giorgia meloni ignazio la russa marcello de angelis strage di bologna

GIORGIA, IL PASSATO TI TRAPASSA - PER UNA VOLTA CHE LA RUSSA USA UNA POSTURA ADATTA ALLA SECONDA CARICA DELLO STATO ("BOLOGNA, STRAGE NEOFASCISTA"), ARRIVA LA RIVOLTA DELLO ZOCCOLO DURO E NERO DI FRATELLI D'ITALIA – QUANDO MARCELLO DE ANGELIS PARLA DI “CARICHE ISTITUZIONALI” CHE MENTONO, SI RIFERISCE OVVIAMENTE ALLE PAROLE DI ‘GNAZIO – SE NON TROVA IL CORAGGIO DI UNA SVOLTA/ABIURA ALLA FINI, PER LA MELONI SARA' SEMPRE LA STESSA STORIA: IL RETAGGIO POST-FASCISTA DEI CAMERATI DI IERI TRASFORMA I SOGNI DI REVERGINATION CONSERVATRICE IN UN INCUBO DI EIA EIA ALALA'…

Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “La Stampa”

 

ignazio la russa

Dalla vicenda De Angelis, Palazzo Chigi vuole restare il più lontano possibile, «è un problema del presidente della Regione Lazio», ripetono i fedelissimi di Giorgia Meloni. Eppure il caso […] costringe tutti a fare i conti con la difficile transizione dal post fascismo al "partito conservatore" che la premier spera di realizzare in un futuro non troppo lontano.

 

Dietro alle parole di Marcello De Angelis, uomo della comunicazione di Francesco Rocca, si nasconde una guerra interna alla destra, che rischia di complicare i piani della premier. Un messaggio della vecchia guardia alla generazione Atreju: non dimenticatevi di noi.

 

marcello de angelis 4

[…] In molti sono convinti che questa storia nasca in realtà da una lotta interna alla destra. Per capirlo occorre concentrarsi sulla seconda parte del post pubblicato da De Angelis sulla sua pagina Facebook: «Che non c'entrino Fioravanti, Mambro e Ciavardini lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e "cariche istituzionali"; e se io dico la verità, loro, ahimè, mentono.

 

Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni». Al di là dei paragoni forti, il riferimento alle "cariche istituzionali" non sarebbe diretto a Sergio Mattarella, che peraltro non è la prima volta che definisce "fascista" la strage di Bologna, ma piuttosto a Ignazio La Russa.

 

IL POST FACEBOOK DI MARCELLO DE ANGELIS SULLA STRAGE DI BOLOGNA

Il presidente del Senato, nel commemorare le vittime dell'attentato del 2 agosto, ha detto: «Va doverosamente ricordata la definitiva verità giudiziaria che ha attribuito alla matrice neofascista la responsabilità di questa strage». Una svolta per un dirigente storico della destra italiana, che quella matrice ha sempre negato, e sulla quale Meloni, in un messaggio inviato poco dopo, ha sorvolato, parlando genericamente di «terrorismi».

 

È lui quindi colui il quale avrebbe «rinnegato la verità per salvarsi dai leoni», secondo la prosa enfatica di De Angelis? Gli indizi portano tutti lì. Anche perché nelle ore successive al discorso tenuto in Senato, La Russa ha dovuto subire la reazione indignata di tanti militanti della destra che hanno considerato quella frase un cedimento al "pensiero dominante".

 

ignazio la russa ken immagine creata con l intelligenza artificiale bairbie.me

La Russa si è difeso con i suoi dicendo, in sostanza, «sono la seconda carica dello Stato, non posso trascurare il fatto che ci siano state delle sentenze». Il co-fondatore di Fratelli d'Italia, sempre con i militanti ex missini, ha provato poi a fare delle distinzioni, «ho parlato di "verità giudiziaria" e non di "verità storica", ho pesato le parole». Ma le giustificazioni non sono servite ad affievolire le proteste. Tanto più che, come detto, Meloni aveva dimostrato, agli occhi dei duri e puri, che si poteva benissimo evitare di citare la matrice fascista, senza perdere il senso delle istituzioni. La Russa, infatti, avrebbe in quella maniera messo in difficoltà la premier.

 

La vicenda De Angelis rischia adesso di vanificare gli equilibrismi di Meloni e di riportare il dibattito sulle zone grigie del Movimento sociale e dell'eversione di destra, un terreno che mal si concilia con la svolta conservatrice che la premier vuole imporre al suo partito. Gli sforzi diplomatici intorno al 2 agosto peraltro non sono stati fatti soltanto a Palazzo Chigi.

 

marcello de angelis 3

È servita molta pazienza e spirito di mediazione, per esempio, al capogruppo alla Camera Tommaso Foti per disinnescare un altro potenziale pericolo per il cammino istituzionale di FdI: la mozione sulla guerra fredda in Italia, presentata il 2 agosto alla Camera da Federico Mollicone, altro storico esponente della destra romana oggi presidente della Commissione cultura. Il testo di Mollicone, convinto assertore della "pista palestinese" […] è stato infatti oggetto di un lungo lavoro di editing […] per evitare l'accusa di "revisionismo", che è arrivata in forma molto attenuata rispetto a quanto temuto. […]

DANIELA SANTANCHE E IGNAZIO LA RUSSAgiorgia meloni e la strage di bologna vignetta by rolli per il giornalone la stampa giorgia meloni e ignazio la russamarcello de angelis 2marcello de angelis 1DANIELA SANTANCHE E IGNAZIO LA RUSSA

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO