stefano fermante raggi

ROMA KAPUTT MUNDI - IL RAGIONIERE GENERALE STEFANO FERMANTE HA MOLLATO IL COMUNE DI ROMA PER IL BUCO DA 1 MILIARDO DI EURO NEI CONTI DELLE PARTECIPATE - MA PUO’ UN BUROCRATE, CHE SCAPPA DAVANTI ALLA MALA PARATA, PERMETTERSI DI CRITICARE LA GIUNTA DI VIRGINIA RAGGI PER LA PARALISI POLITICA?

Giovanna Vitale per “La Repubblica”

 

virginia raggi virginia raggi

Un miliardo di buco nei conti delle partecipate e la paralisi del Campidoglio. È questo il motivo che ha spinto Stefano Fermante a rimettere il suo incarico di Ragioniere generale nelle mani della sindaca Virginia Raggi. Una bomba ad orologeria, piazzata sotto le già disastrate casse del Comune, che rischia di precipitare Roma dritta nel default. Complice la lentezza della giunta grillina e la mancanza di azioni correttive dovute alla prolungata assenza dell'assessore deputato a fornire il necessario indirizzo politico.

 

STEFANO FERMANTESTEFANO FERMANTE

È Francesco Perrone, funzionario della Ragioneria, a metterlo nero su bianco nella relazione sulle "Criticità economiche finanziarie" del bilancio capitolino, che Fermante ha allegato nella sua lettera di addio alla Raggi. «Il dato, già trasmesso a luglio all'assessore Minenna, aggiornato ad oggi, evidenzia un potenziale squilibrio tra l’allineamento delle partite creditorie e debitorie con le società del Gruppo Roma Capitale che supera, in valore assoluto, il miliardo di euro», scrive il 22 settembre.

 

Come se non bastasse, «si segnala - dato che desta forte preoccupazione - come vi siano un numero di partite, per un ammontare di oltre 200 milioni di euro, per le quali a oggi le strutture competenti non hanno fornito risposta in ordine alla sussistenza o meno del debito o del credito vantato dalle società del Gruppo». Si tratta, in sostanza, di poste fantasma: nessuno sa dire se esistono davvero, quale ne sia l'origine o la destinazione.

VIRGINIA RAGGI E STEFANO FERMANTEVIRGINIA RAGGI E STEFANO FERMANTE

 

Il presupposto per lanciare l'allarme rosso in vista del previsionale 2017, che tutti i comuni devono approvare per legge entro fine anno. E ciò alla luce della situazione finanziaria del Campidoglio, già drammatica di suo: a fine maggio - si legge nel report trasmesso dal Ragioniere generale al commissario straordinario Francesco Paolo Tronca alla vigilia delle amministrative - nella casse cittadine erano rimasti appena 13 milioni di euro, «un saldo positivo ampiamente insufficiente ad assicurare l' integrale copertura di spese obbligatorie», denuncia stavolta Fermante.

AUTISTA ATAC 2AUTISTA ATAC 2

 

Peraltro positivo solo sulla carta, visto che nel frattempo, «dopo l' approvazione del bilancio di previsione 2016-2018», si sono palesati «ulteriori fabbisogni finanziari che ammontano, a oggi, a circa 28 milioni di spesa corrente» e altri 18 milioni di «debiti fuori bilancio». Per cui «al momento non si rinvengono ulteriori risorse di entrata idonee a far fronte a tali maggiori esigenze», conclude il Ragioniere. Prospettando un taglio drastico ai servizi.

 

Ecco perché il miliardo di buco nei conti delle partecipate è devastante: rischia di far saltare tutto. Mettendo tra l' altro in discussione il piano di rientro che nel 2014 - grazie al decreto Sava- Roma - il governo aveva concordato con l' allora giunta Marino per riportare in equilibrio i conti del Campidoglio. Un piano che Tronca ha rispettato solo nella parte relativa al taglio della spesa corrente, rinviando la partita sulle dismissioni alla nuova giunta, convinto che toccasse alla politica occuparsene.

 

Uno stallo che la paralisi della giunta Raggi ha notevolmente aggravato. Rileva infatti il funzionario Perrone il 22 settembre: «La redazione del bilancio consolidato rende di fatto non veritiera ogni eventuale rappresentazione contabile». Significa che, se non si fa chiarezza nella holding, Roma non è in condizione di redigere il previsionale 2017.

 

MINENNAMINENNA

Anche se poi è al successivo punto 3 che il dito entra nella piaga. Laddove si sottolinea che la precedente «lettera trasmessa al sindaco in ordine alla necessità di provvedere ad una programmazione dei rapporti con gli organismi partecipati, a oggi non ha avuto alcun seguito in termini di indirizzi. Al momento non c' è alcuna attività programmatoria.

 

Indispensabile peraltro, considerato che lo "stanziato" (al di fuori di Atac e Ama), per tutti gli organismi partecipati, sul bilancio 2017 vede al momento una diminuzione di circa il 20% (19 milioni in meno) e quindi un' evidente necessità di sopperire alla scarsità di risorse attraverso strategie alternative che garantiscano gli equilibri di gruppo». Cosa che però appare poco realizzabile: quasi tutti i contratti di servizio sono «in scadenza al 31 dicembre» e «molte delle società interessate sono al momento in una situazione di incomprimibilità dei costi nel breve periodo».

 

marcello minenna marcello minenna

Per questo, esorta ancora il funzionario della Ragioneria, servirebbe un «fitto calendario di incontri tra le strutture dell' amministrazione e quelle società» al fine di «elidere ogni anomalia e procedere a fornire pulizia e trasparenza ai bilanci, condizione indispensabile per rendere attuabile ogni ipotesi di consolidamento dei conti». La conclusione è una stoccata alla Raggi e a Marcello Minenna, andato via dopo neppure due mesi: «È preoccupazione personale che, quanto sopra descritto, sia stato oggetto di una sottovalutazione da parte degli Organi preposti, con tutta probabilità per mancanza della necessaria informazione a oggi fornita in precedenza solo all' assessore al Bilancio pro-tempore».

 

 

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)