sergio mattarella giorgia meloni

IL PARADOSSO DEL PREMIERATO BY MELONI: POTREBBE RENDERE PIÙ INSTABILI I GOVERNI – IL POLITOLOGO GIANFRANCO PASQUINO: “DISTRUGGE LA FLESSIBILITÀ/ADATTABILITÀ CHE È PROBABILMENTE IL PREGIO PIÙ SIGNIFICATIVO DELLE FORME DI GOVERNO PARLAMENTARE” – “LA SOSTITUZIONE IN PARLAMENTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COZZA NON SOLTANTO CON L’ASSERITA VOLONTÀ DI AVERE UN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ELETTO DAL POPOLO, PRESIDIO DI STABILITÀ GOVERNATIVA, MA ANCHE CON L’OBIETTIVO DI DARE VITA A GOVERNI DI LEGISLATURA. INOLTRE…”

Estratto dell’articolo di Gianfranco Pasquino per “Domani”

 

GIANFRANCO PASQUINO

Il disegno di legge costituzionale per l’elezione popolare diretta del presidente del Consiglio dei Ministri mira a conseguire tre obiettivi: dare stabilità ai governi, conferire maggiore potere ai cittadini elettori, impedire la formazione di governi tecnici più o meno conseguenza di “ribaltoni”.

 

Produrrebbe una inusitata forma di governo denominata “premierato”, oggi non esistente da nessuna parte al mondo (solo Israele la ha implementata, tre volte 1996, 1999, 2001 […] poi debitamente abbandonata).

 

GIORGIA MELONI COME ALMIRANTE - NOI POSSIAMO GUARDARVI NEGLI OCCHI

[…] Comunque, nessun premierato stava come proposta di riforma costituzionale nel programma elettorale di Fratelli d’Italia. Vi si trova, invece, il presidenzialismo, non meglio precisato, come non lo era quello proposto dal Movimento sociale italiano e da Giorgio Almirante, ma sicuramente inteso come strumento contro i partiti. Peraltro, […] Giorgia Meloni si era personalmente espressa a favore del semi-presidenzialismo francese che, a sua volta, è alquanto diverso dal presidenzialismo Usa (o latino-americano).

 

L’obiettivo meloniano è totalmente ideologico. A prescindere da qualsiasi considerazione istituzionale, tecnica, di fattibilità, di funzionalità, Giorgia Meloni fermamente vuole l’elezione diretta del capo dell’esecutivo. Il resto si vedrà.

 

giorgia meloni al mare

[…] Un punto, però, è chiarissimo: il capo dell’esecutivo dovrà essere eletto dal popolo. Quel che manca salta subito agli occhi. Non c’è nessuna indicazione delle modalità con le quali svolgere quelle elezioni. Se ne può dedurre che verrà dichiarato/a eletto/a il candidato/a che ha ottenuto il più alto numero di voti che potrebbero anche essere meno, molti meno della maggioranza assoluta. Ma è molto probabile che la corte costituzionale richieda l’indicazione tassativa di una soglia percentuale minima.

 

[…] Per l’avversione al ballottaggio espressa dal centro-destra, il vincente in Italia potrebbe essere scelto da una minoranza dei votanti. Comunque, alla coalizione a suo sostegno verrà attribuito il 55 per cento dei seggi, non è specificato, ma è ipotizzabile, in entrambi i rami del parlamento.

 

mattarella meloni mantovano

[…] Formalmente, l’eletto continuerà a essere “nominato” dal presidente della Repubblica, ma sostanzialmente il presidente si sentirà/sarà obbligato a nominare chi ha vinto. Quindi, non potrà esercitare nessun potere di scelta in nessuna imprevedibile circostanza.

 

In flagrante contraddizione con la sua “elezione popolare diretta”, il presidente del Consiglio potrà essere sostituito […] da un parlamentare, non da un “tecnico” […], della sua stessa maggioranza, con il presidente della Repubblica nuovamente obbligato a ratificarne l’assunzione della carica.

 

giorgia meloni sergio mattarella

Questo non direttamente non popolarmente eletto potrà a suo piacimento chiedere in qualsiasi momento lo scioglimento del parlamento al quale il presidente della Repubblica non avrà modo di opporsi, neppure volesse e riuscisse ad argomentare che una sua esplorazione scoprirebbe l’esistenza di una maggioranza anche solo leggermente diversa, ma operativa.

 

Il premierato Italian style distrugge la flessibilità/adattabilità che è probabilmente il pregio più significativo delle forme di governo parlamentare che risolvono i conflitti e superano le tensioni dentro il parlamento senza procedere a più o meno frequenti e dispendiosi richiami dell’elettorato alle urne in situazioni spesso confuse talvolta rischiose.

 

GIANFRANCO PASQUINO

Ad ogni buon conto, la sostituzione in parlamento del presidente del Consiglio cozza non soltanto con l’asserita volontà di avere un presidente del Consiglio eletto dal popolo, presidio di stabilità governativa e quindi messo in condizione di esercitare le sue capacità decisionali, ma anche con l’obiettivo di dare vita a governi di legislatura.

 

Inoltre, il subentrante all’eletto dal popolo, da un lato, godrà di minore legittimità, all’altro, sarà naturalmente debitore della carica ai leader dei partiti della maggioranza parlamentare che lo ha espresso e che deciderà come, quando e quanto sostenerlo.

 

sergio mattarella giorgia meloni all altare della patria 25 aprile 2023

Spesso, sarà prodromo dello scioglimento anticipato del parlamento, forse diventando anche il leader della coalizione e il candidato alla presidenza del Consiglio con notevole vantaggio di visibilità.

 

Non tanto incidentalmente, è immaginabile, comunque essenziale, che nell’iter della discussione del disegno di legge costituzionale, si affronti anche il tema del sistema elettorale da utilizzare per il parlamento.

gianfranco pasquino (2)gianfranco pasquino

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...