berlusconi mattarella di maio salvini

LA PAZIENZA DEL CAV – BERLUSCONI PENSA A CANDIDARSI ALLE EUROPEE DEL PROSSIMO ANNO: A STRASBURGO L’IMMUNITA’ E’ PIU’ GARANTITA CHE A ROMA – "SALVINI NON MI HA FATTO NEANCHE UNA TELEFONATA" - L’ASSE CON MATTARELLA: CI PENSERA’ IL COLLE AD EVITARE “FUGHE IN AVANTI” DEI DIOSCURI SUL GOVERNO

 

Barbara Acquaviti per il Messaggero

 

Magari avrebbe preferito una tribuna d' onore, invece di uno scomodo loggione. Ma adesso tocca stare a guardare. E, allora, tanto vale mettersi comodi. La riabilitazione di Silvio Berlusconi non ha cambiato la posizione di Forza Italia rispetto al governo, ma l' atteggiamento sì. Più critico ogni giorno che passa. Le voci di un accordo raggiunto tra Lega e M5s, ad Arcore fanno alzare ancora di più il livello di guardia.

BERLUSCONI MATTARELLA

 

In primis, perché in nessun modo - in nome della coalizione - Silvio Berlusconi è stato consultato, o anche minimamente avvertito. E poi perché c' è una questione, a monte, che il leder di Forza Italia non trova accettabile: l' idea che si parta da un programma, prescindendo dal nome del premier, gli sembra, una «anomalia». «Tutto questo - ha sbottato - è una presa in giro. Salvini non mi ha fatto neanche una telefonata».

 

IL PROFILO

berlusconi

Il profilo - spiega a chi lo ha contattato - cambia tutto. Non solo del presidente del Consiglio, ma anche del ministro dell' Economia e degli Esteri. Insomma, gli stessi ruoli su cui anche il Quirinale ha drizzato le sue antenne, preoccupato del riflesso intenzionale del nascituro governo. Ed è proprio il Colle che, in questo momento, Silvio Berlusconi considera come l' alleato più fidato. «Vedrete - ha detto ai suoi - che Mattarella non consentirà la nascita di un esecutivo che possa creare problemi all' Italia sia in Europa che con i nostri alleati atlantici».

 

andrea cangini

Inutile, è il ragionamento che arriva da Forza Italia, mettersi sulle barricate sin da ora. La scelta dell' opposizione critica, di fatto, significa stare sul fiume aspettando che passi il nemico. «La sentenza di riabilitazione - spiega il senatore di Fi, Andrea Cangini - ha rivitalizzato gli animi ma non ha alterato lo scenario, se Lega e M5s sono in grado di assumersi la responsabilità di governo bene, noi comunque faremo una opposizione senza sconti, avendo come punto di riferimento il programma di centrodestra».

 

I CONTI

BERLUSCONI ARCORE

Nello staff dell' ex premier si fanno anche due conti: senza Forza Italia e Fdi, Matteo Salvini non può imporre nessun provvedimento all' alleanza giallo-verde, sarebbe sempre in minoranza. Per questo, non ci si sente in una posizione di debolezza rispetto all' alleato. Nella war room si è ragionato della possibilità di voto anticipato, soprattutto adesso che Berlusconi è tornato candidabile.

 

GIORGIA MELONI MARA CARFAGNA

Ma, in realtà, più che alle Politiche o ad eventuali elezioni suppletive, Berlusconi starebbe pensando alle Europee del 2019, un' occasione per misurarsi con le preferenze. Ma anche, spiegano i fedelissimi, per aver una immunità più stringente di quella legata ai via libera, e agli umori, del Parlamento italiano. «Il risultato del 4 marzo scorso - spiega Mara Carfagna intervistata da Maria Latella a Sky Tg24 - è stato certamente condizionato dall' impossibilità di Silvio Berlusconi a essere candidato pienamente. Spetterà a lui decidere se e quando ricandidarsi, non è una valutazione che sta facendo in queste ore, ma se lo facesse Forza Italia tornerebbe a essere la prima forza del centrodestra».

 

All' opposizione del governo giallo-verde, insieme agli azzurri, si colloca anche il partito di Giorgia Meloni. Oggi si terrà la Direzione nazionale, ma è la leader a tracciare la linea. «Il premier non è l' ultimo problema, è il primo. Se ci fosse una guida della Lega si potrebbe ragionare sul sostegno al governo. Fdi non può sostenere invece un governo a guida M5S».

SERGIO MATTARELLA

 

Ma su un punto Fratelli d' Italia si distingue: l' atteggiamento verso Mattarella. «Non vorrei che alla base delle scelte del presidente della Repubblica, che non ho condiviso, non ci sia anche una certa reticenza a dare l' incarico a personalità non gradite, a forze politiche non gradite. In Italia abbiamo questo curioso atteggiamento dei presidenti, per cui quando vince il Pd siamo in una Repubblica parlamentare, quando vince qualcun altro siamo una Repubblica presidenziale».

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…