PER IL SINDACO MARINATO È ARRIVATO IL BACIO DELLA MORTE: LA PETIZIONE ONLINE CON FIRMATARIO ZAGREBELSKI! - MENTRE PERDE PEZZI, SI BUTTA TRA LE BRACCIA DI SEL, LIQUIDA RENZI E MANDA UNA FRECCIATA A RUTELLI: "UN IMPORTANTE POLITICO DEL SECOLO SCORSO"

1. SCATTA LA FUGA DAL CAMPIDOGLIO: ODEVAINE TIRA IN BALLO MARINO

Laura Cesaretti per “il Giornale

 

Guido ImprotaGuido Improta

Autosospensioni dal Pd in consiglio comunale, abbandoni di capigruppo, il cda di uno dei principali enti museali romani che si dimette accusando il sindaco di non mantenere gli impegni, assessori in uscita: attorno al sindaco Ignazio Marino il terreno continua a franare. Mentre Palazzo Chigi e gran parte del Pd non fanno mistero di lavorare ad una exit strategy che porti al commissariamento del Comune.

lorenza bonaccorsilorenza bonaccorsi

 

Con divisioni interne sulla tempistica e sugli obiettivi, però: «Vogliamo un chiarimento dal commissario Matteo Orfini, perché non si capisce quale sia la linea Pd sul Campidoglio», annuncia la deputata romana Lorenza Buonaccorsi, renziana della prima ora, che rimprovera al presidente Pd un eccesso di difesa del sindaco: «Chi volete che abbia organizzato la claque per Marino alla festa dell'Unità?», chiede ironica.

 

Il sindaco? Resiste e rilancia: per venerdì è annunciata una manifestazione a suo sostegno, promossa attraverso i social network; si raccolgono firme di intellettuali della sinistra radical (da Zagrebelski a Furio Colombo) su petizioni in suo favore, mentre Marino va a farsi applaudire alla festa di Sel, stuzzica Renzi invitandolo a fare «una passeggiata ai Fori pedonalizzati», pubblica un tweet di supporto ricevuto dal sindaco di New York De Blasio.

MARINO ORFINIMARINO ORFINI

 

La strategia è chiara: apparire vittima di un premier autoritario e di partiti inquinati (in primis il Pd) che lo vorrebbero cacciare per riprendersi la città, e coalizzare attorno a sé quei salotti dell'intellighenzia di sinistra che vedono Renzi come il fumo negli occhi.

 

Intanto nel Pd sale la tensione tra chi vuole una resa dei conti immediata e chi temporeggia per una via d'uscita più indolore possibile. Renzi, guardando i sondaggi Pd alla vigilia dei ballottaggi del 15 giugno, ha capito che la «zavorra» romana, dopo Mafia Capitale, rischiava di trascinarlo con sé verso il basso: «Dobbiamo muoverci subito su Roma», ha annunciato ai suoi. Con l'obiettivo di votare a Roma nel 2016, anche per evitare di sovrapporre il voto per il Campidoglio alle Politiche.

 

La tempistica concordata con Orfini vede come deadline la relazione del prefetto Gabrielli su Roma Capitale. Che però, spiegano dal governo, potrebbe arrivare prima del previsto, ossia di fine luglio. Poi si aprirà il rischioso capitolo «come far dimettere Marino»: se convincerlo «con le buone», come vorrebbe Orfini, o arrivare allo strappo della sfiducia in Consiglio comunale, col rischio di ritrovarselo come acerrimo nemico.

ignazio marino e bill de blasioignazio marino e bill de blasio

 

Intanto si accelera la «ripulitura» del Pd romano: il commissario e i suoi hanno lavorato per spingere al passo indietro alcuni esponenti finiti nelle carte di Mafia Capitale, giocando d'anticipo anche sulla magistratura: Alfredo Ferrari - che presiede la commissione Bilancio in Campidoglio - si è autosospeso dal Pd, Luca Giansanti si è dimesso da capogruppo della Lista Marino, si preme anche sull'ex capogruppo Pd D'Ausilio.

Franco Bernabe Franco Bernabe

 

Ben diverse le ragioni delle dimissioni del cda del Palaexpo presieduto da Franco Bernabè e nominato appena un anno fa da Marino. Bernabè e gli altri accusano il Comune di aver brutalmente tagliato i fondi, rendendo «oggettivamente impossibile lo svolgimento delle attività». Marino non batte ciglio e annuncia il commissariamento dell'ente, i suoi supporter gridano al complotto (renziano, naturalmente): «Se la sequela di dimissioni fosse una strategia per costringere il sindaco alla resa sarebbe una cosa vergognosa», tuona l'ex segretario del Pd romano Marco Miccoli, oggi deputato. La guerra è ormai dichiarata.

 

E dal verbale di un collaboratore di Luca Odevaine, Pietro Grappasonni, emerge un'altra storia scomoda per Marino. Grappasonni, impiegato nella coop Abitus - della quale l'ex braccio destro di Veltroni era il «dominus» secondo la provincia di Roma - mette a verbale quello che sa da persona informata sui fatti, e non indagato, sui rapporti del suo «capo».

 

odevaineodevaine

E, per illustrare le relazioni in essere tra Odevaine e le coop bianche, spiega che quando a fine 2013 Marino voleva chiudere la struttura d'accoglienza di via Boccea, «Tiziano Zuccolo (della coop Domus Caritatis, ndr) chiese a Odevaine di intercedere con il sindaco Marino per evitare la chiusura della struttura». Che «poi non venne chiusa».

 

 

2. MARINO ALLA FESTA DI SEL: “RUTELLI? APPARTIENE AL SECOLO SCORSO. IL NOSTRO UN GOVERNO DI SINISTRA”

Lorenzo D’Albergo per “la Repubblica - Roma

 

ignazio marino alla festa di selignazio marino alla festa di sel

Tira dritto Ignazio Marino. E, nonostante il tour de force degli ultimi giorni, ieri sera il sindaco ha trovato anche la verve per ribattere a Francesco Rutelli, che nelle ultime ore gli aveva suggerito di rafforzare al più presto la giunta. Più che una replica, una frecciata: per il chirurgo dem, il predecessore è nulla più di «un importante politico del passato».

ignazio marino  alla festa di selignazio marino alla festa di sel

 

D’altronde, ieri sera, il primo cittadino ha dimostrato di trovarsi a proprio agio davanti al pubblico di Sel. Quasi un padrone di casa: dopo aver definito la Villetta di Garbatella «un salotto di famiglia», ecco un esordio capace di strappare un lungo applauso al popolo dell’alleato più stretto: «Il nostro è un governo di sinistra ». Quindi il bis. Quando il presidente dell’assemblea nazionale di Sel Paolo Cento ha ringraziato il vicesindaco Luigi Nieri (seduto in prima fila, come il vicegovernatore Massimiliano Smeriglio) è stato Marino a trascinare i 200 dell’uditorio in un accenno di ovazione.

 

Scaldata la platea, è arrivato il momento di giocare a carte scoperte con il doppio obiettivo di nascondere le crepe dell’esecutivo e raccogliere consensi. Un intento, l’ultimo, divenuto chiaro dopo i primi minuti passati ad arroccarsi sulle medaglie del passato. Dopo aver snocciolato i successi della sua amministrazione, dalla chiusura di Malagrotta al registro delle unioni civili, alla pedonalizzazione di via ei Fori Imperiali a, il sindaco ha puntato dritto alla pancia del pubblico.

 

I TRE SINDACI RUTELLI VELTRONI MARINO AL FUNERALE LAICO DI ARNOLDO FOA FOTO LAPRESSE I TRE SINDACI RUTELLI VELTRONI MARINO AL FUNERALE LAICO DI ARNOLDO FOA FOTO LAPRESSE

Trasporti, pulizia, lavoro, sociale: gli stessi temi su cui si baserà il patto che il capogruppo di Sel, Gianluca Peciola, presenterà domani in Campidoglio. «Quelli di Sel sono interlocutori difficili — ha spiegato il primo cittadino — ma poi hanno vinto due principi: garantire i servizi e il decoro ai cittadini e salvaguardare i posti di lavoro».

 

ignazio  marino  alla festa di selignazio marino alla festa di sel

Un cambio di direzione che gli alleati sembrano aver apprezzato, rinnovando all’inquilino di palazzo Senatorio una fiducia “condizionata”. «Va ricostruito un patto — ha ricordato Peciola — e l’agenda deve cambiare. Ma se ci sarà un rimpasto di giunta, vogliamo i campioni del mondo». Incrollabile la fiducia nell’attuale giunta da parte del sindaco: «In questo momento altri campioni non ne vedo e vado avanti con quelli che ho».

 

E sulle possibili dimissioni di Improta, ancora una risposta secca: «Stiamo continuando a lavorare insieme sulla viabilità. Non c’è nessun conflitto tra di noi». Per combinazione le stesse parole usate per il premier: «Penso che non ci sia alcun conflitto con Matteo Renzi. Abbiamo il dovere di fare avanzare la città insieme».

Gustavo Zagrebelsky foto La PresseGustavo Zagrebelsky foto La Presse

 

 

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