grillo le pen salvini

PARIGI VAL BENE L’EUROPA – LE ELEZIONI FRANCESI CI DIRANNO QUALE VENTO SOFFIA NEL VECCHIO CONTINENTE (E IN ITALIA) - SE DOVESSE VINCERE MARINE LE PEN O COMUNQUE, PORTARE A CASA UN RISULTATO NUMERICAMENTE IMPORTANTE, IN ITALIA NE USCIREBBERO RAFFORZATI M5S E LEGA (E BERLUSCONI SI TROVEREBBE IN GRAVE DIFFICOLTA’ CON SALVINI…)

le pen e salvini come olindo e rosa per riccardo boccale pen e salvini come olindo e rosa per riccardo bocca

Adalberto Signore per il Giornale

 

Una volta tanto non sarà per provincialismo se tutta la politica italiana avrà gli occhi puntati su Parigi. Mai come in questa occasione, infatti, il rito repubblicano delle elezioni presidenziali di Francia ci dirà quale vento soffia oggi in Europa e, dunque, anche in Italia.

 

Una sorta di prova del nove dopo la vittoria del leave nel voto sulla Brexit dello scorso giugno e il successo di Donald Trump a novembre. Il termometro, insomma, di come e quanto l' onda cosiddetta populista sia destinata ad arenarsi o a crescere.

 

Negli ultimi mesi la corsa di Marine Le Pen è sembrata per alcuni versi inarrestabile, con la leader del Front national che ha fatto suoi tutti i temi chiave del populismo: dall' islam all' immigrazione, passando per la sicurezza e il rischio terrorismo, senza dimenticare l' euro, la globalizzazione e una critica durissima all' Europa.

 

 Marine Le Pen Marine Le Pen

E lo ha fatto con toni perentori, al punto di arrivare a dire che se ci fosse stata lei all' Eliseo «non ci sarebbe stato il Bataclan». Parole che le sono valse l' accusa di «raccogliere voti sui morti» in un caustico editoriale di Le Monde. È evidente, dunque, che «pesare» il suo risultato diventerà centrale per cercare di capire da che parte tira il vento anche in Italia, dove Matteo Salvini sta da mesi scopiazzando - e secondo i sondaggi con un certo successo - il copione della Le Pen. E dove i Cinque stelle hanno su molte questioni una linea simile a quella della leader del Front national.

 

Stasera sotto i riflettori ci saranno soprattutto i numeri, visto che, almeno stando ai sondaggi, la partita per l' Eliseo si chiuderà solo il 7 maggio, quando dovrebbero sfidarsi al ballottaggio i due candidati che oggi prenderanno più voti (che, secondo le ultime rilevazioni, dovrebbero essere proprio la Le Pen e il centrista Emmanuel Macron). Se la candidata della destra nazionalista dovesse davvero diventare il venticinquesimo presidente francese o, comunque, portare a casa un risultato numericamente importante, certamente in Italia ne uscirebbero rafforzati Lega e M5s.

 

MARINE LE PENMARINE LE PEN

Chi ne andrebbe più a beneficiare sarebbe evidentemente Salvini, che con la Le Pen ha aperto un canale privilegiato da tempo e che sta lavorando da mesi ad una «nazionalizzazione» del Carroccio proprio con l' obiettivo di proporsi come il Fn italiano. Operazione, a dire il vero, piuttosto azzardata, visto che la ragion d' essere della Lega è da sempre la difesa degli interessi del Nord. Detto questo, un successo della Le Pen rafforzerebbe Salvini nella sua idea di candidarsi alla guida di una lista sovranista insieme a Fratelli d' Italia e pezzi di Forza Italia. E metterebbe in grande difficoltà Silvio Berlusconi, che da settimane si sta muovendo con prudenza, soprattutto rispetto ai temi più cari all' onda populista.

 

Di fatto il leader di Forza Italia finirebbe ridimensionato, costretto ad interloquire con un Salvini che considera niente più che uno «sbruffoncello» (appellativo ripetuto in diversi colloqui privati), e obbligato a ritarare verso destra la linea politica. Ne uscirebbero invece rafforzati i Cinque stelle che con la Le Pen e il fronte populista condividono molte battaglie. Per quanto riguarda il Pd difficile immaginare grandi contraccolpi, a parte il fatto che Matteo Renzi sarebbe ancor più convinto della necessità di dare addosso all' Europa, cosa che in queste settimane ha fatto senza esitazione, a costo di creare un corto circuito tra le sue posizioni e quelle del governo Gentiloni di cui il Pd resta comunque l' azionista di maggioranza.

beppe grillo spettacolo su netflixbeppe grillo spettacolo su netflix

 

Situazione opposta, invece, nel caso di una brutta performance della Le Pen. Il vento della protesta populista, infatti, farebbe registrare una decisa frenata. Sarebbe il segnale che certi toni funzionano fino a un certo punto. E soprattutto che spaventano una fetta importante di elettorato. Si tratterebbe di una netta battuta d' arresto alla corsa alla leadership del centrodestra di Salvini e persino lo pseudo-congresso del Carroccio in programma il 21 maggio con un unico e sconosciuto sfidante al segretario in carica potrebbe trasformarsi in un passaggio faticoso.

 

Soprattutto, un risultato del genere potrebbe tradursi in un deciso rilancio di Berlusconi che più che mai tornerebbe ad essere il polo di attrazione di un centrodestra allargato. Una coalizione destinata a tenere insieme le pulsioni sovraniste di Lega e FdI, ma anche tutta la galassia centrista che in questi giorni è in deciso movimento. Un listone unico di quest' area è quotato dai sondaggi al 34-35% e alle prossime politiche potrebbe giocarsela con i Cinque stelle.

 

Uno scenario, questo, in cui il Pd rischierebbe seriamente di finire terzo.

Un discorso per certi versi simile lo si potrebbe fare nel caso la Le Pen perdesse al ballottaggio. Certo, i voti presi al primo turno di oggi resterebbero agli atti. Ma sarebbe anche la conferma che, per quanti consensi possa ottenere il fronte populista, una cosa è proporsi come forza di protesta altra è essere credibile come partito di governo.

MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN A MILANOMATTEO SALVINI E MARINE LE PEN A MILANO

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...