emmanuel macron

PIACIONISMO IN SALSA FRANCESE - IN TRE MESI MACRON HA SPESO 26 MILA EURO PER TRUCCO E PARRUCCO. LE FATTURE DELL’ELISEO ALLA TRUCCATRICE - PARE CHE LA CIPRIA SIA UN “VIZIETTO” CONSOLIDATO DA QUELLE PARTI: HOLLANDE SPENDEVA 10 MILA EURO AL MESE PER FARSI “BELLO"

 

Ilaria Pedrali per Libero Quotidiano

 

MACRONMACRON

È polemica in Francia per le spese di maquillage del presidente Emmanuel Macron. A fare i conti in tasca al capo dello Stato ci ha pensato il settimanale Le Point, che ha raccontato come vengono spesi i soldi dei francesi. Da quando si è insediato all' Eliseo il nuovo capo di stato francese ha speso 26 mila euro in trucco.

 

Non per la moglie, per se stesso. Perché la sua immagine dev' essere curata, esattamente come durante la campagna elettorale, vinta anche per essersi sempre mostrato in ordine e pronto a non sfigurare davanti alle telecamere. Il merito è anche della sua truccatrice personale, la quarantenne Natasha, che lo ha seguito in tutta la sua corsa all' Eliseo.

 

MACRON SULLA COPERTINA DI GARCONMACRON SULLA COPERTINA DI GARCON

Quindi, ora che Macron è presidente, continua ad affidarsi a lei per coprire le occhiaie dovute a notti insonni per il troppo lavoro. Ma a differenza del suo predecessore Francois Hollande, la truccatrice non è una dipendente fissa dell' Eliseo, è una esterna. Che presenta regolare fattura. Finora ne ha presentate due, una del 10 mila euro e una da 16 mila. Macron ha tenuto quindi fede alle sue promesse elettorali, che prevedevano l' ausilio di fornitori esterni per i vari servizi dell' Eliseo.

 

Il settimanale francese, però, ha interrogato altri truccatori professionisti, per capire se le fatture emesse rispecchino i prezzi di mercato. Tutti hanno risposto di sognare di poter emettere fatture di queste cifre. Si noti che nei servizi erogati non sono compresi i maquillage per la signora Brigitte (che si spera se li paghi da sè).

 

A conti fatti però, al netto delle tasse, nonostante le polemiche per le fatture arrivate all' Eliseo, la spesa è inferiore rispetto a quella sostenuta da Hollande, il suo predecessore soprannominato il «budino» in quanto molle, flaccido, senza polso. Il dipendente fisso a disposizione per il trucco, infatti, ogni mese riceveva uno stipendio di seimila euro. Se si fa il conto del sovraccarico dovuto ai carichi fiscali, si nota che Macron risparmia, perché in tre mesi il dipendente fisso costa all' Eliseo circa 30mila euro, e 120mila all' anno.

 

MACRONMACRON

Se poi si somma la spesa per il parrucchiere, che già diede vita allo scandalo coiffuregate con i 9895 euro lordi mensili erogati al parrucchiere, cioè 5mila euro in meno rispetto all' indennità mensile del presidente, i conti sono presto fatti. E anche quelli erano soldi pubblici.

 

Ma è facile comprendere che a favore di Macron giochi non poco la questione anagrafica, 24 anni di differenza non sono pochi. E poi un ruolo importante l' ha avuto anche madre natura. Perché al di là delle simpatie o antipatie, è un fatto che sul viso di Macron si debba lavorare meno che su quello di Hollande per renderlo «agreable» e per nascondere le imperfezioni. E poi, è risaputo che il nuovo inquilino dell' Eliseo ha sempre avuto un debole per l' aspetto fisico e la cura del proprio corpo, viso compreso.

hollande col casco hollande col casco

 

Forse la vicinanza della moglie, che di antirughe se ne intende, potrebbe avergli trasmesso la passione per la cura dell' immagine. Le malelingue malignavano che fosse per via di una tendenza omosessuale, che si è fatta insistente dopo la copertina che Garçon Magazine, il bimestrale gay francese, gli ha dedicato pubblicando un fotomontaggio di Emmanuel Macron a torso nudo.

 

Tornando alle spese di trucco, dall' Eliseo affermano che questi 26mila euro in tre mesi, cioè quasi 9 mila euro al mese, sono una spesa extra, dovuta alle necessità del momento. Tranquillizzano quindi i francesi sul fatto che i soldi che arrivano dai proventi delle loro tasse non verranno spesi tutti in fondotinta, ciprie e illuminanti vari. Dopotutto anche quando all' Eliseo c' era Sarkozy non si lesinava sul trucco, e ci si rivolgeva a service esterni che intervenivano in occasione di conferenze stampa, interviste, visite ufficiali che richiedevano un viso raggiante di fronte a fotografi e telecamere.

 

gayet gayet

Anche in quel caso le fatture si aggiravano sugli 8mila euro al mese, giustificate dal fatto che il truccatore doveva seguire ovunque il presidente, anche nei viaggi all' estero. Esattamente come sta facendo in questi mesi la quarantenne Natasha, che riceve uno stipendio degno dei più alti funzionari di stato. Per imbellettare le guance presidenziali.

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...