ROMPERE I MERONI (MASSIMO) - DURA REPLICA DEL MAGISTRATO SUL CASO DEI NASTRI DI FASSINO-CONSORTE

Lettera di Massimo Meroni al Corriere della Sera

Pur essendo consapevole che il Corriere ha già pubblicato tre interventi in ordine alla sentenza del Tribunale di Milano avente a oggetto la pubblicazione su il Giornale della conversazione telefonica intercettata dell'on. Fassino (vicenda cosiddetta Unipol), sono costretto a intervenire ulteriormente in quanto soprattutto il secondo articolo di Piero Ostellino (Corriere, 15 giugno) contiene affermazioni non veritiere e offensive della reputazione dei magistrati che si sono occupati della vicenda, tra cui il sottoscritto, che in qualità di sostituto procuratore della Procura di Milano, aveva condotto le indagini preliminari quasi fino al termine.

Ostellino, rispondendo alla lettera del dott. Magi «Paolo e Silvio Berlusconi non hanno divulgato un segreto d'ufficio bensì hanno pubblicato su un giornale un segreto d'ufficio divulgato da qualcun altro; segreto uscito chissà come da Palazzo di Giustizia e della cui divulgazione io mi preoccuperei», insinua che la Procura si sarebbe volutamente interessata solo della pubblicazione della notizia in quanto a carico dei fratelli Berlusconi e non di chi e come l'abbia fatta pervenire al quotidiano;

dalla lettura degli atti processuali il giornalista avrebbe invece potuto apprendere che era stato accertato che l'ad di Rcs, società incaricata dalla Procura di Milano di effettuare le intercettazioni telefoniche in quel procedimento, e quindi, in tale veste, incaricato di pubblico servizio con possibilità ovviamente di conoscere il contenuto delle conversazioni intercettate, chiedendo in cambio un sostegno al presidente del Consiglio per la positiva conclusione di un affare di Rcs in Romania, aveva fatto ascoltare, grazie alla mediazione di un amico e ex socio di Paolo Berlusconi, la telefonata in questione a Silvio Berlusconi e quindi l'aveva consegnata a Paolo Berlusconi che, in qualità di editore, l'aveva fatta pubblicare su il Giornale.

Ostellino, scrivendo «azzardo un altro giudizio personale: che ci sia segreto d'ufficio e segreto d'ufficio a seconda di chi ne trae profitto ... non mi risulta che organi di stampa specializzati nel pubblicare segreti d'ufficio usciti, chissà come, da Palazzo di Giustizia, e dannosi per la reputazione di Silvio Berlusconi siano stati condannati come lo sono stati Paolo e Silvio Berlusconi; a me questa differenza tra i segreti d'ufficio ricorda i processi staliniani degli anni Trenta», insinua che la Procura e in particolare il sottoscritto (che, come detto, aveva condotto buona parte delle indagini preliminari) si comportino diversamente a seconda di chi siano le persone danneggiate dal reato di rivelazione di segreto d'ufficio;

premesso innanzi tutto che il procedimento in questione non è stato ovviamente aperto d'ufficio ma, come risulta chiaramente dagli atti processuali, è stato aperto solo dopo che il suddetto amico di Paolo Berlusconi, al quale, a suo dire, erano state promesse ricompense per il favore fatto a Silvio Berlusconi, non avendo ricevuto nulla e trovandosi in difficoltà finanziaria, ha dapprima cercato di ricattare, attraverso l'avv. Ghedini, Silvio Berlusconi e poi, non avendo ottenuto nulla, ha cercato di vendere la notizia innanzi tutto a giornalisti di quotidiani ritenuti a quello ostili

(Il Fatto Quotidiano e L'Unità), che però nulla hanno pagato e nulla hanno pubblicato, e quindi a un parlamentare (individuato quale avversario politico di Silvio Berlusconi), il quale ha correttamente presentato un esposto alla Procura di Milano, è evidente quindi che a fronte di una comunicazione di notizia di reato così precisa e circostanziata la Procura (in questo caso io, visto che il procedimento era stato assegnato a me) non avrebbe certo potuto archiviare l'esposto;

inoltre l'affermazione che presunte rivelazioni di segreto d'ufficio in danno di Silvio Berlusconi non siano state perseguite, per essere credibile, dovrebbe essere precisata, si dovrebbe cioè indicare a quali specifici fatti si riferisce: solo così si potrebbe verificare se in questi casi la Procura è stata effettivamente colpevolmente inerte;

per quanto mi riguarda, quello in questione è l'unico caso di rivelazione di segreto d'ufficio di cui mi sia capitato di occuparmi, quindi non posso certo essere accusato, come Ostellino indirettamente fa, di aver usato due pesi e due misure così da giustificare la gravissima conclusione che «questa differenza tra i segreti d'ufficio ricorda i processi staliniani degli anni Trenta».

 

PIERO OSTELLINO - Copyright PizziMassimo Meroni d f cc medium PIERO OSTELLINO - Copyright PizziMassimo Meroni omicidio yara gambirasio le del procuratore capo massimo meroni le di giangavino sulas su oggi fassino sfondo consorte da IlSole24OrePaolo e Silvio Berlusconi

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...