big pena di morte usa

VOLETE LA PENA DI MORTE? SI’, NO, BOH - DIVISI I CANDIDATI ALLA CASA BIANCA: TRUMP E’ A FAVORE (PURE TROPPO, E LA COMUNITA’ NERA SI INCAZZA), SANDERS CONTRARIO, HILLARY…. DIPENDE. QUEL CHE E’ CERTO E’ CHE L’INIEZIONE LETALE E’ UNA TORTURA MEDIEVALE

Paolo Guzzanti per “il Giornale

 

PENA DI MORTE DONNA GEORGIAPENA DI MORTE DONNA GEORGIA

«Per me - dice Donald Trump - una cosa è certa: da presidente ordinerò l' immediata esecuzione di ogni condanna a morte per chi ha ucciso un agente di polizia». È una dichiarazione impegnativa, perché il presidente degli Stati Uniti ha il potere di scorciare i tempi compresi tra sentenza ed esecuzione e la comunità nera l' ha prese male perché gli agenti ci rimettono la pelle quasi soltanto con i neri.

 

Bernie Sanders (il socialista che seguita a battere Hillary Clinton Stato dopo Stato ma senza possibilità di farcela) è il primo candidato nella storia elettorale per la Casa Bianca apertamente contrario alla pena di morte.

pena di morte  pena di morte

 

Hillary Clinton sulla pena di morte fa il pesce in barile: «Credo che sia giusto applicarla in caso di crimini particolarmente efferati, ma non sono affatto d' accordo sul modo in cui viene eseguita in alcuni Stati». La Clinton si riferisce a quegli Stati che si sono distinti per spettacoli di disgustosa macelleria applicando l' iniezione letale, un cocktail di sonniferi e paralizzanti teoricamente indolori.

 

pena di morte usapena di morte usa

Ma il cui risultato in alcuni casi è stato un vero inferno per i condannati. Anche nell' antichità si usava la pozione letale, sia pure per bocca: Socrate dopo aver bevuto la cicuta del carnefice parlò per molto tempo senza dolore con i suoi discepoli, Platone prendeva appunti. Invece quel che succede nelle camere della morte americane è talvolta mostruoso, fino all' uso del trapano nelle caviglie per introdurre nel midollo sostanze letali.

 

La conseguenza è stata che le case farmaceutiche europee come la Pfizer che produce il molto più allegro Viagra e rifiuta la pubblicità negativa o altre come la Dream Pharma LTD di Londra che fornisce il veleno ad Arizona, California e Georgia: hanno quasi tutte fatto un passo indietro e non riforniranno più gli esecutori.

donald trump mangia tacos per il cinco de mayodonald trump mangia tacos per il cinco de mayo

 

In mancanza del veleno da iniettare, al condannato viene offerto un menù alternativo: forca, fucilazione, sedia elettrica, camera a gas. Può scegliere insieme al menù dell' ultima cena. Noi europei restiamo sempre di stucco quando veniamo a contatto con quell' area grigia della mentalità americana in cui abita la pena di morte. Il boia tuttavia è ormai sempre meno occupato. L' anno scorso sono state eseguite meno di trenta condanne con un netto ribasso rispetto agli anni passati.

 

La California, che un tempo vantava il record delle esecuzioni, non esegue una condanna a morte dal 1976. La condanna consiste ormai nel vivere un angoscioso ergastolo nel death row, il braccio della morte dal quale chiunque, in qualsiasi giorno può essere prelevato e trascinato nella stanza dai vetri a specchio e legato a una barella per subire l' iniezione. La vera pena è l' attesa. E quella può durare anni, talvolta decenni finché tutte le carte, i ricorsi e gli appelli hanno terminato la loro procedura.

donald trump  donald trump

 

La BBC America, insieme a quella inglese, ha appena varato una scioccante serie Undercover 2016 che si apre con una terribile esecuzione andata a male, interrotta dopo un' ora di straziante sofferenza. Quando il condannato si riprende ed è ancora in sala rianimazione, il giudice vuole essere aggiornato. Vuole sapere quando il condannato fuori dal coma potrà comprendere il suo gelido sillogismo: «È stato condannato a morire. Non è ancora morto. Dunque deve ancora morire».

 

Il condannato è nero come quasi tutti gli abitanti del death row. La pena di morte resiste, dunque, ma cede terreno. In alcuni Stati è stato proposto di trasformarla in ergastolo senza possibilità di scarcerazione, mai.

 

bernie sanders hillary clintonbernie sanders hillary clinton

Quando ho chiesto a un diplomatico americano come mai le esecuzioni resistessero soltanto negli Stati Uniti nel mondo occidentale, mi rispose: «Vede, noi non è che giustiziamo ogni assassino. Ci vorrebbero migliaia di esecuzioni l' anno. La pena di morte è un Oscar alla carriera. Ne hai fatte troppe ed è ora di darci un taglio».

 

Vent' anni fa volai a Richmond, in Virginia, per capire che atmosfera si respira fuori dal carcere in cui avviene un' esecuzione. Giustiziavano Joseph Roger O' Dell, pluriomicida di cassiere dei supermercati: prima le stuprava, poi le rapinava, infine le uccideva. Le sue ceneri credo siano a Palermo perché l' Italia (compreso il Papa, il governo e madre Teresa) adottò questo condannato con grandi dimostrazioni antiamericane e Leoluca Orlando, sindaco del capoluogo siciliano, ne reclamò e ottenne le ceneri.

bernie  sanders  in vaticanobernie sanders in vaticano

 

Lo spettacolo di quel carcere in Virginia era straniante: la cinta delle mura grigie come quelle di un campo di concentramento, le torrette con i fari e le sentinelle. E intorno, una foresta di alberi ancora coperti a luglio di decorazioni natalizie e dai quali alcuni altoparlanti trasmettevano musica hip-hop.

 

Fuori dal cancello un drappello di oppositori della pena di morte con i loro cartelli cantavano con voce mortificata We shall overcome. A cose fatte, piegarono gli striscioni e se ne andarono. Quando chiesi a un grande giornalista italiano come mai secondo lui gli americani erano insensibili alla campagna per salvare la vita di O' Dell, rispose: «Perché quest' uomo ha rapinato stuprato e ucciso molte donne, dunque è giusto che paghi».

bernie   sanders hillary clintonbernie sanders hillary clinton

 

Allora, chiesi incuriosito, perché scrivi articoli così indignati, sprezzanti e antiamericani?. La risposta fu onesta: «Che c' entra, io scrivo quello che i miei lettori vogliono sentirsi dire. Bisogna pur sapersi sdoppiare nel nostro mestiere».

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO