
PER LA FOGA DI ALLISCIARSI GIORGIA MELONI, “PIER DUDI” SI PERDE IL PARTITO – LE PAROLE SPREZZANTI DI PIER SILVIO BERLUSCONI VERSO TAJANI E GLI ALTRI VERTICI DI FORZA ITALIA (RITA DALLA CHIESA E MAURIZIO GASPARRI) AGITANO GLI AZZURRI, GIÀ DEBILITATI DALLE CONTINUE GAFFE DEL SEGRETARIO (“QUANDO AFFERMA UNA COSA, LO DICE CHIARO E TONTO”, È LA BATTUTA CHE GIRA TRA I PARLAMENTARI) E DALLA GESTIONE LOCALE. MA ALTERNATIVE NON SE NE VEDONO: SE PIER SILVIO VUOLE UN NUOVO “FORMAT”, PERCHÉ NON SCENDE IN CAMPO DIRETTAMENTE? - RITA DALLA CHIESA: “NON CREDO NE FACCIA UNA QUESTIONE DI ETÀ, SAREBBE POCO CARINO. IO SONO MOLTO PIÙ AVANTI CON LE MIE BATTAGLIE SUI DIRITTI CIVILI, SUL FINE VITA. HA ATTACCATO NOI PERCHÉ CI…” - LA CHIAMATA DI TAJANI CON MARINA BERLUSCONI
1. LE PAROLE AGITANO IL PARTITO TAJANI: IO E LUI IN SINTONIA MA FI NON È UN’AZIENDA
Estratto dell’articolo di Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”
PIER SILVIO BERLUSCONI - PRESENTAZIONE PALINSESTI MEDIASET
Non c’erano falchi, colombe o campi di guerra in Forza Italia fino a ieri. Ma le parole di Pier Silvio Berlusconi un nuovo fronte lo aprono, non solo per i nomi citati.
Intanto l’uscita dura sullo ius scholae. È una scomunica per il segretario?
In realtà nessuno pensa che si vogliano cambiamenti al vertice, peraltro ben difficili visto che è stato appena celebrato un congresso e il prossimo sarà nel 2027.
L’opinione prevalente è che le parole siano servite a rassicurare Giorgia Meloni, anche se la proposta di Tajani «non si capisce perché non debba piacere alla famiglia, visto che lo stesso Berlusconi la sosteneva...».
ANTONIO TAJANI - FOTO LAPRESSE
[...] Antonio Tajani cerca di smontare subito il caso: «Siamo perfettamente in linea, anche per noi non è una priorità lo ius scholae», anche se la sua convinzione è che prima o poi la politica dovrà fare i conti con la realtà.
[...].
Ma quello che agita di più gli azzurri, e fa un po’ godere i critici interni di Tajani, è il malessere che il capo di Mediaset ha mostrato rispetto alla classe dirigente: vecchia, usurata, senza novità.
Tajani quasi allarga le braccia: «Siamo disponibilissimi a mettere in campo facce nuove.
E lo facciamo: il segretario dei giovani Simone Leoni sta andando in tivù, ci vanno i nostri vicesegretari come Bergamini, i governatori come Occhiuto, Cirio...».
Cirio che, accanto a lui, conferma: «Antonio ci dice sempre di allargarci, semmai le resistenze sono a volte sul territorio...».
Ma, è la risposta indiretta del segretario a Pier Silvio, un «partito non è un’azienda dove si può assumere il miglior manager e metterlo in campo: serve formazione, esperienza, capacità e servono eletti.
PIER SILVIO BERLUSCONI - PRESENTAZIONE PALINSESTI MEDIASET
La nostra classe dirigente, di cui sono fiero, è questa. Non si inventano “personaggi” da un giorno all’altro.
Non è che si prende qualcuno da fuori dal nulla, abbiamo fatto appena un congresso. Questa è la grande novità, che siamo un partito vero».
Mentre c’è chi nota come, se è vero che la famiglia Berlusconi finanzia FI con 700 mila euro, 1,5 milioni arrivano dal tesseramento.
Insomma, la replica vale anche per chi racconta di mugugni nel partito per la gestione Tajani: per carità, dicono alcuni, lui è un «gran lavoratore, ma ha attorno solo i fedelissimi […]. Non crescono facce nuove così».
Ci sarebbe un certo malcontento per la gestione lombarda, come in Calabria, in Sardegna, anche a Roma ci sarebbero frizioni tra Fassone e Lotito, e c’è chi sussurra che pure Gianni Letta avrebbe manifestato qualche dubbio.
Ma ad oggi alternative se ne vedono poche, nonostante la voglia di Pier Silvio di un nuovo format. E sulla sua discesa in campo?
«Se mai lo volesse — dicono dal partito — sarebbe vicino alle elezioni, e solo con Meloni in fase calante. Altrimenti perché mettere a rischio l’azienda per fare il numero due di Giorgia?».
2. PIER SILVIO SCUOTE IL PARTITO E IL MINISTRO PREOCCUPATO CERCA LA SPONDA DI MARINA
Estratto dell'articolo di Lorenzo De Cicco per "la Repubblica"
[...] FI [...] è un pentolone che ribolle di crucci, turbamenti personali e malcelati compiacimenti.
L'ala tajanea mastica amaro, ma ingoia il boccone. Quella fetta di partito che il vicepremier l'ha sempre mal sopportato invece pare appagata dai «colpetti» assestati da Berlusconi jr.
Tutti pubblicamente tacciono, però, [...] e nessuno può sapere davvero se la sortita di Pier Silvio sull'ipotetico futuro in politica sia solo un modo di accarezzare l'idea, di vedere magari l'effetto che fa, o un progetto che tra un anno, un anno e mezzo, può sul serio mettere radici. «E con lui arriveremmo al 20%!», sparano i più entusiasti, con la garanzia del massimo riserbo.
I più indaffarati a smorzare l'impatto dei «colpetti» del capo del Biscione sono gli uomini del segretario. L'ordine di scuderia è: minimizzare. Della serie: queste cose Pier Silvio le ha sempre dette.
Da fonti parlamentari vicine al capo della Farnesina trapela però una notizia: ieri l'altro, alla vigilia della presentazione dei palinsesti Mediaset, Tajani ha avuto una lunga e cordiale chiamata con Marina Berlusconi.
Quasi a suggerire un avvertimento della primogenita del Cavaliere sui marosi alle viste. Ambienti vicini alla presidente di Mondadori confermano sì la telefonata, ma smentiscono che Marina Berlusconi abbia avuto contezza di quanto avrebbe dichiarato il fratello l'indomani.
L'EREDITA DI BERLUSCONI - MEME BY EMILIANO CARLI
Di conseguenza questo argomento, con Tajani, di certo non è stato affrontato. La telefonata ha riguardato invece la battaglia sulla cittadinanza che si è intestato il leader azzurro. Lo Ius scholae o Ius italiae, che però è stata derubricata ora dallo stesso vicepremier come una «non priorità». Su questo, Marina e Pier Silvio sembrano allineati.
Ma più della riforma, già moribonda da quando è stata annunciata un anno fa, a gettare scompiglio tra gli azzurri sono le parole con cui Pier Silvio ha bollato praticamente tutta la catena di comando di San Lorenzo in Lucina: «Servono nuovi leader».
marina berlusconi piersilvio e silvio
Berlusconi junior cita Maurizio Gasparri, oltre a Tajani, e subito dopo Rita Dalla Chiesa, che pure in Parlamento è al primo giro e senza ruoli apicali. Ma il messaggio [...] viene allargato ad altri, come il capogruppo a Montecitorio, Paolo Barelli, anni 71. Tajani però, raccontano nel suo giro stretto, non avrebbe in mente cambi di organigramma. [...]
2. RITA DALLA CHIESA: «L’ETÀ NON CONTA SU CERTI DOSSIER SONO PIÙ AVANTI DI TANTI GIOVANI»
Estratto dell’articolo di G. A. F. per il “Corriere della Sera”
ANTONIO TAJANI - FOTO LAPRESSE
Rita Dalla Chiesa, deputata azzurra dopo una lunga carriera televisiva, a margine della presentazione dei palinsesti Mediaset Pier Silvio Berlusconi ha detto così: «Dentro Forza Italia bisogna guardare avanti: Tajani è bravissimo, Dalla Chiesa è bravissima, Gasparri è bravissimo... Ma ci vuole anche altro, nel senso di apertura, di visione del futuro».
[…] Non l’ha vista dunque come una critica generazionale, come la necessità di puntare su volti più giovani?
«Non credo ne faccia una questione di età, perché sarebbe poco carino. L’età non credo debba essere un deterrente, perché ad esempio io sono molto più avanti con le mie battaglie sui diritti civili, sul fine vita.
PIER SILVIO BERLUSCONI - PRESENTAZIONE PALINSESTI MEDIASET
Dentro Forza Italia siamo tante teste a pensare e ci sono anche tante teste giovani. Magari su alcune cose sono più avanti io».
Perché allora ha tirato fuori proprio lei e Gasparri?
«Credo lo abbia fatto perché ci conosciamo da sempre. Era un ragazzo quando io lavoravo con il papà. [...] Gli voglio bene […]».
Se non è una critica, possiamo dire che è stato uno stimolo?
«Non la vedo come una critica, la vedo come un dire: “Ragazzi, va bene, ma guardate che c’è altro, dovete trovare altri modi di fare politica, anche incavolarsi di più”».
anna maria quattrini, silvio berlusconi, valeria fabrizi e rita dalla chiesa ph brel genovese
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