padoan chance giardiniere

PADOAN SNOCCIOLA BANALITA' COME CHANCE, IL MAGGIORDOMO DI “OLTRE IL GIARDINO”: “SOTTO ELEZIONI DIFFICILI I CAMBIAMENTI”, “ATTENZIONE AL GIUDIZIO DEI MERCATI”, “SE DRAGHI SI FERMA, TASSI D’INTERESSE PIU’ ALTI”, “LA LEGISLATURA SCADE A FEBBRAIO” – SU TUTTE QUESTE PILLOLE DI SAGGEZZA, UN RISCHIO: COL VOTO ANTICIPATO RESTO DISOCCUPATO

 

Roberto Petrini per la Repubblica

 

PADOAN GENTILONI1PADOAN GENTILONI1

Dopo l' offensiva del partito del voto, la reazione. Lo scatto in avanti di Renzi per andare alle urne in autunno e l' intesa sul sistema elettorale hanno tenuto la scena politica per tutto il fine settimana, riscaldando i mercati che ieri si sono presi una pausa: lo spread ha chiuso a quota 187 e la Borsa è rimasta stabile.

 

Ma Paolo Gentiloni ha sentito il bisogno di inviare messaggi rassicuranti: «Il governo è nella pienezza dei poteri e intende mantenere gli impegni», ha sottolineato il premier. Ma gli occhi sono rimasti puntati sul ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan, uomo- chiave della vicenda istituzionale: l' obiezione più diffusa alle elezioni anticipate è infatti quella sovrapposizione di voto e manovra con il rischio di innescare la speculazione.

renzi padoan gentilonirenzi padoan gentiloni

 

E ieri Padoan, senza alcun riferimento diretto, ha fatto capire a chi ascoltava che le elezioni hanno molte controindicazioni: del resto più volte, nelle ultime settimane, ad ogni domanda sul voto aveva replicato che la «legislatura scade a febbraio del prossimo anno». Ma stavolta il ministro, mentre sono oggettivamente in pericolo il faticoso equilibrio dei conti e il difficile negoziato con Bruxelles, ha lanciato un monito seppure collocato in un discorso sulle nuove regole europee: «Per un Paese come l' Italia la politica economica e di bilancio è guidata certamente dalle regole europee ma anche da come reagiscono i mercati ».

ENRICO LETTAENRICO LETTA

 

L' altro ostacolo - Padoan vi ha fatto cenno durante l' incontro organizzato dall' Arel-Istituto Delors guardando allo scenario europeo - è l' ulteriore rallentamento del processo di riforma: «Sotto ciclo elettorale, in Italia come in altri paesi, è molto difficile fare i cambiamenti». Terza questione di merito: l' effetto sull' Italia dell' esaurimento, previsto dal 2018, del quantitative easing (l' acquisto di titoli pubblici da parte della Bce) di Draghi che assicura tassi bassi alla Penisola.

PADOANPADOAN

 

Padoan non lo considera un passaggio scontato: «Ci saranno tassi d' interesse più alti, ma il mondo del post-Qe dipende da noi e va gestito, sarebbe un errore subire l' uscita », dice il ministro e il momento cruciale per la "gestione" è considerato dagli osservatori la prossima legge di Bilancio. Padoan naturalmente non entra sul questione delle elezioni, ma certo chi ascolta i suoi argomenti e li mette in fila si convince che in autunno sarebbe bene avere un governo nella pienezza dei poteri.

 

La sintesi degli umori del ministro - qualora sia interpretabile sgorga in una battuta all' esordio del suo intervento, accanto ad Enrico Letta al quale stringe calorosamente la mano: descrive la sua partecipazione al convegno come una pausa di una attività «non esattamente tranquilla». Ed estrae un piccolo sassolino dalla scarpa: «Quando cito i manuali mi sento dire che non sono un politico ».

 

VISCO DRAGHIVISCO DRAGHI

Del resto per il governo Gentiloni- Padoan, in caso di elezioni anticipate, oltre al rischio di lasciare la manovra in eredità alla successiva e incerta maggioranza, c' è quello dell' esercizio provvisorio se non si riuscirà ad approvare la legge di Bilancio entro il 31 dicembre. In questo caso a gennaio scatterebbe l' aumento dell' Iva al 25%: il costo per scongiurare il rincaro è di 15,8 miliardi (ridotto dopo che la manovrina sulla quale ieri il governo ha posto la fiducia alla Camera ha già parzialmente sterilizzato la misura per circa 4 miliardi).

inchino padoaninchino padoan

 

L' idea coltivata all' interno del governo, in caso di voto anticipato, è di far slittare di tre mesi la clausola di salvaguardia. «Non faremo scattare le clausole », ha confermato ieri il viceministro dell' Economia Morando. Ma il compito di trovare 15,8 miliardi di tagli o di riallacciare il già avviato negoziato con Bruxelles per avere uno sconto sul deficit, finirebbe nelle mani del nuovo governo e sarebbe sotto il segno dell' incertezza.

 

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