gennaro sangiuliano carlo fuortes stephane lissner teatro san carlo di napoli

PER SBULLONARE FUORTES DALLA RAI, MELONI E CAMERATI HANNO FATTO UN DECRETO CHE METTE TUTTI IN DIFFICOLTÀ, SALVO LISSNER - UNA VOLTA CHE IL CDA DEL SAN CARLO FARÀ PROPRIO IL PROVVEDIMENTO (FISSA A 70 ANNI IL LIMITE DEL PENSIONAMENTO) SOLLEVANDO l’ATTUALE SOVRINTENDENTE DALL’INCARICO PER NOMINARE FUORTES, LISSNER RICORRERÀ E DOPO MESI-ANNI VERRÀ STABILITO IL SUO REINTEGRO. A QUEL PUNTO SI ANDRÀ IN TRANSAZIONE, LISSNER OTTERRÀ UNA BELLA BUONA-USCITA… - ALTRO PASTICCIO DEL DE-CRETINO: L'ETA' DEI CONSIGLIERI DELLE FONDAZIONI LIRICHE...

Dagoreport

Lissner - SanCarlo

 

L’unico che trarrà vantaggio dal decreto anti-Lissner – se resta com’è, perché deve essere convertito in Parlamento - è Stéphane Lissner. Il passaggio in cui si scrive che “coloro che all’entrata in vigore del decreto hanno compiuto settant’anni cessano anticipatamente dalla carica” rende il decreto quella che si chiama una “norma-provvedimento” e queste sono spesso state bocciate dalla Corte Costituzionale. Inoltre, sempre la Suprema Corte ha vietato di entrare con i decreti nei contratti in corso che, in questo caso, è per giunta uno solo, quello di Lissner.

 

Quindi, una volta che il Cda del Teatro San Carlo farà proprio il provvedimento sollevando Lissner dall’incarico di sovrintendente per nominare Carlo Fuortes (che nel frattempo si sarà dimesso da Ad della Rai) Lissner ricorrerà e dopo mesi-anni verrà stabilito il suo reintegro. A quel punto si andrà in transazione, Lissner otterrà felicemente una bella buona-uscita dal Teatro San Carlo che si vedrà, semmai, assegnato un maggior contributo dal Fus per sanare l’ammanco.

stephane lissner

 

Il provvedimento, fanno sapere dal Governo, non riguarda i consiglieri di amministrazione delle Fondazioni liriche che, in genere, hanno non più di 70 ma più di 80 anni. Ma così come è scritto l’interpretazione è più che scivolosa. Infatti, nel comma 1, si legge che si fa divieto di conferire “incarichi, cariche e collaborazioni” nelle Fondazioni lirico-sinfoniche a chi ha più di 70 anni. Il Cda è una “carica”.

 

Nel caso della Scala quasi tutto il Cda, ovvero il suocero del sindaco Giovanni, Bazoli, il finanziere Francesco Micheli ecc. dovrebbero lasciare. Peggio: se venisse eletto a Napoli o Milano un sindaco con più di 70 anni come potrebbe diventare presidente di diritto del teatro? Qui va cambiato qualcosa del decreto in fase di conversione, altrimenti potremmo vederne delle belle.

lissner

 

Un pasticcio che si complica se pensiamo ad altri aspetti. Il primo: il decreto vale per le Fondazioni lirico-sinfoniche per cui uno di 70 anni non può fare il sovrintendente a Milano, Napoli o Roma… ma, per esempio, pare che nulla vieti il farlo al Regio di Parma e in tutti i teatri storici non Fondazioni liriche (che sono 14). Il secondo: un italiano che va in pensione a 67 potrebbe restare, per la Legge Madia, ancora un anno sovrintendente a titolo gratuito mentre un francese di 67 potrebbe restarne ancora tre, e a pagamento. Il decreto non dice infatti che è estesa anche agli italiani la possibilità di restare sino a 70 anni, età nella quale oggi non ci possono arrivare per Legge.

 

sangiuliano lissner

Era più facile estendere la Legge Madia anche agli stranieri (un anno gratis dopo la pensione e stop) e non toccare nulla di ciò che è in carica, mentre il provvedimento pare estendere la fattispecie (“cariche, incarichi, collaborazioni”). Oppure rifare completamente la Legge Madia, magari in senso contrario e aperturistico, senza la discriminante dell’età (che nella stagione del politically-correct, dove nulla è discriminabile, è invece una discriminazione fortemente perseguita: perché non si potrebbe fare il sovrintendente di un teatro o il direttore di un museo dopo i 70 anni?). Per altro, le Fondazioni lirico-sinfoniche sono fondazioni autonome di diritto privato, ne consegue che non è nemmeno detto che rientrino nel perimetro delle competenze dei dipendenti pubblici.

 

fuortes

Le conseguenze, a parte quelle positive per Lissner, sono peggiori per tutti gli altri. Il “promoveatur” ut amoveatur di Carlo Fuortes non è che gli spalanchi l’avvenire: ben che vada diventerà sovrintendente attivo al San Carlo dopo l’estate, quando starà per compiere 64 anni, quindi con tre anni davanti (più un altro per Legge Madia). Considerato che le Fondazioni lirico-sinfoniche prevedono l’affiancamento di un sovrintendente entrante a partire “da tre anni prima la scadenza di quello in essere” il primo provvedimento che Fuortes potrebbe prendere è cercare il suo successore.

 

Anche quando alla Scala scadrà l’attuale Dominique Meyer, febbraio 2025, per lui non ci sarà rinnovo poiché prossimo ai 70; ma di certo non potrà essere chiamato Fuortes che ne avrebbe 66 e se si chiamasse l’attuale sovrintendente della Fenice, Fortunato Ortombina, ne avrebbe allora 65, quindi avrebbe davanti tre anni (2+1).

 

Insomma, per spostare-accontentare Fuortes, si è fatto un decreto che mette tutti in difficoltà salvo Lissner. Non resta che chiamare un altro straniero, come Alexander Neef (1974) quando andrà in pensione a Parigi. Oppure cercansi giovani uomini appassionati di lirica disponibili a fare i sovrintendenti.

 

beppe sala dominique meyer

 

 

carlo fuortes foto di bacco (2)

 

 

 

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…