PALESTINA SÌ, PALESTINA NO, PALESTINA FORSE – IL PARLAMENTO APPROVA, CON IL PIENO APPOGGIO DEL GOVERNO, DUE MOZIONI SULLA PALESTINA CHE VANNO IN DIREZIONE DIVERSA – L’AMBASCIATA ISRAELIANA ESULTA MENTRE L’OLP RESTA DELUSO

1.MOZIONE E RIMOZIONE

Massimo Gramellini per “La Stampa

 

RENZI 
GENTILONI 
RENZI GENTILONI

Ieri l’Italia ha riconosciuto la Palestina per quasi cinque minuti, il tempo intercorso tra la mozione favorevole del Pd e quella irta di distinguo dei suoi alleati di centro, entrambe approvate dalla maggioranza dei parlamentari con il sostegno entusiasta del governo. Poi uno si chiede come ci vedono all’estero. Così. Nei secoli infedeli.

 

Adulteri esistenziali, incapaci di rispettare un patto e di finire una guerra dalla parte in cui l’hanno incominciata. Il Paese degli inciuci e dei distinguo, delle leggi dove il secondo comma contraddice sistematicamente il primo. Di un primo ministro (Berlusconi, ma Andreotti non fu da meno) che la mattina visitava in lacrime un ospedale di Gaza e al pomeriggio abbracciava calorosamente i deputati di Tel Aviv.

 

benjamin netanyahui leader visti dall'artista cristina guggeri benjamin netanyahui leader visti dall'artista cristina guggeri

In Italia, diceva Flaiano, la linea più breve tra due punti è l’arabesco. Alla schiena dritta si preferiscono le evoluzioni dei dervisci e alle mosse rigide delle torri quella del cavallo, un passo avanti e due di lato, ma solo per tornare a farne uno indietro. ?Gli esperti sapranno sicuramente spiegarci le sfumature di questo ridicolo o forse geniale pateracchio che ha rassicurato gli israeliani e illuso i palestinesi senza deluderli del tutto, lasciando una porta aperta, per quanto spalancata sul vuoto.

 

Tanto vale rassegnarsi. Accettare il talento cialtrone che il mondo intero ci riconosce. Sorriderne, magari. E continuare a esercitarlo con la professionalità che, almeno in questo campo, non ci è mai venuta meno.

 

 

2. PALESTINA, IL MEZZO SI’ AL RICONOSCIMENTO. ISRAELE ESULTA, OLP DELUSA

Alberto D’Argenio per “la Repubblica

 

Due mozioni, due linee non perfettamente coincidenti. Sul riconoscimento della Palestina la maggioranza si spacca e a Montecitorio il governo cerca di tenere uniti i pezzi dando semaforo verde a due testi che, se non si contraddicono, certo non combaciano. Il primo, quello del partito democratico, passa con 300 voti. Il secondo, promosso da Area Popolare, ovvero i centristi di Ncd e Udc, e Scelta Civica viene approvato con 237 sì. L’opposizione attacca, accusa l’esecutivo di avere le idee confuse e fare danni.

 

striscia di gaza 2000striscia di gaza 2000

È il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ad aprire una giornata non semplice per la maggioranza. «Il governo — afferma in aula alla Camera — valuta favorevolmente l’impulso parlamentare a promuovere il riconoscimento di uno stato palestinese e a fare tutti gli sforzi per riprendere il negoziato tra le parti». Ma poi scoppia il caos. La mozione dei centristi subordina il riconoscimento della Palestina al raggiungimento di un’intesa politica tra i palestinesi e chiede al governo di adoperarsi proprio per far accordare Al Fatah e Hamas affinché entrambi arrivino al riconoscimento dello Stato ebraico e all’abbandono della violenza. Solo allora ci saranno «le condizioni» per il riconoscimento.

 

La mozione del Pd è invece più diretta, impegna l’esecutivo «a promuovere il riconoscimento della Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, tenendo pienamente in considerazione le preoccupazioni e gli interessi legittimi dello Stato di Israele». Un testo sul quale peraltro converge anche Sel.

 

Due mozioni con accenti e sensibilità diverse dunque, e l’esecutivo non ha altra scelta se non di appoggiarli entrambi, come comunica all’aula il sottosegretario Della Vedova. Il Pd si spacca, Stefano Fassina accusa: «Il governo è ridicolo». I deputati della minoranza dem, come ovviamente quelli di Sel, non voteranno la mozione centrista.

 

manifestazioni pro palestina a londra 4manifestazioni pro palestina a londra 4

Quando passano entrambi i testi, l’opposizione critica il governo. Tra tutti, il forzista Capezzone accusa Renzi di avere optato per un «ma anche» sbagliando «due volte, perché prima apre al riconoscimento e poi cerca di smorzare i toni con la mozione Ncd-Udc-Sc». Fabbrizio Cicchitto, il centrista che ha ispirato la seconda mozione, spiega invece che il suo testo «chiarisce» quello del Pd. Anche i democratici cercano di smentire che i due testi siano in contraddizione, come spiega il vicecapogruppo Andrea Martella: «Il regolamento della Camera prevede che dopo l’approvazione della prima mozione gli altri testi che hanno voto favorevole costituiscono un’integrazione al primo in quanto non sono né preclusi, né assorbiti».

 

La doppia mozione viene salutata dall’ambasciata israeliana a Roma: «Accogliamo positivamente la scelta del Parlamento di non riconoscere lo Stato palestinese e di aver preferito sostenere il negoziato diretto tra Israele e i palestinesi». Cortocircuito invece tra questi ultimi. Prima l’ambasciata palestinese ringrazia in una lettera al deputato di Sel Arturo Scotto afferma: «Il Parlamento ha votato a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina affermando i continui e duraturi rapporti storici di amicizia tra i due paesi e i due popoli». Ma poco dopo è il rappresentante dell’Olp Hanan Ashrawi a innescare la retromarcia: «È infelice che la risoluzione non si impegni per l’incondizionato e ufficiale riconoscimento dello Stato di Palestina », anche se poi ringrazia comunque «i deputati per il voto a favore di una mozione del Pd del premier Renzi che è a favore dell’obiettivo dello stabilimento di uno Stato palestinese».

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