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“NON HO PROVE MA VOI DOVRESTE CONTROLLARE IL PARLAMENTARE DI CUI GIORGI È L’ASSISTENTE” – IL “FATTO” PUBBLICA STRALCI DEI VERBALI DI PANZERI, CHE CONFESSA LA CORRUZIONE E COINVOLGE COZZOLINO – DAVANTI AL GIUDICE, L’EX EURODEPUTATO ITALIANO AMMETTE DI AVER RICEVUTO 50MILA EURO E CITA PIÙ VOLTE IL PARLAMENTARE EUROPEO DEM (NON INDAGATO) DESCRIVENDO IL SUO RUOLO DI RESPONSABILE DELLE “RISOLUZIONI URGENTI” – ACCUSE ANCHE ALL’EX PARLAMENTARE BELGA MARC TARABELLA, DI CUI PANZERI DICE CHE AVREBBE PRESO REGALI DAL QATAR – EVA KAILI E LA VERITA' SULLE VALIGIE PIENE DI SOLDI A CASA SUA - A CERVINIA SEQUESTRATA LA CASA DI FIGÀ-TALAMANCA...

Da open.online

Abderrahim Atmoun Andrea Cozzolino Pier Antonio Panzeri

Davanti ai magistrati belgi, l’ex europarlamentare Antonio Panzeri ha fatto le prime ammissioni dicendosi disposto a collaborare con gli inquirenti e puntando il dito contro il deputato europeo del Pd Andrea Cozzolino, finora non indagato e neanche mai interrogato. Nel verbale della procura federale di Bruxelles, riportato da il Fatto Quotidiano, Panzeri dice: «L’accordo prevedeva che avremmo lavorato per evitare delle risoluzioni contro i Paesi e in cambio avremmo ricevuto 50mila euro».

 

Panzeri accusa l’ex collega belga Marc Tarabella, per poi invitare i magistrati ad approfondire il ruolo di Cozzolino. Panzeri avrebbe riconosciuto solo una parte delle contestazioni che gli vengono fatte nell’inchiesta che lo vede per gli inquirenti protagonista del traffico di mazzette pagate da Marocco e Qatar per influenzare le decisioni del Parlamento europeo. Stando a quanto scoperto dal Vsse, il servizio segreto belga che ha dato inizio all’indagine, l’attività di ingerenza di Panzeri a favore del Marocco sarebbe iniziata almeno dal 2014, mentre il rapporto con il Qatar risale al 2018.

 

Sigilli agli uffici degli assistenti dell?eurodeputato Andrea Cozzolino a Strasburgo

Le accuse a Cozzolino

Il verbale di interrogatorio di Panzeri è stato redatto davanti al giudice istruttore Michel Claise il giorno dopo l’arresto del 9 dicembre, quando sono scattate le prime misure cautelari anche nei confronti dell’ex collaboratore Francesco Giorgi, della compagna di quest’ultimo, l’ex vicepresidente dell’Europarlamento Eva Kaili, e del sindacalista Luca Visentini poi rilasciato. Davanti al giudice, Panzeri ha iniziato a fare i primi nomi: «Io aggiungo che non ho prove ma voi dovreste controllare il presidente attuale della delegazione del Maghreb», vale a dire Cozzolino. «È il parlamentare di cui Giorgi è l’assistente… Tra l’altro questo parlamentare è responsabile di chiedere risoluzioni d’urgenza, ma questo non passa da noi, questo passa direttamente quindi non conosco bene la base ma so che è successo».

cozzolino

 

Gli incarichi di Cozzolino

Panzeri cita le «risoluzioni d’urgenza», cioè quella procedura accelerata che in una settimana può portare un testo al voto dell’aula, evitando così di passare dalle commissioni che potrebbero anche rallentare di mesi l’iter per l’approvazione. L’ex europarlamentare avrebbe quindi spinto gli inquirenti a guardare meglio l’attività di Cozzolino come presidente della delegazione del Maghreb, lo stesso incarico ricoperto dallo stesso Panzeri dal 2009 al 2017.

 

Negli atti dell’inchiesta, gli inquirenti si soffermano anche su un altro incarico di Cozzolino, cioè quello di membro nella commissione speciale del Parlamento Ue che indaga sull’uso di Pegasus, lo spyware di fabbricazione israeliana di cui il Marocco è accusato di aver fatto largo uso anche su leader europei. L’informativa dell’intelligence belga spiega che Cozzolino avrebbe iniziato l’attività di ingerenza per il Marocco dal 2019, ma il suo nome sulle mazzette pagate dal Qatar non compare, se non quando viene citato da Panzeri.

 

ABDERRAHIM ATMOUN - FRANCESCO GIORGI - ANTONIO PANZERI

 

QATARGATE

Giuseppe Guastella per corriere.it

 

Un «accordo» per «evitare delle risoluzioni contro i Paesi e in cambio abbiamo ricevuto 50 mila euro»: nell’interrogatorio dopo l’arresto del 9 dicembre, un Antonio Panzeri «pronto a collaborare» ammette ciò che non può negare dopo che le indagini dei sevizi segreti e della magistratura hanno accumulato prove ed indizi contro di lui e contro Francesco Giorgi, il suo socio negli affari della Ong Fight impunity. Il secondo aveva fatto lo stesso anche perché, come l’ex europarlamentare di Pd e Articolo 1, gli avevano trovato una quantità di contanti impossibile da giustificare, tra tutti e due un milione e mezzo di euro.

 

ANDREA COZZOLINO - BRANDO BENIFEI - ALESSANDRA MORETTI - MARIA ARENA

Dalle dichiarazioni di Panzeri, per come le ha rivelate il sito il fattoquotidiano.it, emerge l’intenzione di circoscrivere per quanto possibile le proprie responsabilità ad una azione spregiudicata di lobbismo a favore di Paesi che, come Qatar e Marocco, avevano bisogno di migliorare la propria immagine che eventuali risoluzioni su temi problematici come i diritti umani d’urgenza avrebbero potuto offuscare.

 

L’accordo con il Marocco sarebbe partito nel 2019 quando Panzeri era ancora europarlamentare attraverso Abderrahim Atmoun, l’ambasciatore del Marocco in Polonia con il quale aveva contatti assidui monitorati costantemente dai servizi segreti del Regno del Belgio. Il compito di Panzeri e degli altri coinvolti nell’inchiesta sembra dovesse essere quello di bloccare questi missili politici persuadendo i parlamentari, si sospetta anche a suon di mazzette e regali.

 

ANTONIO PANZERI

Panzeri fa il nome di Andrea Cozzolino, il deputato europeo sospeso dal Pd per questa vicenda, che nel 2019 prese il suo posto nella delegazione Maghreb dell’assemblea, anche se dice che su di lui non ha prove. Uomo di contatto tra i due è Francesco Giorgi che dopo essere stato assistente di Panzeri passò a Cozzolino. Spunta anche un riferimento al parlamentare belga di origini italiane Marc Tarabella (perquisito nel blitz del 9 dicembre) di cui Panzeri dice che avrebbe preso regali dal Qatar, mentre esclude il coinvolgimento di Luca Visentini, il segretario del Confederazione internazionale dei sindacati (arrestato e immediatamente scarcerato), e di Niccolò Figà-Talamanca, segretario della Ong No peace without justice che è ai domiciliari ed al quale ieri è stato sequestrato un appartamento a Cervinia su richiesta dei magistrati belgi.

 

ANTONIO PANZERI

Uno dei punti incontrovertibili della vicenda che sta sconvolgendo la politica parlamentare europea è la presenza di oltre 750 mila euro nella casa che la ex vice presidente Eva Kaili divide con il compagno Giorgi e di altri 600 mila in quella di Panzeri. È un fatto di una tale gravità incompatibile per chiunque, a cominciare da chi ha incarichi politici. La socialista greca ha tentato di uscirne ammettendo ciò che non poteva negare. «Tutto è successo in quelle ore, quando ha visto i soldi, non ha avuto una risposta convincente sull’origine e ha subito chiesto che uscissero di casa», aveva detto il suo avvocato Michalis Dimitrakopoulos riportando le dichiarazioni della cliente dopo l’arresto.

 

Abderrahim Atmoun Francesco Giorgi Pier Antonio Panzeri

Secondo fondi di stampa belghe ed italiane, nella documentazione dei magistrati integrata da informative dei servizi segreti a verbale Kaili avrebbe ammesso: «Conoscevo le attività di Panzeri. E sapevo che a casa mia c’erano delle valigie piene di soldi», frase che dà l’idea di una consapevolezza di vecchia data, ammesso che tra greco, italiano e francese le traduzioni siano così accurate da cogliere le sfumature. Forte del fatto che non si sa di bene di cosa sia accusata, e che detenere tanto denaro di per sé non è reato, Dimitrakopoulos ieri smentisce: «Non ha mai confessato di aver chiesto a suo padre di trasferire denaro per nasconderlo»; «ha saputo di questi soldi all’ultimo minuto» e «chiese subito che andasse al loro proprietario, il signor Panzeri». Comunque, non aveva «alcun obbligo di denunciare».

 

andrea cozzolino

Mentre la procura federale apre un'inchiesta sulle fughe di notizie dopo un esposto degli avvocati degli arrestati, Emergono frammenti di intercettazioni che sembrano chiarire la storia dei regali della famiglia Panzeri e dell’ambasciatore del Marocco Abderrahim Atmoun. Il 4 giugno 2022 Maria Colleoni, moglie di Panzeri (ai domiciliari), intercettata dagli 007 di Bruxelles con la figlia Silvia, forse dopo aver passato la dogana in uscita dall’aeroporto in Marocco, chiama il marito dicendogli che «tutto è andato bene, siamo stati fatti passare come vip» e di aver preso un caffé con l’ambasciatore, che evidentemente le stava aspettando.

 

marc tarabella 1

Secondo l’intelligence belga, il viaggio era servito a far entrare nel paese regali ricevuti per la «attività di interferenza» di Panzeri sul Parlamento. Un’altra intercettazione, riportata da Le Soir , registra una conversazione di fine luglio 2022 nella casa dei Panzeri a Calusco d’Adda, non si sa fatta come, in cui la donna si augura che «non entrino qui» perché troverebbero «qualsiasi cosa».

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