1. “MASSONE DILLO A TUA SORELLA” FU L’INEQUIVOCABILE LABIALE CHE IL 13 OTTOBRE SCORSO, PRIMA DEL VOTO AL SENATO SUL DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE, MARIA ETRURIA BOSCHI RIVOLSE Al CAPOGRUPPO M5S CASTALDI, CHE CONTESTAVA “INDICIBILI ACCORDI MASSONICI” 2. ECCO PERCHÉ UNA CERTA MALDICENZA MASSONICA CIRCONDA LA BOSCHI CON SUO PADRE PIERLUIGI, E RENZI, CON SUO PADRE TIZIANO E ALCUNI FIDUCIARI DEL GIGLIO MAGICO FIORENTINO

RENZI BOSCHIRENZI BOSCHI

Alberto Statera per “la Repubblica”

 

«MASSONE dillo a tua sorella » fu l’inequivocabile labiale che il 13 ottobre scorso, prima del voto al Senato sul disegno di legge costituzionale, Maria Elena Boschi in tubino nero rivolse al capogruppo dei Cinque Stelle Gianluca Castaldi, che contestava «indicibili accordi massonici».

 

Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi si adontò e scrisse al ministro delle Riforme una lettera indignata in cui rivendicava che «da iniziati, rispettosi e tolleranti nei confronti di tutti, non possiamo accettare in silenzio che passi una simile affermazione, peraltro da un ministro del governo italiano ».

 

renzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici mieirenzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici miei

Ma la vicenda della Banca Etruria, per la quale sono state richieste le dimissioni della Boschi, è purtroppo proprio all’insegna di «indicibili accordi massonici» tra l’ala massonica e quella cattolica della finanza e del potere locale. Prima con i massoni al comando e i cattolici a fare da sponda, poi, dopo il “golpe bianco” del 2009, con gli ex democristiani al potere e i massoni di scorta. Ma attenzione, ad Arezzo, una delle capitali massoniche d’Italia, spesso vige la doppia affiliazione in quel groviglio d’interessi e di solidarietà trasversali che hanno prosperato intorno alla Banca per 130 anni.

 

BOSCHI RENZI BY BENNYBOSCHI RENZI BY BENNY

Fin dagli anni Settanta la chiamavano la Banca di Licio Gelli, il quale controllava i vertici ed era titolare del conto “Primavera”, dove gli affiliati alla Loggia P2 versavano le proprie quote. Alcuni degli amministratori di quell’epoca fecero una brutta fine. Come Mario Lebole, industriale tessile, piduista molto intimo di Gelli, cui aveva venduto Villa Santa Maria, poi ribattezzata Villa Wanda. Consigliere di Banca Etruria, nel 1983 venne trovato ucciso da un colpo di pistola in casa sua. La stessa fine fece qualche anno dopo Emilio Mannucci, vicepresidente dell’ Etruria Leasing, di cui è stato presidente il piduista Renato Pellizzer. Una serie di morti rimaste misteriose.

 

maria elena col fratello pier francesco al matrimonio di emanuele boschimaria elena col fratello pier francesco al matrimonio di emanuele boschiPIER LUIGI BOSCHIPIER LUIGI BOSCHI

Ma quasi fino alla sua morte mercoledì scorso, Gelli ha potuto contare sull’Etruria, attraverso il suo presidente storico Elio Faralli, scomparso nel 2013, e su Piero Mancini, l’ex presidente dell’Arezzo Calcio, diventato una sorta di suo factotum, salvato dal fallimento delle sue società con lauti finanziamenti dell’Etruria: 16,9 milioni alla Ciet Impianti e una decina all’Arezzo Calcio. Gran Maestro della Loggia Benedetto Cairoli (119 iniziati contro la più popolare Loggia Agorà che ne ha 1.294), Elio Faralli, classe 1922, è stato presidente e padre-padrone della Banca per un trentennio. Negli anni compra una serie di banchette in difficoltà e soprattutto non trascura la Banca Popolare dell’Alto Lazio, feudo di Giulio Andreotti, che gli chiede di intervenire per evitare il crac. La catto-massoneria funziona come un orologio quando si tratta di difendere i capisaldi del potere locale.

lorenzo rosi pier luigi boschilorenzo rosi pier luigi boschi

 

È nel 2009, in un caldo agosto, che scatta il “golpe bianco” contro l’eterna gestione del massone Faralli. capeggiato da Giuseppe Fornasari, ex deputato democristiano a 27 anni e sottosegretario all’Industria in un governo Andreotti. In una drammatica seduta del Consiglio d’amministrazione il massone si difende come un leone, ma i giochi sono fatti e il cattolico prende il potere.

 

andrea scanzi twitta le cariche di pier luigi boschiandrea scanzi twitta le cariche di pier luigi boschi

Faralli si asserraglia nel suo ufficio, da dove uscirà solo dopo un compromesso finanziario che gli garantisce una buonuscita di 1,3 milioni e un assegno annuale di 120 mila euro perché a 87 anni suonati non facesse concorrenza alla sua ex banca. Ma dopo l’ultima ispezione della Banca d’Italia Fornasari sarà costretto a lasciare. Si insediano Lorenzo Rosi, presidente, Pierluigi Boschi, padre del ministro per le Riforme, e Alfredo Berni.

 

renzi licio gellirenzi licio gelli

È l’ennesimo compromesso catto- massonico. Berni infatti è stato direttore generale nella gestione massonica di Faralli dal 2005 al 2008, quando correvano i prestiti senza garanzie ad aziende decotte e ognuno dei quindici amministratori poteva ottenere con una semplice firma un affidamento fino a 20 milioni. Alla controllata Banca Federico Del Vecchio, cassaforte delle ricche famiglie fiorentine, viene messo Claudio Salini, ex segretario generale della Consob, che può sempre servire.

 

licio gelli licio jedilicio gelli licio jedi

Se i massoni hanno la fama di “fratelli coltelli”, i cattolici la hanno di “colli torti” e dopo il commissariamento si sono scambiati roventi accuse di tradimento. La ex gestione Fornasari accusa quella Rosi, Boschi (suoi ex protetti) e Berni di aver sabotato l’aggregazione con la Banca Popolare di Vicenza.

 

Su disposizione della Banca d’Italia, Banca Etruria cercò un partner bancario e il consiglio guidato da Fornasari ottenne un’offerta impegnativa di Opa amichevole dalla Popolare di Vicenza, che offriva un euro per azione, con un premio di 25 centesimi sul corso di borsa. Ma la gestione Rosi- Boschi la rispedì al mittente senza neanche sottoporla al Cda.

VILLA WANDA DI LICIO GELLI VILLA WANDA DI LICIO GELLI

 

Ecco perché una certa maldicenza massonica circonda il ministro delle Riforme con suo padre Pierluigi, e lo stesso Matteo Renzi, con suo padre Tiziano e alcuni fiduciari del Giglio magico fiorentino. Tanto che il presidente del Consiglio ha dovuto pubblicamente garantire: «Non sono massone, la mia è una famiglia di boy scout», ignorando probabilmente che il fondatore britannico dello scoutismo Robert Baden Powell era un autorevole massone.

DeBenedetti Bazoli Geronzi DeBenedetti Bazoli Geronzi

 

Il fatto è che nelle banche e nel potere finanziario massoni e cattolici via via si combattono e s’intrecciano da decenni, in un paese senza borghesia, con la politica sempre più nell’angolo e con pochi principi. Si creano così per il denaro e il potere legami e solidarietà trasversali. È Cesare Geronzi, uno degli ultimi banchieri “di sistema”, che se ne intende, a sostenere che la massoneria «conta davvero molto più di quanto si immagini».

 

«L’idiota religione massonica è roba del diciottesimo secolo», diceva invece Benedetto Croce. Ma è possibile che grandi banchieri e uomini d’affari misurino le loro mosse sui binari dell’ortodossia massonica? Ma per carità, semplicemente per i loro scopi, spesso non commendevoli, utilizzano la miriade di confraternite che impiomba l’Italia.

DISEGNI SU BOSCHI RENZIDISEGNI SU BOSCHI RENZI

 

Di certo «non è vero che tutti i massoni sono delinquenti, ma non ho mai conosciuto un delinquente che non fosse anche un massone», come disse il massone Felice Cavallotti prima di essere ucciso in duello da un suo fratello massone.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONA – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO