1- PERCHÉ IL PAPA NERO DELLA POLITICA NON HA RISOLTO I SUOI TANTI CONFLITTI D'INTERESSE 2- IL PROBLEMA DERIVA DAL FATTO CHE LA PRESENZA DI BANCA INTESA-SANPAOLO NELLE VICENDE ECONOMICHE, FINANZIARIE E NEL POTERE IN ITALIA È COSÌ CAPILLARE CHE E’ IMPOSSIBILE PER L’EX DOMINUS DI INTESA SPOGLIARSI IN UN GIORNO SOLO DELLE RESPONSABILITÀ PER ANDARE A FARE IL GOVERNANTE AL DI SOPRA DELLE PARTI 3- UNO ESEMPIO PER TUTTI. COME PRIMO ATTO PASSERA SI È SCELTO COME VICEMINISTRO PER LE INFRASTRUTTURE UN ALTO DIRIGENTE DI BANCA INTESA, MARIO CIACCIA, CHE ERA A CAPO DELLA BIIS, IL BRACCIO ARMATO DI INTESA SANPAOLO PER FINANZIARE INFRASTRUTTURE, AUTOSTRADE, GRANDI OPERE PUBBLICHE: ABBIAMO UN BERLUSCONI MIGNON? 4- LA DOMANDA CHE RESTA SUL TAVOLO È: L'EX CAPO DELLA MAGGIORE BANCA ITALIANA DIVENTATO SUPERMINISTRO PUÒ DAVVERO RITENERSI AL RIPARO DA CONFLITTI D'INTERESSE?

1- LETTERA
Caro Dago,
in effetti c'era proprio bisogno di attaccare l'Airone dalle paginone del Corrierone per obbligarlo a sparare in prima pagina una letterona sulla vendita delle azioni di Banca Intesa. Ora sarebbe il caso di attaccarlo perché non fa beneficenza, così può finalmente essere costretto a ricordarci che l'altro ieri ha donato spiccioli ad un mendicante: santo subito!
Millo

2- PASSERA INTASCA 11 MILIONI DI EURO MA NON LIQUIDA IL CONFLITTO DI INTERESSI
Gianni Dragoni - per Cadoinpiedi.it

Corrado Passera ha annunciato di aver venduto tutte le sue azioni di Intesa Sanpaolo, la banca di cui era amministratore delegato e direttore generale fino alla nascita del governo Monti, cioè fino al 16 novembre scorso.

Passera ha annunciato di aver venduto tutte le azioni, si presume in Borsa, in una lettera pubblicata il 31 dicembre dal Corriere della sera. Il ministro dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti ha così risposto alle obiezioni sollevate il giorno precedente, sullo stesso giornale, da un articolo di Milena Gabanelli e Giovanna Boursier.

Secondo il superministro ed ex banchiere con questo gesto è risolto il problema dei presunti conflitti d'interesse che molti gli hanno contestato. Come sarebbero risolti - sostiene Passera - i presunti conflitti connessi ad altre partecipazioni nel settore sanitario, nel Campus Biomedico (istituto legato all'Opus Dei) e nella società Day Hospital International, che dichiara di aver ceduto, senza però dire a chi.

A parte una considerazione di stile, cioè il fatto che il ministro abbia fatto questa importante comunicazione per una via informale, cioè una lettera a uno dei maggiori quotidiani italiani, senza avvertire la necessità di fare anche un comunicato ufficiale, sul sito del ministero non ve n'è traccia, la questione si presta ad alcuni interrogativi.

La domanda che resta sul tavolo è: l'ex capo della maggiore banca italiana diventato superministro può davvero ritenersi al di sopra delle parti e al riparo da conflitti d'interesse?

Prima di rispondere, una nota a margine. Secondo i dati disponibili nel sito di Intesa Sanpaolo, finché era amministratore delegato Passera risultava possedere 8.638.641 azioni ordinarie, circa lo 0,05 per cento del capitale della banca. Al prezzo di Borsa del 30 dicembre, pari a 1,294 euro, il valore di questo pacchetto era di 11 milioni 178mila 401 euro. Quindi Passera dovrebbe aver incassato una somma di poco più di 11 milioni di euro, anche se il ministro non lo dice.

Vengo ora alla questione di sostanza: Passera ha risolto il problema dei conflitti d'interesse? A mio avviso no. E per una ragione molto semplice: il conflitto d'interesse di Passera prescinde dal fatto che possedesse anche un pacchetto, importante benché di minoranza, nella banca di cui è stato per anni il responsabile della gestione.

La decisione di vendere le azioni è da apprezzare. Perché, come dice l'ex banchiere, non c'era l'obbligo di farlo. Le lasche leggi italiane non obbligano chi va in politica o al governo a disfarsi delle sue imprese o partecipazioni azionarie. Abbiamo ben presente il caso di Silvio Berlusconi che non ha mai venduto neppure un'azione del suo impero economico da quando è entrato in politica, quasi 18 anni fa.

Tuttavia Passera sosteneva che il conflitto d'interesse non esisteva dal semplice momento in cui si era dimesso dalla banca. "Ho lasciato tutto, non ho più alcun conflitto d'interessi, ora faccio solo il ministro", aveva dichiarato il 17 novembre scorso, come riportato dal Sole 24 Ore. Dunque se poi ha venduto le azioni e oggi sostiene che non ci sono conflitti vuol dire che almeno allora si sbagliava.

Il problema dei conflitti d'interesse del superministro deriva dal fatto che la presenza di Intesa Sanpaolo nelle vicende economiche, finanziarie e nel potere in Italia è così capillare che sembra impossibile spogliarsi in un giorno solo delle precedenti responsabilità per andare a fare il governante al di sopra delle parti.

Alcuni esempi lo dimostrano. Come primo atto Passera si è scelto come viceministro per le Infrastrutture un alto dirigente di banca Intesa, Mario Ciaccia, che era a capo della Biis, il braccio armato di Intesa Sanpaolo per finanziare infrastrutture, autostrade, grandi opere pubbliche.

La stessa banca ha rilevanti interessi nelle autostrade, secondo il bilancio 2010 possiede il 31,6 per cento della Brescia-Padova, il 39,7 per cento della società Autostrade Lombarde e il 26,1 per cento della Pedemontana Lombarda, un'opera da costruire con ingenti finanziamenti, miliardi e miliardi di euro, che Intesa è interessata ad erogare (guadagnandoci, ovviamente).

E dal primo gennaio sono scattati aumenti dei pedaggi autostradali. Come ogni anno, si dirà. E' vero, ma quest'anno a decidere gli aumenti c'era un ministro che fino a 45 giorni prima guidava la banca azionista anche delle autostrade che ne beneficiano.

Intesa è tra i grandi azionisti di Telecom Italia e tra le competenza di Passera c'è anche l'ex ministero delle Comunicazioni, accorpato nello Sviluppo economico: la decisione su come assegnare, se mettere a gara o meno, le frequenze televisive digitali ha un impatto anche su Telecom che possiede la tv La7. Ma ce l'ha soprattutto sul gruppo Mediaset di Berlusconi, che vuole le frequenze gratis con il beauty contest, e Intesa è uno dei principali finanziatori di Mediaset e della controllante Fininvest.

Poi c'è la questione della nuova Alitalia, nata con una stangata da almeno 3-4 miliardi a danno dei contribuenti italiani e lasciando a casa oltre 7mila lavoratori, mentre c'era un'offerta d'acquisto più vantaggiosa, per tutti, presentata da Air France-Klm. Sostiene Passera nella lettera al Corriere che "l'operazione nuova Alitalia è stata del tutto trasparente e rispettosa delle regole, comprese quelle della concorrenza". Non è stato così.

Per far nascere la nuova Alitalia, la cordata Cai promossa da Berlusconi e banca Intesa nel 2008, il governo Berlusconi ha sospeso per tre anni per decreto la possibilità di intervento dell'Antitrust, per proteggere la nuova compagnia che ha assorbito anche Air One, creando un monopolio nei cieli italiani e soprattutto a Linate.

Di recente quando, scaduti i tre anni, l'Antitrust ha aperto un'istruttoria per accertare se c'è una posizione dominante della nuova Alitalia, il ministro Passera ha detto che il monopolio dei voli da Milano a Roma è un non problema, perché oltre all'aereo c'è anche il treno. Dunque Passera si preoccupa che non ci sia un'altra compagnia aerea a fare concorrenza alla nuova Alitalia. Perché?

E se parliamo di treno, tutti sanno che è in arrivo come nuovo concorrente delle Fs, per ora solo sulle tratte ricche dell'alta velocità, la società Ntv di Montezemolo, Della Valle e Punzo: tra i soci c'è banca Intesa, con il 20 per cento.

Per finire, una ciliegina sulla torta dei conflitti d'interesse. Il botta e risposta che ha portato Passera ad annunciare la vendita di tutte le azioni di Intesa e ad affermare (senza subire repliche) che così è risolto ogni conflitto d'interesse è apparso sul Corriere della sera.

E di chi è il Corriere? Di un gruppo di azionisti, guidati da Mediobanca, che rappresentano i poteri forti dell'economia e della finanza, tredici soci possiedono il 63,5 per cento, uniti in un patto di sindacato tra i quali c'è banca Intesa, con il 5,02 per cento del capitale e una larga influenza su altri soci come finanziatore e in qualche caso come azionista. Forse è solo una coincidenza. O forse no.

 

 

CORRADO PASSERA CON FABIO FAZIO A _CHE TEMPO CHE FA_Gianni Dragoni e Roberto D AgostinoCORRADO PASSERA E GIOVANNA SALZA ALLA SCALACorrado Passera, Giovanna Salza, Luca MontezemoloCorrado Passera, Giovanna Salza, Luca MontezemoloCorrado PasseraCIACCIA jsp jpegPASSERA PRESENTA NTV I TRENI RIVALI DI TRENITALIACATRICALA E MARIO CIACCIAPASSERA CON LA MOGLIE GIOVANNA SALZAPASSERA E DALEMA ALCUNI DEI SOCI DEL GRUPPO NTV - TRA I QUALI DELLA VALLE, PASSERA, MONTEZEMOLO

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