party politics

OTTANTA VOGLIA DI CAFONAL – FRANCESCO VEZZOLI RACCOGLIE LE FOTO DEL POTERE NEGLI ANNI ’80 CON DIDASCALIE DI FILIPPO CECCARELLI: BENEVENUTI A “PARTY POLITICS” – L’ARTISTA: “I SUOI NON SONO TITOLI PER QUESTI FINTI QUADRI, MA EPIGRAMMI. SE DAGOSPIA È LA SAPIENZA, LUI È LA SORBONA” – DE MICHELIS CHE PUNTA LA SCOLLATURA DI SANDRA MILO (“RESSURECTIONE CARNIS”),  ANDREOTTI CON LA CARRÀ (“ARCHEOLOGIA DEL DIVANO TELEVISIVO”) E CICCIOLINA…

Dario Pappalardo per “Robinson – la Repubblica”

Didascalie di Filippo Ceccarelli

 

joan collins, silvio berlusconi i giorni scintillanti di dynasty

A guardarli così, in foto incorniciate due metri e mezzo per due, gli anni Ottanta sembrano archeologia. Con quello scivolare, nemmeno tanto lento, della politica nei salotti e tra le poltrone dello spettacolo. E allora ecco le tavolate di Craxi e signora, Sandra Milo con il ministro degli esteri Gianni De Michelis che punta dritto alla scollatura, Giulio Andreotti seduto comodo sul divano di Raffaella Carrà, Cicciolina spaesata in Parlamento e il giornale spiegato sul banco.

 

sandra milo, gianni de michelis de resurrectione carnis

Cosa resterà di questi anni Ottanta sono una sfilza di ritratti da National Gallery italiana, in mostra da martedì nelle sale della Fondazione Giuliani, a Roma. Pareti bianche, tende rosse. L' allestimento ammicca alle grandi collezioni della pittura di sua maestà. Qui, però, non si tratta di Canaletto e Hogarth. Ma di foto scattate al volo per la cronaca di trenta e passa anni fa, stile Umberto Pizzi da Zagarolo, la storia recente di oggi, tra telegatti e cene non ancora galanti, senatori e pornostar, deputate pornostar, attrici da Oscar o molto meno e dame di carità.

francesco vezzoli

 

È Party Politics, il nuovo progetto di Francesco Vezzoli, qui in veste di curatore, più che di artista, che ha come nume tutelare Filippo Ceccarelli, autore delle didascalie impagabili e definitive di ogni immagine. "Mai dire mai", sigla accanto alla gigantografia con Silvio Berlusconi che omaggia Eduardo De Filippo. "Ciociaria pride" incarnano Gina Lollobrigida e Andreotti. "I frutti maturi del socialismo pop" mostra Sandra Milo che offre una mela al presidente della Repubblica Sandro Pertini. Ma che scena è? «Nemmeno Filippo lo sa», ride Vezzoli.

 

sophia loren, giancarlo pajetta pallido bacio, estasi luminosa

«Ceccarelli con il suo fare serafico dipinge e descrive. I suoi non sono titoli per questi finti quadri, ma epigrammi. Se Dagospia è la Sapienza, lui è la Sorbona». Non si può non pensare al sito di Roberto D' Agostino. C' era già tutto nei dopocena delle prime serate tv. «A Dago va riconosciuto il merito di averci fornito materiale su cui riflettere - spiega Vezzoli - Ma sarebbe arrivato dopo. Qui presento la storia personale della politica del mio Paese negli anni Ottanta. Sembra il paleolitico. Non avrei mai potuto fare una mostra del genere a Milano. Solo a Roma.

 

filippo ceccarelli

Non c' è sarcasmo. Non giudico, appendo. Questa è stata la nostra storia, che ci piaccia o meno. Proprio appendendola al muro possiamo provare a capirla». A un certo punto la politica bussò alla porta dello spettacolo, è un dato di fatto. «Quando le ideologie politiche e religiose stavano tramontando, hanno bussato tutti alle porte dello show business: l' intrattenimento ha tenuto botta e le ideologie no. Ancora prima di diventare politico, Berlusconi aveva capito che poteva catturare il consenso, aggiudicandosi le star».

 

giulio andreotti, raffaella carra' archeologia del divano televisivo

La foto con Joan Collins dell' era Dynasty è la sintesi della fiction che diventa tutt' uno con la realtà. Come in ogni mostra di Vezzoli che si rispetti, ci sono le icone ricorrenti. In questo caso Hollywood è lontana e un ruolo chiave lo gioca Sandra Milo, che torna spesso: «È passata da Fellini a Craxi, due visionari». Un trittico, con una sala tutta per sé, è dedicato a Ilona Staller: «Il suo candore, mentre legge i giornali in Parlamento oggi fa malinconia».

 

ilona staller profezia all'italiana nel palazzo della norma

Il rischio, a guardare tutte queste foto giganti, rese più innocenti dal tempo, è la grande assoluzione. «Mi possono accusare di assolvere tutto quel periodo - ribatte Vezzoli - ma bisogna riguardare e studiare. Aspetto un filosofo che mi spieghi perché gli esseri umani hanno consegnato il loro voto a politici improbabili. Non solo in Italia. Trump conduceva il suo reality peggio di Briatore. Dobbiamo studiare dati, numeri, ascese, discese. Da qui si potrà capire anche perché Chiara Ferragni ha venti milioni di follower. O perché Kylie Jenner, che fa i tutorial sul trucco, sia diventata la donna simbolo d' America: non ho nulla contro di lei, ma è un po' poco». Qualche risposta c' è già in quella foto con Grillo, Zucchero, Vialli, Biagi, Gassman, Andreotti, Corrado, tutti insieme improbabilmente a stringere un trofeo dorato. Non l' Oscar, il telegatto.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…