ITALIA IN CRISI (QUALE CRISI?): IN BASE A QUALE DIRITTO GLI ERMELLINI DELLA CASSAZIONE SI CIUCCIANO BEN 45 GIORNI DI FERIE? SONO SOGGETTI A LAVORI USURANTI, TIPO IL PESO DELLA TOGA?

Francesco Grignetti per "La Stampa"

"Il processo Mediaset è una vicenda paradossale. E' interesse di tutti che i procedimenti che coinvolgono personaggi pubblici siano i più celeri possibili e che si faccia subito chiarezza sull'innocenza o sulla colpevolezza. È durato oltre 6 anni. Giustizia celere? Ci andrei piano. La Cassazione non ha fatto che il proprio dovere".

Così Maurizio Carbone, segretario dell'Associazione nazionale magistrati, difende la scelta della Cassazione di fissare urgentemente quell'udienza che tanto interessa il Cavaliere. Ma quel che ha destato scandalo nel centrodestra, e che quasi portava il centrodestra all'Aventino parlamentare, negli ovattati corridoi della Suprema Corte è considerato un evento di routine.

E potrebbe essere di «routine» anche la decisione di concedere qualche tempo in più agli avvocati, perché ormai i tempi sono stati incardinati e con l'udienza del 30 luglio si sospendono gli orologi ai fini della prescrizione. In teoria, anche se è molto improbabile, quel giorno il collegio potrebbe persino passare la mano. Tanto, a quel punto, il rischio di prescrizione è scongiurato.

È questo il lavoro della cosiddetta «sezione feriale», cioè quei collegi che devono garantire le udienze durante il periodo delle ferie. In Cassazione c'è da sempre ed è maldigerita da quelli a cui tocca, sorteggiati tra i più anziani, perché sono costretti a restare al lavoro quando i colleghi si godono le lunghissime ferie previste per la categoria.

Per essere chiari: le ferie in Cassazione vanno dal 1 agosto al 14 settembre, ma già dal 22 o 23 luglio non si lavora più. In questo lungo lasso di tempo capita sempre che ci sia qualche detenuto a rischio di scarcerazione perché stanno scadendo i tempi della custodia cautelare.

Oppure può capitare che qualche processo rischi di finire nel nulla all'ultimo tornante perché incombe la prescrizione. «In entrambi i casi - spiega una fonte della Cassazione - noi magistrati rischiamo di finire sotto procedimento disciplinare se facessimo finta di niente. Ecco perchè, se interviene una prescrizione nel periodo feriale o anche nei 45 giorni seguenti, cioè dal 1 agosto al 30 ottobre, si accelerano le procedure».

Tutto qui. In Cassazione esiste un ufficio detto «dello spoglio» che riceve le cause, esamina i tempi, e decide se può procedere una delle sette sezioni ordinarie oppure debba finire alla speciale sezione feriale. Per dire: nel corso del 2011, la sezione feriale ha esaminato 219 procedimenti su un totale di 15.781 ricorsi. Nel corso del 2012, i procedimenti della sezione feriale sono stati 243 su un totale di 15.632. Tutti casi in cui si rischiava una scarcerazione indebita o una prescrizione. Un anno fa, ad esempio, toccò a un procedimento che riguardava il parlamentare Aldo Brancher, del Pdl.

«Grazie a questo sistema dell'accelerazione - dice ancora la fonte - in Cassazione non si prescrive. E vorrei ben vedere che qualcuno invochi il contrario».

Ha destato polemiche, poi, il fatto che il fascicolo del processo «Mediaset diritti tv» sia arrivato in Cassazione accompagnato da una nota dei magistrati di Milano in cui si sottolineava il pericolo di una parziale prescrizione dopo il 13 settembre. Ma l'esistenza di queste note con l'allarme sui tempi di prescrizione, come sui tempi di scadenza delle carcerazioni cautelari, è stranota agli addetti ai lavori, avvocati cassazionisti compresi, perché è la norma e non l'eccezione.

I magistrati di merito sono infatti tenuti a segnalare alla Cassazione i tempi. Poi, dato che la questione è delicata, la sezione spoglio rivede i conteggi sul calendario. E questa volta, dato che la materia è complicatissima, «in via prudenziale», hanno rivisto i conteggi e temuto che la prescrizione potesse scattare il 1 agosto. Di qui la fretta indiavolata.

 

i giudici riuniti in cassazione CORTE DI CASSAZIONE PALAZZACCIOmaurizio carboneGIORGIO SANTACROCE Aldo Brancher

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....