CHE FA IL BANANA DAVANTI AL TRACOLLO PDL? E’ TRANQUILLO, COME UN PISELLO NEL PROPRIO BACCELLO. SA CHE PROVOCARE OGGI UNA CRISI, COME SMANIANO I FALCHI ALLA SANTADECHE’ ED EX AN, E’ UN GESTO QUASI FOLLE: TEME IL PRECIPITARE DELLA CRISI GRECA E NON VEDE CHIARO NELLE PROSSIME MOSSE DI HOLLANDE - E’ POI TROVA SPAVENTOSO L’ASTENSIONISMO DEGLI ELETTORI MODERATI, IL RIFIUTO DELLA SCHEDA O ADDIRITTURA LA SCHEDA BIANCA POLITICAMENTE MOTIVATA…

Ugo Magri per "la Stampa"

L' ira folle di Berlusconi? La rabbia del Cavaliere per la legnata alle Amministrative? Mai stereotipo fu più falso. Silvio viene descritto in queste ore dai suoi attendenti come ringalluzzito dalla sconfitta, molto voglioso di battersi e di prendersi la rivincita tra un anno, nel 2013.

Talmente allegro e pimpante da fare sorgere il dubbio che dica la verità quando sostiene di avere temuto il peggio. Al punto da disertare la campagna (tranne una comparsata a Monza) e da rifugiarsi nel weekend da Putin per respirare in Russia (come ha scherzato paradossalmente con gli amici più stretti) «una ventata di libertà e di sana democrazia...».

L'uomo scruta i sondaggi, anzitutto quelli che gli scodella Euromedia Research, quindi non si era fatto illusioni. Anzi. Si racconta che dieci giorni fa avesse lasciato di sale il presidente della Repubblica, confidando sul Colle la paura di finire sul lastrico, di «morire povero» come effetto della slavina politica in atto. Appena atterrato da Mosca si è chiuso nel suo ufficio con il segretario nazionale Alfano per un'analisi di dati e cifre da cui ha tratto un paio di conclusioni.

La prima: proiettato sulle Politiche, il voto al Pdl vale un 23-24 per cento, cioè quanto già dicono più o meno tutte le rilevazioni su scala nazionale. Dunque nessun motivo nuovo per strapparsi le vesti. Ha influito negativamente, secondo Alfano, il sostegno al governo Monti che l'elettorato Pdl vede sempre più come fumo negli occhi, e dunque d'ora in avanti l'appoggio non sarà né automatico né scontato. Fino al punto da far cadere il governo? Corrono in proposito le voci più discordanti.

E' in atto un'offensiva della Santanché, la quale esercita su Berlusconi l'influenza di ogni donna fatale, che spinge per tagliare i ponti con il governo. Sommata agli ex di An, potrebbe spostare l'asse del partito. A complicare le cose ci si è messo il presidente del Consiglio con la battuta poi corretta sui suicidi provocati dal precedente governo, che in via del Plebiscito è stata accolta con sdegno.

Nello stesso tempo Berlusconi, che ha l'occhio largo di chi guarda oltre i confini, teme il precipitare della crisi greca, non vede chiaro nelle prossime mosse di Hollande, insomma giudica azzardoso provocare la crisi in uno scenario così instabile. Assoluzione piena per il segretario e per come ha condotto la battaglia elettorale. Alfano non deve temere nulla, resterà allenatore del Pdl al pari di Allegri (nonostante che il Milan abbia «buttato via» lo scudetto).

Seconda riflessione del Cavaliere: è spaventoso l'astensionismo degli elettori moderati, il rifiuto della scheda o addirittura la scheda bianca politicamente motivata. «E' lì che dobbiamo a tutti i costi recuperare», sostiene Berlusconi, andare a convincere gli scontenti e i protestatari, perfino a costo di osare l'inimmaginabile tipo il corteggiamento dei grillini, degli elettori e dei candidati a cinque stelle: operazione in cui si è lanciato ventre a terra non uno qualunque ma il coordinatore regionale del Pdl lombardo, Mario Mantovani.

Poi in serata l'ex-premier ha riunito tutti i notabili, che da 48 ore bivaccavano nell'ufficio di Alfano al quarto piano di via dell'Umiltà. E naturalmente si è incominciato a discutere di alte strategie, dall'ipotesi di trasformare il Pdl in una grande confederazione destinata a riassorbire nel proprio ventre l'intero moderatismo italiano, per finire con i progetti di riforma elettorale dove, effettivamente, qualcosa si sta muovendo.

E' un giudizio da tutti condiviso, nello stato maggiore berlusconiano, che la cosiddetta Bozza Violante (un mix ponderato di sistema spagnolo e tedesco) non abbia superato lo «stress test» delle elezioni amministrative. Con quel sistema, ammoniscono gli esperti Pdl, si accentuerebbe la frammentazione a discapito dei due maggiori partiti.

Per cui tornano di moda i bipolaristi. E addirittura i fautori del doppio turno alla francese nella speranza di recuperare i voti centristi e leghisti senza pagare dazio né a Casini né a Maroni. Lupi ne ha discusso personalmente con Berlusconi, il quale però non sembra troppo convinto. «Con quel sistema vincono le sinistre», ha tagliato corto. Meglio un «Porcellum» riveduto e corretto.

 

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