leon panetta

“PAGHEREMO UN PREZZO: L'AFGHANISTAN POTREBBE DIVENTARE UN SANTUARIO SICURO PER I TERRORISTI” - LEON PANETTA, EX CAPO DELLA CIA: “ORA SARÀ MOLTO PIÙ DIFFICILE IMPEDIRE CHE I GRUPPI TERRORISTICI SI RIFORMINO O CHE SVILUPPINO PIANI CHE POTREBBERO TRASFORMARSI IN ATTACCHI ALL'ESTERO. NON HO DUBBI CHE IL PAKISTAN ABBIA AIUTATO I TALEBANI - UNA VOLTA DECISO IL RITIRO DEI MILITARI TUTTI SI SONO FOCALIZZATI SUL RITIRO, TAGLIANDO ANCHE IL SUPPORTO AEREO ALL'ESERCITO AFGHANO: ERA CHIARO CHE I MILITARI LOCALI NON AVEVANO L'APPOGGIO NECESSARIO PER CONTRASTARE I TALEBANI…”

Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

leon panetta

Cinque giorni prima della caduta di Kabul, le stime dell'intelligence dicevano che ci sarebbero voluti 30 o forse 90 giorni. C'è stato un fallimento dell'intelligence oppure il presidente Joe Biden e il suo team hanno sottovalutato le previsioni?

«Quando scoppia il caos, ci sono sempre accuse reciproche - dice Leon Panetta, ex capo della Cia e poi segretario della Difesa sotto Obama -. Nessuno è il padre del caos, mentre ognuno vuole essere il padre del successo. C'è stato un fallimento nell'anticipare e fornire l'intelligence da parte dei servizi sia militari che civili: non hanno capito quanto rapidamente si stessero muovendo i talebani e come il governo afghano fosse sull'orlo del collasso. L'intelligence iniziale diceva 8-9 mesi, poi si pensava che la caduta potesse avvenire in autunno...»

joe biden discorso dopo il ritiro dall afghanistan

 

Il «New York Times» e il «Wall Street Journal» citano fonti secondo cui l'intelligence, inclusa la Cia, avrebbe iniziato a fornire a luglio previsioni sempre più pessimistiche su un imminente collasso delle forze armate, e che questi messaggi non furono recepiti da Biden. Però fonti dell'amministrazione replicano che nessuno di quei rapporti indicava una caduta imminente di Kabul o era «high confidence» (il più alto livello di certezza).

«Non sono sicuro dei termini usati, ma penso che non siano state fornite informazioni precise in modo abbastanza rapido. Ma parte del problema è che, ritirando le truppe, abbiamo perso le fonti stesse che ci fornivano l'intelligence sul terreno.

 

Non c'è dubbio che si sarebbe potuto pianificare meglio l'uscita, per esempio mantenendo una presenza più ampia fino alla fine. In secondo luogo, non ci voleva un genio per capire la situazione: la mia sensazione è che, una volta deciso il ritiro dei militari tutti si siano focalizzati sul ritiro, tagliando anche il supporto aereo all'esercito afghano: era chiaro che i militari locali non avevano l'appoggio necessario per contrastare i talebani, che ne hanno approfittato.

 

joe biden 2

I talebani avevano una buona strategia: da una parte fingevano di negoziare a Doha e sotto Trump hanno raggiunto l'obiettivo di far ritirare le truppe americane entro il 1° maggio. Poi hanno iniziato a pianificare l'operazione e pre-posizionato le armi in Afghanistan, intimidendo e corrompendo i militari afghani e in pochi giorni conquistando una decina di capitali provinciali. Avevano un piano e un'intelligence di cui noi non disponevamo».

 

Ci sono Paesi che li stanno aiutando nella strategia?

«Non ho dubbi che il Pakistan li abbia aiutati».

 

joe biden video riunione sull afghanistan

Pare che per mesi i funzionari dell'intelligence abbiano continuato a fare paragoni tra l'esercito afghano e quello sud-vietnamita. Ci vollero due anni perché quest'ultimo crollasse dopo il ritiro Usa. Gli ottimisti pensavano che gli afghani potessero resistere due anni.

«Penso che sia sempre pericoloso fare paragoni storici, perché si basano su circostanze diverse».

 

Lei era il capo della Cia durante l'operazione che uccise Osama Bin Laden. Se l'intelligence Usa ha fallito nel prevedere la caduta di Kabul, in che modo potrà anticipare le minacce terroristiche in futuro?

JOE BIDEN E LA PRESA DI KABUL DA PARTE DEI TALEBANI - MEME BY EMAN RUS

«La nostra capacità di condurre l'operazione di Bin Laden dipese da un'ottima intelligence e dalla nostra abilità di condurre operazioni militari efficaci non solo in Afghanistan ma anche in quel caso in Pakistan. La lotta al terrorismo in questo Paese è stata storicamente basata su buone fonti sul terreno: afghani e americani che localizzavano gli obiettivi, le nostre forze speciali in grado di prendere gli elicotteri e inseguire il target, contando sulla collaborazione con gli afghani.

 

Il problema con i talebani è che quelle capacità non ci sono più. Sarà molto più difficile ottenerle per colpire Al Qaeda o intervenire nel Paese con gli elicotteri o i droni. Sarà più complicato usare queste risorse dall'esterno dell'Afghanistan, ci vorrà più tempo e gli obiettivi scompaiono molto rapidamente. Infine non abbiamo partner afghani che ci assistano.

 

afghanistan i talebani presidiano il ministero dell interno

Sarà più difficile quindi impedire che questi gruppi terroristici si riformino o che sviluppino piani che potrebbero trasformarsi in attacchi all'estero. Pagheremo un prezzo: l'Afghanistan potrebbe diventare un santuario sicuro per i terroristi».

 

Biden sostiene che saranno possibili missioni a distanza, «over the horizon».  In che cosa consistono?

«Mio figlio fa parte della Commissione Forze Armate al Congresso e non hanno ancora ricevuto un briefing sull'applicazione di quel piano. Non sono ancora stati in grado di trovare basi vicine e di svilupparlo».

 

militari usa in afghanistan

Lei ha fatto un paragone tra Kabul e la Baia dei Porci.

«Mi riferivo al modo in cui Kennedy gestì il disastroso tentativo di invadere Cuba: un piano concepito dalla Cia che si trasformò in un disastro. Al presidente Kennedy va il merito di non aver dato la colpa alla Cia o ai militari quando parlò alla nazione. Si assunse la piena responsabilità di ciò che era accaduto. E fu un grande esempio di come i presidenti dovrebbero gestire decisioni ed errori».

talebani

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…