
PIANTEDOSI, MEJO SE RIMANI IN ITALIA – QUELLO FINITO CON IL RESPINGIMENTO, IN LIBIA, È IL SECONDO VIAGGIO-BOOMERANG PER IL MINISTRO DELL’INTERNO: A MAGGIO RIMASE BLOCCATO A TERRA IN PAKISTAN, PER COLPA DELLA GUERRA CON L’INDIA – È CACCIA AL COLPEVOLE PER LA FIGURACCIA RIMEDIATA A BENGASI: DA ROMA CERCANO DI SCARICARE LA COLPA SU NICOLA ORLANDO, AMBASCIATORE DELL’UE IN LIBIA CONSIDERATO “TROPPO SCHIERATO” CON TRIPOLI E “PIGNOLO” – I SOSPETTI DI UNO ZAMPINO FRANCESE SUL PASTICCIO DI BENGASI (MACRON, COME PUTIN, SOSTIENE HAFTAR IN LIBIA) E LA CHIAMATA DI CARAVELLI AD HAFTAR
1. CARAVELLI CHIAMA HAFTAR. INIZIA LA CACCIA AL COLPEVOLE DOPO BENGASI
Estratto dell’articolo di Luca Gambardella per “il Foglio”
Khalifa Haftar matteo piantedosi a bengasi
[…] E mentre Caravelli si adoperava per tentare invano di riannodare i rapporti cuciti con Haftar in questi anni, a Palazzo Chigi qualcuno sospettava dello zampino francese dietro al pasticcio di Bengasi.
[...] Si affastellavano le prime teorie del complotto, ma è iniziata anche un’altra partita, quella della caccia al capro espiatorio per un pasticcio che […] mette a repentaglio la pietra angolare dell’agenda del governo italiano: lo stop alle partenze dei migranti.
Il Viminale si è affrettato a tirare fuori dall’impaccio Piantedosi, finito incredibilmente in un secondo viaggio-boomerang, dopo quello fatto in Pakistan a maggio, dove si ritrovò bloccato a terra, anche in quel caso, ma per colpa della guerra in corso con l’India.
Allora, come oggi, il ministro non riuscì a schivare le critiche per una visita un po’ troppo azzardata, visto il contesto geopolitico. […]
Nel frattempo filtravano mezze frasi e allusioni su Nicola Orlando, ambasciatore dell’Ue in Libia. “Ha fatto tutto lui”, è convinto qualcuno a Roma per riferirsi alle trattative condotte dal diplomatico a Bengasi per tentare di non mandare all’aria la visita. Primo della lista nella caccia al colpevole, Orlando ora è “troppo schierato con l’altro pezzo di Libia”, riportava ieri un articolo di Repubblica.
Una inclinazione invero poco sorprendente, visto che in via ufficiale l’Ue riconosce e ha relazioni solo con Tripoli. […] Negli ambienti diplomatici, è noto per la sua grande conoscenza della Libia, ma è considerato anche una figura “autonoma”, difficile da controllare.
SADDAM HAFTAR CON MATTEO PIANTEDOSI
Un pignolo, forse troppo – azzardano a Roma – se nel folle martedì di Bengasi si è ritenuto accettabile per gli europei stringere la mano e farsi fotografare con un criminale di guerra come Haftar, ma non con i ministri del governo della Cirenaica […]. […]
Nella ricerca del colpevole gli indizi conducono quindi direttamente a Bruxelles, dove ora rischia di sgretolarsi anche l’architrave della strategia di von der Leyen sui migranti: l’idea che in Libia dialogare con tutti non abbia un costo politico.
2. ORLANDO, L’AMBASCIATORE UE TREVIGIANO E IL CASO DELLA FOTO
Estratto dell’articolo di R. R. per il “Corriere della Sera”
Nessun ministro europeo, e nemmeno quello italiano dell’Interno, è stato respinto dalla Libia.
La missione europea finita male due giorni fa non è il frutto di una ritorsione contro l’Italia, né un dispetto diretto all’Ue, ma semplicemente un tentativo di forzatura da parte del generale Haftar, che da sempre controlla la zona est del Paese.
La missione includeva Roma ma era targata Bruxelles, tanto che alcune responsabilità sono attribuite proprio all’ambasciatore della Ue presso la Libia, quella riconosciuta dalla comunità internazionale e che ha governo a Tripoli.
Ma l’ambasciatore Nicola Orlando […] è stato testimone come tutti gli altri di un colpo di scena targato Haftar.
Nel caso della missione finita male il ministro dell’Interno maltese, il suo collega greco all’Immigrazione e il titolare del Viminale Matteo Piantedosi erano atterrati a Benina, nella zona controllata da Haftar, proprio per parlare con il generale, che da sempre ha il controllo sostanziale di quello spicchio del Paese.
Il problema, per la delegazione europea guidata da Magnus Brunner, commissario Ue agli Affari Interni, è stato il cambio repentino di atteggiamento di Haftar.
Se di solito sin qui il generale ha sempre incontrato le autorità europee, che pure non lo riconoscono, […] senza pretendere nulla in cambio, questa volta si è impuntato: niente incontro se non con partecipazione e fotografie che includessero anche i ministri di Bengasi.
A quel punto tutti hanno girato i tacchi, e nessuno poteva fare diversamente. A meno di non legittimare un governo non riconosciuto, che in questo momento ospita 12 basi militari russe, che controlla il traffico di armi verso il Sahel. Secondo autorevoli fonti di Bruxelles è stata la Ue a ribadire che c’erano persone non grate nelle foto che Haftar pretendeva.
AEREI DI MATTEO PIANTEDOSI E MAGNUS BRUNNER RIPARTONO DALL AEROPORTO DI BENGASI
3. LA LIBIA E LA DELEGAZIONE «RESPINTA» BRUXELLES: IL DIALOGO CONTINUERÀ
Estratto dell’articolo di Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”
Un «problema di protocollo» […]. L’Unione europea cerca di archiviare in questo modo il respingimento, martedì pomeriggio, dall’aeroporto di Benina della delegazione Ue — con il generale Khalifa Haftar, capo delle milizie locali, presente nello scalo per attenderla —, della quale facevano parte anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e l’ambasciatore Nicola Orlando, rappresentante europeo in Libia, che solo qualche ora prima aveva invece incontrato senza problemi i vertici del governo di Tripoli, riconosciuto a livello internazionale rispetto a quello della Cirenaica, per discutere di politiche migratorie e proprio di sicurezza reciproca.
[…] Ma la surreale situazione che si è venuta a creare a Benina […] in Italia è ancora al centro di una bufera politica.
ANTONIO TAJANI - FOTO LAPRESSE
Se per il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani si è trattato di «un misunderstanding tra il rappresentante diplomatico europeo e le autorità del territorio libico e mi auguro che si possa chiarire tutto nel tempo più rapido possibile», l’opposizione invece è di tutt’altro avviso.
«Il respingimento della missione italiana ed europea dalla Libia non è uno scherzo. Non si è trattato di un inciampo diplomatico di un ministro», replica la vicepresidente pd della commissione Esteri di Montecitorio, Lia Quartapelle: «La Libia per l’Italia è un interesse nazionale primario e la sua stabilizzazione è l’obiettivo principale, per raggiungerlo l’Italia non deve isolarsi, ma rilanciare un’iniziativa europea credibile e condivisa».
giorgia meloni e il generale khalifa haftar
Il capogruppo di Avs in commissione Affari costituzionali della Camera Filiberto Zaratti, accusa Piantedosi di volersi «nascondere dietro un dito: vorremmo invece che spiegasse la natura dei rapporti con le autorità libiche e il motivo della frattura di martedì che ha l’aria di essere un serio problema politico per il Paese».
Per il vicepresidente di Italia viva Enrico Borghi, «con buona pace della retorica dei “piani Mattei”, il rapporto tra Italia e Libia ci vede spettatori inerti e inermi». […]