IL PD INAUGURA LA STAGIONE (DEGLI ARRESTI) - CHIESTA LA DETENZIONE DI FRANCANTONIO GENOVESE, SIGNORE DEI VOTI DI MESSINA CONVERTITO AL RENZISMO

Roberto Catania per ‘Libero Quotidiano'

La polizia ha bussato a Montecitorio, ieri, per chiedere l'autorizzazione ad arrestare un deputato del Pd. Non uno qualunque, ma colui che alle primarie democratiche per il Parlamento del 2012 è salito sul podio come il più votato d'Italia con quasi 20 mila preferenze: Francantonio Genovese, che ormai è da tempo schierato al fianco del neo premier, Matteo Renzi.

La notizia non coglie del tutto impreparati, dato che il 17 luglio scorso, al termine della prima tranche di questa stessa inchiesta, furono arrestati altri parenti dell'ex sindaco di Messina, tra i quali la moglie e la cognata, Chiara Schirò e la sorella Elena, ad oggi ancora sotto processo. Ieri il gip della provincia siciliana ha deciso di accogliere la richiesta della procura e cercare di aprire le porte del carcere per Genovese, accusato di avere «distratto» in cinque anni sei milioni di euro di risorse pubbliche destinate alla formazione professionale.

Nell'ordinanza si chiedono i domiciliari, già eseguiti, per altre quattro persone, sempre vicine all'esponente del Pd. Si tratta di Salvatore LaMacchia, capo della segreteria particolare dell'ex assessore regionale all'Istruzione ed alla Formazione Mario Centorrino, che secondo gli inquirenti sarebbe stato nominato proprio in "quota" Genovese, Stefano Galletti, Roberto Giunta e Domenico Fazio. Tutti sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate al finanziamento di progetti formativi tenuti da numerosi centri di formazione professionale.

Grazie a intercettazioni e a riprese video sarebbero stati riscontrati legami associativi per la cura degli interessi del "gruppo Genovese". In particolare si è ricostruita l'acquisizione dell'ente di formazione Enfap Palermo, ritenuta l'anello di congiunzione occulto tra Genovese ed un vero e proprio «sistema » sottoposto al suo diretto controllo, per la cura di interessi economici e politici, attraverso l'impiego di finanziamenti pubblici. Sarebbero state inoltre accertate numerose truffe mediante assunzioni fittizie all'Enfap, commesse per occultare l'utilizzo di falsi dipendenti presso la stessa segreteria politica del parlamentare.

Tra le vicende prese in esame nel corso delle indagini, c'è anche la questione del ridimensionamento scolastico regionale. Qui sarebbero emersi rapporti tra Genovese e l'ex senatore Antonio Papania, anche lui del Pd, che non è stato ricandidato alle ultime Politiche, su decisione dei garanti del partito. I due avrebbero ottenuto nomine di personale tecnico-amministrativo, ma soprattutto di dirigenti scolastici. L'intento, secondo gli investigatori, sarebbe stato quello di preservare e conservare il controllo alla dirigenza di alcuni plessi scolastici, anche ai danni di dirigenti scolastici aventi diritto.

Le indagini avrebbero permesso di accertare che i soggetti indagati, «attraverso gli Enti di formazione e società appositamente create, grazie a prezzi gonfiati per l'acquisto di beni e servizi o, addirittura, a prestazioni totalmente simulate, sottraevano a loro vantaggio i fondi assegnati per lo svolgimento dei corsi di formazione». Inoltre «la gran parte degli indagati è risultata legata da vincoli di parentela e di assoluta fiducia».

In particolare a Genovese i pm contestano di essere stato il promotore dell'associazione per delinquere e di aver commesso il reato di riciclaggio per avere intascato, sotto forma di consulenze, oltre 600.000 euro da parte di società del proprio gruppo, parte dei quali erano provento di peculati e frodi alla Regione Siciliana, e di averli poi messi in circolo mediante pagamenti per operazioni inesistenti in modo da non rendere possibile la ricostruzione delle operazioni.

Nell'ordinanza d'arresto si legge anche che il parlamentare del Pd avrebbe operato un vorticoso giro di false fatture tra se stesso e società del gruppo a lui riconducibili per Francantonio Genovese, classe 1968, ex sindaco di Messina, deputato del partito democratico alla Camera ha un record: è il primo parlamentare della nuova legislatura per il quale è stato chiesto l'arresto. Genovese, che secondo la procura di Messina avrebbe commesso reato di riciclaggio per aver intascato, solo per le consulenze, 600mila euro, è il golden boy di Renzi in Sicilia.

Alle primarie per il Parlamento del 2012 è stato addirittura il più votato d'Italia raccogliendo quasi 20mila preferenze, schierandosi con la corrente che fa capo al presidente del Consiglio. Genovese, avvocato cresciuto nella Democrazia cristiana, dove ha debuttato a 18 anni per restare fino al 1994, ha cambiato varie volte casacca passando dalla Dc al Ppi (1994- 1995) e poi: Cristiani Democratici Uniti (1995-1998), Unione Democratica per la Repubblica (1998-1999), Partito Popolare Italiano (1999-2001), La Margherita (2001-2007), per approdare infine al Pd nel 2007. È un figlio d'arte della politica il padre è il senatore Luigi Genovese e nipote del più volte ministro Nino Gullotti entrambi esponenti della Dc. Tra gli incarichi parlamentari spicca la nomina di segretario della Commissione Antimafia (2008-2013).

Attivo anche nel campo imprenditoriale, oltre che nella politica, è azionista e dirigente della società di traghetti guidata da Pietro Franza, manager messinese che opera nel settore armatoriale, edilizio, e alberghiero. Il nome di Francantonio Genovese era sulla lista dei candidati «impresentabili» che la senatrice a vita Franca Rame aveva chiesto di eliminare dalle liste del Pd.

Il Pd già in mattinata ha comunicato la decisione di sospendere Genovese, sebbene lo stesso parlamentare abbia scritto in una nota: «Per comprensibili ragioni di opportunità, non disgiunte dall'alto senso di rispetto che ho sempre avuto nei confronti delle istituzioni, dei colleghi di partito e dei parlamentari tutti, anticipo la mia determinazione ad autosospendermi dal Partito democratico e dal gruppo parlamentare». Genovese si dice sicuro che avrà modo di dimostrare la propria estraneità ai fatti.

 

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