
"SE GUARDIAMO A MOLTI PAESI DEL MONDO DI OGGI, LA DEMOCRAZIA NON È UNA SOLUZIONE PERFETTA" - A QUALI NAZIONI SI RIFERISCE PAPA LEONE XIV NELL'INTERVISTA PUBBLICATA NELLA SUA AUTOBIOGRAFIA? IL PONTEFICE AMERICANO RIFILA UNA STOCCATA A TRUMP? IN PASSATO, L'ALLORA CARDINALE PREVOST AVEVA CRITICATO IL TYCOON IN MERITO ALLA POLITICA SUI MIGRANTI - IL MESSAGGIO AGLI AGOSTINIANI: "RESTIAMO FEDELI AL VOTO DI POVERTÀ", MA LEONE XIV SEMBRA ESSERE MENO "SOBRIO" DI FRANCESCO (IL GIORNO DELLA SUA ELEZIONE SI È PRESENTATO CON LA MOZZETTA E IERI, DURANTE L'ANGELUS, HA INDOSSATO I GEMELLI SOTTO L'ABITO TALARE)
PAPA LEONE, RESTIAMO FEDELI AL VOTO DI POVERTÀ
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 15 SET - Papa Leone raccomanda agli agostiniani "umiltà per non cadere nella vanagloria di chi cerca la scienza per sé stessa" e "il dono della carità divina, se vogliamo vivere al meglio anche la vita comunitaria e l'attività apostolica, mettendo in comune i nostri beni materiali".
"Restiamo fedeli alla povertà evangelica e facciamo in modo che diventi criterio per vivere tutto ciò che siamo e che abbiamo - incoraggia pure -, compresi i mezzi e le strutture, al servizio della nostra missione apostolica". Prevost ricorda la Regola agostiniana: "Come siete nutriti da una sola dispensa, così vestitevi da un solo guardaroba".
PAPA LEONE XIV, LA PRIMA INTERVISTA: «LA DEMOCRAZIA NON È SEMPRE LA SOLUZIONE PERFETTA. NEL MONDO TROPPI DIVARI DI REDDITO, GUARDATE MUSK»
papa leone a tor vergata per il giubileo dei giovani 1
Pubblichiamo ampi stralci della prima intervista a Leone XIV, anticipati ieri dal quotidiano peruviano El Comercio e da Crux, giornale online Usa. L'intervista è contenuta nella biografia «León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI» (Penguin Peru), scritta dalla giornalista Elise Ann Allen
Lei è il primo Papa statunitense ma allo stesso tempo è anche il secondo con visione latino-americana. Con quale delle due si identifica di più?
«Credo di essere entrambe le cose. Sono, chiaramente, statunitense e mi sento molto statunitense, ma al tempo stesso amo molto il Perù, il popolo peruviano, ed è parte di ciò che sono. Metà della mia vita ecclesiastica l’ho trascorsa in Perù; perciò, l’ottica latino-americana ha un grande valore per me.
E si riflette nel mio apprezzamento per la vita della chiesa in America Latina, che è stata significativa sia nel mio legame con Francesco, sia nel comprendere parte della sua visione della Chiesa e di come possiamo procedere nell’ottica di una vera e propria visione profetica per la Chiesa di oggi e di domani».
[…] «Devo ancora imparare molto. In parte sento che mi sono mosso senza grandi difficoltà, ossia nel mio ruolo pastorale. Continua a sorprendermi la risposta della gente, quanto sia ancora positiva, la vicinanza a gente di tutte le età. (…) Ho grande stima di tutti, di qualunque persona, di qualunque origine, e li ascolto.
GIOVANNI PAOLO II CON ROBERT PREVOST
L’elemento completamente nuovo del mio lavoro è essere stato elevato al ruolo di leader mondiale. È una questione molto pubblica, le persone conoscono le conversazioni telefoniche o le riunioni che ho avuto con capi di Stati di diversi governi e Paesi di tutto il mondo, in un momento in cui la voce della Chiesa ha un ruolo importante da svolgere.
Sto imparando molto sul ruolo che ha avuto la Santa Sede nell’ambito diplomatico per diversi anni. (…) È tutto nuovo per me a livello pratico. Ho sempre cercato di tenermi informato e aggiornato sull’attualità, ma nel ruolo di è tutto nuovo per me. Sto imparando molto e ho una grande prova davanti, ma non mi sento sopraffatto.
Ho dovuto far fronte alla sfida molto velocemente. Anche essere chiamato a confermare gli altri nella loro fede, che è l’aspetto più importante, può succedere solo per la grazia di Dio, non ci sono altre spiegazioni. Perché sono stato eletto per questo incarico, questo ministero?
papa leone xiv foto lapresse 5
Per la mia fede, per ciò che ho vissuto, per la mia comprensione di Gesù Cristo e del Vangelo. Ho detto di sì, e sono qui adesso. Spero che riuscirò a confermare gli altri nella loro fede, perché è questo il ruolo fondamentale del successore di Pietro».
Ha difeso molto la pace, in diversi conflitti, in particolare nel caso dell’Ucraina. Quanto sarebbe realistico che il Vaticano fosse un mediatore in questo conflitto?
«Io farei una distinzione tra la voce della Santa Sede che promuove la pace e il ruolo di mediatore, che è molto diverso e non è altrettanto realistico. Credo che la gente abbia ascoltato i diversi appelli da me lanciati; ho alzato la mia voce, la voce dei cristiani e delle persone di buona volontà, dicendo che la pace è l’unica risposta alle stragi di esseri umani in questi anni da entrambe le parti, in questo scontro in particolare ma anche negli altri conflitti.
Leon XIV ciudadano del mundo misionero del siglo XXI
Le persone devono in qualche modo svegliarsi e dire: esiste un altro modo per fare le cose. Sono molto consapevole delle implicazioni di pensare al Vaticano come a un mediatore, anche quando ci siamo offerti di ospitare negoziati tra Ucraina e Russia, sia presso il Vaticano sia in altri spazi della Chiesa.
Da quando è cominciata la guerra, la Santa Sede si è impegnata molto per mantenere una posizione neutrale. Alcune mie parole sono state interpretate in diversi modi, e va bene che sia così, ma la parte realista non è quella che prevale in questo momento. Penso che diversi attori debbano fare pressioni per far sì che le parti in guerra dicano: adesso basta, cerchiamo un altro modo per risolvere le divergenze.
Abbiamo ancora speranza. Credo fermamente che non dobbiamo mai perderla. Nutro grande fiducia nella natura umana(...).Puoi avere speranza e continuare a fare pressione, dicendo alla gente: facciamo le cose diversamente».
EDGARD IVAN RIMAYCUN CON PAPA LEONE XIV
Nel suo primo discorso dal balcone di San Pietro, lei ha parlato di pace e della costruzione di ponti. Quali ponti vuole costruire?
«Anzitutto, per costruire ponti serve il dialogo. Una delle cose che ho fatto in questi primi due mesi è cercare almeno una qualche forma di dialogo, tenere incontri con i leader mondiali di organizzazioni internazionali. In teoria, il luogo dove trattare molti di questi temi sono le Nazioni Unite. Purtroppo, però, sembra un dato di fatto ormai che, almeno adesso, le Nazioni Unite abbiano perso la loro capacità di multilateralismo […]
Dobbiamo ricordarci del potenziale che hanno gli esseri umani di superare la violenza e l’odio che ci divide sempre di più. Viviamo in tempi in cui ‘polarizzazione’ sembra essere ormai un termine quotidiano, ma non sta aiutando nessuno. O se sta aiutando qualcuno, lo sta facendo per pochissime persone, mentre tutti gli altri soffrono. Penso sia importante continuare a porci queste domande».
L OSSERVATORE ROMANO - PRIMA PAGINA DELL EDIZIONE STRAORDINARIA PER L ELEZIONE DI PAPA LEONE XIV
Polarizzazione è una parola molto di moda oggi, dentro e fuori la Chiesa. Come pensa che si possa risolvere?
«È molto importante avviare una riflessione più profonda, tentando di capire perché il mondo sia così tanto polarizzato. Ci sono diverse ragioni. La crisi del 2020 e poi la pandemia hanno avuto senz’altro degli effetti in tal senso, ma penso che tutto sia cominciato molto prima.
Forse, in alcuni casi, c’entra anche la perdita di un senso più elevato della vita umana. Il valore della vita umana, della famiglia e della società. Se perdiamo il senso di questi valori, cos’altro ha importanza? A questo bisogna aggiungere altri fattori. Ad esempio, è molto significativo il divario sempre più ampio tra il reddito della classe lavoratrice e quello dei più ricchi:
i dirigenti d’azienda che sessant’anni fa potevano forse guadagnare da quattro a sei volte in più dei lavoratori, adesso, secondo gli ultimi dati che ho letto, guadagnano seicento volte di più di quanto guadagnino in media i lavoratori. Ieri ho letto che Elon Musk sarà il primo multi-trilionario del mondo. Cosa significa, e di che parliamo? Se questa è l’unica cosa che ha valore oggi, allora c’è un problema serio». [...]