INTERCEPTOR – VIOLANTE CON LA SCORTA, “È VERO, RENZI SEMBRA CETTO LA QUALUNQUE” – POI LO DIFENDE SULLA CADUTA DI ENRICO LETTA: “UNO DEVE CAPIRE QUANDO FARSI DA PARTE”

Franco Bechis per “Libero Quotidiano

 

Luciano Violante Luciano Violante

L’operazione-simpatia che da mesi sta intessendo Luciano Violante non è bastata. Per l’ennesima volta ieri sera il voto per Corte Costituzionale e Csm ha dato a sorpresa fumata nera quando tutte le previsioni della vigilia davano per certo il raggiungimento del quorum almeno per l’ex presidente della Camera e per il forzista Donato Bruno. Violante si è fermato a 544 voti (ne servivano 26 di più). Bruno a 526. Serviranno altre votazioni, e i candidati per ora resteranno in campo. Ma è forse proprio in quell’operazione simpatia che si cela l’ostacolo più grande per Violante

 

Perché è stata diretta più ai nemici storici che agli amici. E il suo problema è tutto interno al Pd. Per capire di più forse bisogna fare un salto indietro di qualche ora. Aeroporto di Torino-Caselle, sera di sabato 13 settembre. Sul volo Torino-Roma Alitalia AZ1430 delle 19,10 è appena salito il candidato alla Corte Costituzionale Luciano Violante. Entra e vede due signore con il loro trolley e qualche difficoltà a trovare spazio. Si fa avanti come un vero gentleman. Prende lui i trolley e li posa nel vano sorridente, incantando le signore.

LA SOFFERENA DI MATTEO RENZI IN BICICLETTALA SOFFERENA DI MATTEO RENZI IN BICICLETTA

 

Chissà, forse Violante è sempre stato così. Lo raccontano anche i suoi inquilini di casa a Torino: gentile, sempre disponibile, pronto a scusarsi per i disagi causati agli altri dal dispositivo di protezione che ha sempre avuto, prima come magistrato, poi come politico sempre investito da alte cariche. Sarà così di natura. Ma quando è candidato a qualcosa lo è di più. Grazie a questo suo naturale savoir-faire è riuscito negli anni a fare compiere una rivoluzione copernicana anche ai giudizi più critici nei suoi confronti.

 

Qualcuno si ricorda ancora il 1994? In quella campagna elettorale era il nemico numero uno di Forza Italia, il comunista della gioiosa macchina da guerra che manovrava i giudici per fare fuori quel Silvio Berlusconi di cui solo lui aveva intuito il rischio. Venti anni dopo è diventato il candidato alla Corte Costituzionale, magari vissuto come un maldipancia dal Pd, ma convintamente votato da Forza Italia.

 

Renato Brunetta Renato Brunetta

A chi ha vissuto la nascita del movimento azzurro deve essere andata di traverso l’intervista del capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, apparsa ieri mattina su Repubblica: «Violante? Grandissimo uomo delle istituzioni, un grande giurista, un garantista. Mi considero ben rappresentato nella Consulta da lui».

 

O la rivoluzione copernicana l’ha fatta Brunetta, oppure proprio Violante si è trasformato negli anni. «Luciano, allora, devo farti gli auguri?». Poco prima della partenza di quel volo mentre Violante stava scherzando con la scorta che lo aveva accompagnato al gate di partenza, è arrivato un ex parlamentare del Pd, Silvio Sircana, che fu portavoce di Romano Prodi. «No, niente auguri. Meglio aspettare», ha tagliato saggiamente corto il candidato. Ha cercato di affascinare il suo ospite, con lo spirito del vero candidato.

Albanese - Cetto La QualunqueAlbanese - Cetto La Qualunque

 

A Violante piace piacere, e per questo aspetto del carattere ogni tanto il piede fermo è scivolato sulla buccia di banana. Dichiarazioni mal comprese, polemiche politiche e via dicendo. Poco prima dell’arrivo di Sircana, al gate aeroportuale l’operazione-simpatia aveva riguardato la scorta. Argomento scivoloso però, perché lì seduti in attesa della partenza erano molti, con le orecchie ben tese ad ascoltare il personaggio del momento.

 

La scorta sollecitava il giudizio del candidato alla Corte Costituzionale su un tema assai spinoso per lui: Matteo Renzi. Evidente che oggi il premier non sia in cima al gradimento degli agenti. Ma quando uno dei poliziotti ha suggerito. «Il premier? Sembra Cetto la Qualunque...», Violante è sobbalzato. Non per il paragone irriguardoso: semplicemente non conosceva il film di Antonio Albanese, né il politico di fantasia su cui era stata costruita la figura di Cetto.

 

RAFFAELE FITTORAFFAELE FITTO

L’uomo della scorta ha tirato fuori il suo palmare, smanettato un po’ su YouTube, e tirato fuori un fortunato video che metteva a confronto alcune partecipazioni tv di Renzi (Ballarò, Porta a Porta, il discorso inaugurale in Senato) con alcune scene del film di Albanese. Violante ha sorriso: «È vero, Renzi sembra proprio Cetto la Qualunque. I discorsi sono proprio identici...». E meno male che su quel volo non c’era nessun passeggero legato al premier italiano. Per altro lo stesso Violante si deve essere reso conto del rischio corso con quella battuta, tanto da rettificare subito il tiro cogliendo al volo la discussione che era partita fra gli uomini della scorta.

 

Uno di loro aveva proseguito il discorso, lamentando lo scarso stile con cui Renzi aveva liquidato il povero Enrico Letta. Violante l’ha fermato severo: «Eh, no, qui non sono d’accordo. Bisogna sempre capire il momento in cui uno deve farsi da parte...». Così la conversazione è proseguita su altri temi politici, virando sul centro-destra. E la scorta ha appreso della simpatia che l’ex presidente della Camera nutre nei confronti di Raffaele Fitto: «Non pensavo riuscisse a tenere testa come fa. Va a finire che è lui l’erede adatto di Silvio Berlusconi. Mostra molto più carattere di Angelino Alfano...».

 

Certo, ogni giudizio è un rischio in un quadro politico come quello italiano: ne lodi uno, va a finire che ne offendi un altro. Per Violante candidato in bilico votazione dopo votazione è stato come camminare sulle braci ardenti.

 

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