NUOVO PATTO D'ACCIAIO PER L'ILVA - RENZIE SGANCIA IL SILURO SUL RISANATORE BONDI E IL MINISTRO GUIDI PREPARA UNA NUOVA CORDATA CON L'INDIANA ARCELOR MITTAL E LA FAMIGLIA MARCEGAGLIA

Andrea Greco per "la Repubblica"

Sul riassetto Ilva i numeri non tornano. Secondo il piano messo a punto dal commissario Enrico Bondi servono 4,2 miliardi di investimenti per bonificare e rilanciare gli impianti e l'azienda, in ginocchio dopo le inchieste della magistratura. Il governo reagisce: Matteo Renzi alza la voce e chiede «un cambio di passo», il commissario Enrico Bondi è ricevuto dal sottosegretario Graziano Del Rio, in quello che ha tutta l'aria di un commiato per l'anziano risanatore di Montedison e Parmalat.

E allo Sviluppo economico s'incontrano con il ministro Federica Guidi due rappresentanti dei Riva azionisti e del colosso indiano Arcelor Mittal, il presidente di Federacciai Antonio Gozzi, Antonio ed Emma Marcegaglia, in quella che ha tutta l'aria di una cordata per rimpinguare il denaro che non scuciono i vecchi soci e le banche.

Sull'Ilva «così non si va avanti: c'è bisogno di un cambio di passo nel giro di qualche giorno», ha detto nel pomeriggio il premier, parlando alla direzione Pd. Poco dopo il suo braccio destro Del Rio incontrava Bondi, che i Riva scelsero come ad ma un anno fa, commissariata l'azienda, ne divenne commissario. Bondi scade il 4 giugno: e date la sua esperienza e personalità è difficile abbia voglia di fare compromessi, ora che il piano presentato agli azionisti a metà maggio sembra a un punto morto. Bisogna fare un passo indietro per capire le ragioni che hanno portato alle fratture sul salvataggio di un'azienda che vale da sola un quinto della produzione industriale italiana.

I governi Monti prima, Letta poi, avevano imposto vincoli, occupazionali, ambientali e di sicurezza; e visionando il documento che Bondi ha redatto con la consulenza di Mc Kinsey si nota che proprio da qui scaturiscono i suoi tre pilastri. Il primo è il mantenimento dell'intera occupazione a Taranto, dove l'acciaieria e l'indotto danno lavoro a 20mila persone: e passa per il recupero di redditività dell'impianto più grande d'Europa, sia come efficienza energetica che come posizionamento commerciale dopo la fase nera.

Il secondo è l'Autorizzazione integrata ambientale varata nel 2012 con norma ad hoc, e da ottenere sviluppando tecnologie innovative tra cui la lavorazione dell'acciaio pre-ridotto, a partire dal ferro prelavorato con gas che riduce le emissioni nocive di coke e polvere ferrosa; ma i costi dell'Aia sono alti, stimati in 1,8 miliardi. Il terzo pilastro è la messa in sicurezza dei lavoratori, medica e dell'ambiente di lavoro, con bonifiche dall'amianto e altri 1.300 interventi del valore di 630 milioni. In tutto per Bondi servono 4,2 miliardi per rilanciare l'Ilva, 1,8 miliardi dai soci, il resto in prestito agli istituti.

Tuttavia Claudio Riva, intervistato dal Sole 2-4 Ore, ha definito «poco credibile sulle tecnologie e privo di solidità finanziaria » il piano Bondi. E ha trovato sponda nei banchieri, poco propensi a indebitarsi con un'azienda che tuttora perde 80 milioni al mese. Proprio i creditori (in primis Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco popolare) trovano argomenti in un'analisi del consulente Roland Berger per cui il piano 2014-2020 presenta aspetti di complessa realizzazione, che potrebbero rendere «problematico » traguardare 825 milioni di margine operativo lordo.
A questo punto gli sviluppi probabili sono, un po' come per Alitalia, di cercare nuove basi di
compromesso tra gli attori. Con qualche dipendente in meno, e standard di sicurezza e ambiente inferiori, la redditività di Ilva risalirebbe, e così l'interesse a investirvi dei produttori di acciaio sfilati al Mise, che tra l'altro non apprezzano la figura di Bondi. Entro l'8 giugno il piano industriale va approvato dal governo, ma pare difficile che passerà quello del commissario. «Su Ilva si gioca una partita opaca - ha scritto sul suo blog il senatore Pd
Massimo Mucchetti - Bondi può essere rinnovato, ma i concorrenti privati dell'Ilva non vogliono. Ma soldi sul tavolo non ne mettono. C'è il rischio di uno spezzatino con l'Ilva di Novi e Genova a disposizione dei privati e Taranto a Mittal, che ridurrebbe la produzione a 5 milioni di tonnellate tagliando l'occupazione. Altra ipotesi è il ricorso alla legge Marzano. Ma un governo che vuol fare industria e non Confindustria, promuovendo innovazione e lavoro in un ambiente migliore e non finanza e taglio dei posti in un ambiente peggiore, ci penserà bene prima di dare retta a certe sirene».

 

steno emma e antonio marcegaglia ENRICO BONDI ENRICO BONDIbanch ilva RENZI SALUTA CONFALONIERI DOPO LA D URSO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA