piombino rigassificatore giorgia meloni

“CONSIDERO LEGITTIMA OGNI PROTESTA, MA DEI RIGASSIFICATORI NON POSSIAMO FARE A MENO” – A PIOMBINO SALE LA PROTESTA MA IL GOVERNO TIRA DRITTO – GIORGIA MELONI DEVE DOMARE I SUOI: IL SINDACO DI FRATELLI D’ITALIA FRANCESCO FERRARI HA ANNUNCIATO IL RICORSO AL TAR DA PARTE DEL COMUNE DI PIOMBINO - PER LIBERARCI DALLA DIPENDENZA ENERGETICA DALLA RUSSIA, ABBIAMO BISOGNO DEL GAS LIQUIDO CHE DOVRÀ ESSERE RIGASSIFICATO DALLA NAVE CHE DOVREBBE ARRIVARE A PIOMBINO DALLA PROSSIMA PRIMAVERA... 

Flavia Amabile per “la Stampa”

 

giorgia meloni al g20 di bali.

Piombino non si ferma.

 

Il no al rigassificatore è una minaccia che insegue chi cammina per la città attraverso le decine di cartelli affissi nelle vetrine dei bar, delle gelaterie, degli scaffali dei negozi. Il no al rigassificatore è un monito ribadito in modo sempre più convinto in città creando più di un problema a Giorgia Meloni.

 

 La presidente del Consiglio due giorni fa a Bali aveva chiesto al presidente degli Stati Uniti Joe Biden maggiori forniture di gas liquido e a prezzi più competitivi. Il governo, quindi conferma di voler liberare l'Italia dalla dipendenza dalla Russia puntando proprio sul gas che verrà rigassificato dalla nave che dalla prossima primavera dovrebbe arrivare a Piombino.

 

Il condizionale, però, è d'obbligo. Giorgia Meloni aveva ostentato grande sicurezza sulla sua capacità di avviare l'attività senza ritardi né ostacoli. «Tranquilli, con il sindaco me la vedo io», aveva detto ai suoi. E, con altrettanto ottimismo, si era rivolta al ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto: «Solo propaganda, non ci sarà alcun ricorso al Tar». Due giorni fa, invece, il sindaco di Piombino Francesco Ferrari, meloniano solo al di fuori dei confini della sua città, ha sconfessato la sua leader e ha annunciato il ricorso al Tar da parte del comune.

 

francesco ferrari sindaco fdi di piombino

Oggi pomeriggio incontrerà i rappresentanti dei comitati che si oppongono al rigassificatore per spiegare come procederà Michele Greco il legale incaricato dall'amministrazione di studiare le strategie processuali «che ci porteranno in tempi più rapidi possibile a una positiva risoluzione del processo», ha promesso.

 

Giorgia Meloni ha incassato in silenzio la smentita dell'esponente del suo partito. È stato il ministro dell'Ambiente a confermare che il governo non intende fermarsi.

«Considero legittima ogni protesta, ma dei rigassificatori non possiamo fare a meno.

La cosa riguarda gli interessi degli italiani. L'impegno su Piombino è che la nave rimanga non più di tre anni. Al sindaco, col quale ho un buon rapporto, dico che non possiamo fare a meno della nave. È un'emergenza, non possiamo tornare indietro».

 

Nemmeno la protesta intende tornare indietro Anzi. L'ala più dura vorrebbe un salto di qualità con azioni più incisive di quelle organizzate finora.

PROTESTE CONTRO IL RIGASSIFICATORE A PIOMBINO

Paolo Francini ha 62 anni, è uno dei più anziani tra gli operai ancora in organico all'acciaieria. Da otto anni è in cassa integrazione come altre 1.500 persone. È il portavoce del coordinamento dei lavoratori Camping Cig e il simbolo di una lotta che in città va oltre il rigassificatore e unisce troppe vertenze lasciate in sospeso, troppe promesse dimenticate, dall'acciaieria alle bonifiche o le discariche. «Dobbiamo alzare il tono della protesta, dare vita a iniziative più forti per costringere il governo a cambiare posizione. Nulla di violento noi siamo per una protesta civile e democratica, ma ora le manifestazioni e i presidi non bastano più. Questa però è la nostra posizione, dobbiamo coordinarci con gli altri comitati per decidere una linea comune», precisa.

 

manifestazione contro il rigassificatore a piombino

Da giugno ci sono state 41 manifestazioni, sit-in e altre iniziative, una ogni quattro giorni. È cambiato il presidente del Consiglio ma la linea del governo resta la stessa e ora il nemico da combattere per una Piombino per la prima volta guidata da un sindaco di Fratelli d'Italia è proprio Giorgia Meloni.

 

Thomas Lorenzelli, 39 anni, dell'Usb di Piombino e da otto anni in cassa integrazione all'acciaieria: «Soltanto il governo ha i poteri per fermare questo scempio e al governo puntiamo con la nostra battaglia». Nel frattempo in città sono arrivati rinforzi, trenta carabinieri e poliziotti con l'ordine di presidiare per i prossimi sei mesi i lavori e difenderli da eventuali attacchi. Il primo cantiere è già stato avviato dalla Snam nella zona di Vignarca per realizzare il tracciato del metanodotto che collegherà la banchina della nuova area portuale al punto d'innesto alla rete nazionale del gas.

 

manifestazione contro il rigassificatore a piombino

Un percorso lungo 8,5 chilometri. Tempo e soldi sprecati, secondo i comitati. «Dalla prossima settimana questa faccenda sarà oggetto di un ricorso. - sottolinea Maria Cristina Biagini, 66 anni, attivista del gruppo Gazebo 8 giugno, una laurea in legge e un passato da responsabile dell'ufficio personale del comune. Ci sono fondati motivi che verrà accolto. Se io fossi Giorgia Meloni penserei all'interesse pubblico e fermerei tutto in attesa della decisione dei giudici per evitare uno spreco di soldi di tutti no contribuenti». Un consiglio che il governo non ascolterà e la battaglia si estende. Sabato a Piombino si riuniranno per la prima volta tutti i comitati italiani che protestano contro i rigassificatori. Da Ravenna a Ancona la Sardegna, Agrigento, Brindisi e molti altri. Un incontro che vuole essere «un punto di partenza per una lotta di lungo termine», promettono.

manifestazione contro il rigassificatore a piombino 2giorgia meloni 3giorgia meloni 2manifestazione contro il rigassificatore a piombino

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