PARODIA SOCIAL - DA “ARFIO” A “D’ALEMA ER MASSIMO”: IL FALSO D’AUTORE HA SOSTITUITO L’IMITAZIONE TV (E SPESSO È MEGLIO DELL’ORIGINALE)

Renato Benedetto per "Il Corriere della Sera"

Chi è più dalemiano tra Massimo D'Alema e D'Alema er Massimo, il profilo fake che su Twitter fa il verso al presidente di ItalianiEuropei? L'originale ribadisce che «i dalemiani non esistono», e basterebbe forse a fargli vincere la competizione, ma il suo falso virtuale non va male, a botte di affilati 140 caratteri. Il Pd come un taxi per Palazzo Chigi? «Quando si prende il taxi, si deve mettere in conto di pagare la corsa», spiega ai suoi quasi 3 mila follower er Massimo, che termina spesso i post con il celebre «diciamo...»: quello immortalato dall'imitazione di Sabina Guzzanti, anno 1997, al Pippo Chennedy Show .

Altri tratti del «D'Alemone» televisivo, tra scacchi delle poltrone e Risiko delle alleanze, si ritrovano anche nella parodia social. Perché i falsi, su Twitter, fanno il verso agli originali come la satira televisiva che gioca con tic e modi dei politici. In diverse gradazioni, come diversi erano il Bagaglino e RaiTre. La parodia certifica la fama politica.

A ciascuno pare tocchi il suo fake : si fa prima a contare i politici che non ne hanno mai avuto uno. È la democrazia della Rete, e vale anche per chi la satira la subisce: la platea si allarga. «@GianniCuperlopd ha iniziato a seguirti, dice Twitter. Sì, ma succedeva 35 anni fa...», commenta il falso D'Alema.

Anche il deputato pd, candidato alla segreteria, ha il suo avatar parodia: e subito qualcuno ha commentato che ha fatto più post lui che apparizioni pubbliche il vero Cuperlo. Sarebbe stato un volto abbastanza noto da finire in tv? Il profilo, in ogni caso, gioca sul «vetero»: «Impianti eolici là dove fischia il vento e urla la bufera» e fotovoltaici per generare energia «dal Sol dell'avvenire».

Altri falsi animano la discussione pre-congressuale. E concentrati nello sforzo di snocciolare il senso delle parole del finto Fabrizio Barca (l'account @FabrizioSbarca però non c'è più) ci si può accorgere solo alla fine che si tratta di uno scherzo: «Partito di massa conferisce forma simbolica organizzata a bisogni e desideri relativamente omogenei di cittadini, un po' come Pamela Anderson».

Renzi ha già dato con i profili falsi, ai tempi delle Primarie, ma non hanno sfondato. «Perché chi parla in modo chiaro, e lo fa spesso, come Renzi, non è un buon "soggetto" per un account satirico. Anche Grillo e Berlusconi non funzionano», commenta Massimo Santamicone, in arte Azael, del collettivo Diecimila.me che sta dietro all'account @Casalegglo (38.650 follower ) che fa il verso al guru 5 stelle (con frasi da antologia come «No alta velocità, casomai partire prima»). «Per reggere come profilo falso, bisogna che il vero parli poco, o in modo ambiguo, che ci sia spazio per la satira». Le parodie di Mario Monti ed Enrico Letta, ad esempio, non hanno avuto gran seguito.

Dopo la chiusura dell'account di «AIemanno», tra i primi fake famosi, sta resistendo al dopo elezioni Arfio Marchini, con le sue lezioni di stile alla politica («abolite le #Province sono molto #provinciali»). Il finto Francesco Boccia cavalca il malinteso, che ha fatto il giro della Rete, sugli F35 «elicotteri» e confonde tutto: «Adoro questa piattaforma e spero nei vostri like», scrive su Twitter, dove non c'è il «mi piace». Francesco Boccia, quello vero, la prende con un sorriso: «Accetto l'ironia, fa parte del gioco. Finché non supera i limiti».

Come nel caso del parlamentare di Scelta Civica Mario Sberna, dal cui falso profilo sono partiti insulti contro D'Alema, Gelmini, Bindi: ha denunciato tutto alla Polizia postale. Ma non era un falso d'autore.

 

 

ALFIO MARCHINI MASSIMO DALEMA MATTEO RENZI FOTO LAPRESSE Gianni Cuperlo SABINA GUZZANTI PER IL NO CAV DAY jpeg

Ultimi Dagoreport

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DAGOREPORT – ALLA SALUTE DI GIORGIA! IL FEDELISSIMO DELLA MELONI, IL SOTTOSEGRETARIO MARCELLO GEMMATO, È DESTINATO A ESSERE PROMOSSO A VICEMINISTRO DELLA SALUTE – MA A FRENARE LA SUA NOMINA È IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, CHE NUTRE DUBBI SUL POSSIBILE CONFLITTO D’INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO, TITOLARE DI UNA FARMACIA IN PUGLIA – BASTA VEDERE IL PROVVEDIMENTO CHE HA FATTO FELICI I FARMACISTI: ORA POSSONO VENDERE CON RICCHI MARGINI DI GUADAGNO UNA SERIE DI FARMACI CHE PRIMA ERANO NELLA CATEGORIA “ASSISTENZA DIRETTA” ED ERANO DISTRIBUITI DAGLI OSPEDALI – LA DUCETTA HA CAPITO CHE ANCHE MATTARELLA POTREBBE STORCERE IL NASO DAVANTI ALLA NOMINA DI GEMMATO, E PER ORA PRENDE TEMPO…

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…