alessia d'alessandro

PER “GIGGINO” BASTA LEGGERE “ECONOMIST” PER DIVENTARE ECONOMISTI – IL CASO DI ALESSIA D’ALESSANDRO – LA CANDIDATA CINQUE STELLE RIDIMENSIONA LE CINQUE BALLE DI DI MAIO. COME? CON UN’INTERVISTA AL NEW YORK TIMES. PRIMA AVEVA AVALLATO LA SUA COLLABORAZIONE CON LA MERKEL, POI CI RIPENSA

 

Da www.agi.it

 

ALESSIA DALESSANDRO

Lei è la prima a essere arrabbiata. E, paradossalmente, lo è più di tutti con l'uomo che ha cercato di lanciarla in una brillante carriera politica. Alessia D'Alessandro, presentata da Luigi Di Maio come "una economista che lavora con la Cdu in Germania", ha dovuto puntualizzare qualche dettaglio del suo curriculum nientemeno che con il New York Times al quale ha concesso una lunga intervista per spiegare come stanno veramente le cose. E per uscire indenne da un meccanismo che rischiava di trasformarsi in un micidiale tritacarne. Ma per capire bisogna andare con ordine, a partire da quell'intervista in cui il candidato premier di M5s si è lasciato prendere dall'entusiasmo.

 

LA BENEDIZIONE

LUIGI DI MAIO

E' la fine di gennaio: in una puntata di 'Di Martedì' Luigi Di Maio parla di Alessia D'Alessandro come della candidata che ad Agropoli, in provincia di Salerno, M5s oppone a Franco Alfieri, il 'sindaco delle fritture' schierato dal Pd per volontà del governatore della regione Campania, Vincenzo De Luca. Di Maio la descrive, per l'appunto, come una giovane economista che lavora per il partito di Angela Merkel.

 

IL CARICO DA 11...

A caricare i toni ci pensa il Corriere della Sera, che rilanciando su Facebook un articolo scrive che la D'Alessandro è stata 'strappata alla Merkel'. "Economista, plurilaureata, parla cinque lingue e lavora come staffista al Centro ricerche economiche della Cdu, il partito della Cancelliera tedesca" scrive il quotidiano.  

 

...E LA PRECISAZIONE

alessia d alessandro

Passano poche ore ed è lo stesso consiglio economico della Cdu a chiarire che Alessia D’Alessandro collabora solo come assistente, “non è operativa in nessun ambito rilevante dal punto di vista politico” e “non cura contatti politici”. “Abbiamo l’impressione che la sua posizione nel consiglio economico sia stata ingigantita in modo poco serio dal suo partito nei media italiani" afferma un portavoce del consiglio "non vorremmo aggiungere a questo fracasso politico altri commenti”.

 

Esperienza che tra l'altro si conclude quel giorno: il portavoce aggiunge anche che la D’Alessandro “lascia il Consiglio, per suo desiderio”. Un'economista, una modella o un malinteso? Chi è davvero Alessia D'Alessandro

 

LA VERSIONE DI ALESSIA - PARTE PRIMA

alessia d alessandro

A questo punto è la stessa D'Alessandro a voler mettere i puntini sulle i. E lo fa con un'intervista a Vanity Fair in cui chiarisce che: ha "lavorato per la direzione del Consiglio Economico della Cdu, un think tank dove l’industria tedesca ha modo di discutere con i politici di tematiche nazionali e internazionali", ma non ha mai avuto contatti con politici ("mi confrontavo con gli esperti del consiglio economico. Lavoravo con le commissioni che proponevano discussioni su temi di varia natura") e no, non ha conosciuto Angela Merkel, ma l'ha "vista una volta a un evento".

 

Racconta di sè che ha occasionalmente fatto la modella per pagarsi gli studi, ma che ha anche lavorato "nel reparto di contabilità di un’azienda, nel settore delle risorse umane, come consulente internazionale, nell’area della corporate communication e nel turismo". Che da piccola ha fatto la ballerina e che a 14 anni aveva già letto il 'Manifesto' di Marx, colpita dal concetto di lotta di classe, senza sentirsi però di sinistra perché "interessata al contenuto più che all’etichetta".

alessia d alessandro

 

E' l'inizio di febbraio e la cosa sembra chiusa, finché di questa bella ragazza poliglotta, promessa della politica a cinque stelle, non si interessa nientemeno che il New York Times. E qui altri puntini su altre i.

 

LA VERSIONE DI ALESSIA - PARTE SECONDA

Al quotidiano newyorkese Alessia D'Alessandro dice che, in effetti, la presentazione fatta da Di Maio "non è stata proprio puntuale". Chiarisce di non essere un'economista "anche se nei momenti liberi mi piace leggere l'Economist" e di voler "un giorno essere un'economista". Tuttavia riconosce che il candidato premiere M5s ha creato un po' di confusione quando l'ha descritta come "qualcuno che lavora in un'istituzione legata alla Cdu e quindi alla Merkel".

merkel 2

 

L'impressione, insomma, è che qualcuno abbia - a sua insaputa - gonfiato il suo curriculum. Ed è questo che la fa sbottare: "Che stanno combinando in Italia?" dice al NYT. E si tira via dal tritacarne. Appena in tempo. 

alessia d alessandro alessia d alessandro

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…