collage civati bergoglio

8 PER MILLE CE LA FA - PIPPO CIVATI TENTA DI “SCIPPARE” 600 MILIONI L’ANNO ALLA CHIESA CATTOLICA E DICHIARA CHE IL PAPA E’ D’ACCORDO CON LUI! - PIPPO PROPONE CHE PREVEDE CHE IL COSIDDETTO “INOPTATO” DELL’8 PER MILLE FINISCA IN UN FONDO DI SOSTEGNO ALLA POVERTA’

Franco Bechis per “Libero Quotidiano

 

RENZI CIVATIRENZI CIVATI

Pippo Civati e un gruppo di altri parlamentari tutti eletti nel Pd e con lui confluiti nel gruppo Misto sono partiti all' attacco dell' 8 per mille, cercando di togliere circa 600 milioni di euro all' anno alla Chiesa cattolica per dirottarli a un nuovo fondo di sostegno delle povertà. Loro sono sicuri pure di avere a fianco in questa battaglia papa Francesco.

 

civati 7f1eb513civati 7f1eb513

La proposta è contenuta in un disegno di legge costituzionale presentato alla Camera dal titolo «disposizioni concernenti la disciplina del finanziamento di attività religiose e caritative della Chiesa cattolica e di altre confessioni religiose», presentato il 10 marzo scorso per essere assegnato alla commissione affari Costituzionali di Montecitorio.

L' idea è quella di non ripartire come avviene oggi l' inoptato dell' 8 per mille Irpef, che rappresenta la maggiore parte delle dichiarazioni dei redditi italiane.

 

Secondo la legge del 20 maggio 1985 che dava attuazione alla revisione del Concordato che la Chiesa cattolica aveva firmato con l' allora premier Bettino Craxi infatti l' intero 8 per mille dell' Irpef sarebbe dovuto essere ripartito fra i soggetti che si potevano barrare in quella dichiarazione dei redditi: all' inizio lo Stato e la Chiesa cattolica, poi via via tutte le altre confessioni che avevano firmato intese con il governo italiano.

papa francesco bergoglio a nairobi  7papa francesco bergoglio a nairobi 7

 

All' articolo 47 la legge prevede che «in caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse». Ancora oggi la Chiesa cattolica risulta la maggiore beneficiaria di questa ripartizione. Ma viene scelta direttamente solo dal 37% dei contribuenti. Grazie alla ripartizione risulta alla fine scelta da circa l' 82% del totale. Secondo la prima percentuale alla Cei andrebbero circa 485 milioni di euro. Dopo la ripartizione quella cifra cresce ben oltre il miliardo di euro.

 

Papa Bergoglio  Papa Bergoglio

La differenza è appunto di circa 600 milioni, ed è su quella che la proposta Civati & c chiede di intervenire. La norma è semplice: «La quota corrispondente alle scelte non espresse da parte dei contribuenti è attribuita alla gestione dello Stato ed è impiegata per il finanziamento di iniziative volte al contrasto della povertà».

 

Stesso meccanismo verrebbe applicato alla quota dell' 8 per mille che riguarda le altre confessioni religiose, ma in questo caso la cifra che si otterrebbe non supererebbe i 100 milioni di euro. Certo sulla proposta Civati potrebbero confluire i voti del Movimento 5 stelle, e non mancano neppure i sostenitori all' interno del Pd.

 

Ma è difficile che il governo autorizzi uno scontro così frontale con le autorità ecclesiastiche, che verrebbero messe in ginocchio da quel prelievo improvviso di 600 milioni di euro. I proponenti però si sentono sicuri di avere l' appoggio in questa battaglia addirittura del Papa.

Papa Bergoglio Papa Bergoglio

 

E lo scrivono apertamente nella relazione che accompagna il testo normativo: «È probabile che una proposta di revisione del Concordato fra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica troverebbe d' accordo anche papa Francesco, che tante volte ha tuonato contro i privilegi della Chiesa di Roma e ha impresso un nuovo corso al cattolicesimo».

 

I Civati boys sono certi di essere sostenuti anche da una parte della stessa chiesa italiana: «Il 16 novembre 2015», scrivono, «è stato celebrato il cinquantesimo anniversario del Patto delle Catacombe, ed è stato rinnovato l' impegno preso lo stesso giorno del 1965.

 

ACCOUNT INSTAGRAM DI PAPA BERGOGLIOACCOUNT INSTAGRAM DI PAPA BERGOGLIO

Allora un gruppo di padri conciliari, 42 vescovi della Chiesa dei poveri, a conclusione del Concilio Vaticano II, decise di scendere nelle Catacombe di Santa Domitilla a Roma, simbolicamente ai margini, per firmare il patto, impegnandosi a vivere una vita sobria, senza lussi, onorificenze e privilegi, tutta orientata alla costruzione di una Chiesa dei poveri».

 

Papa Bergoglio  Papa Bergoglio

Conclusione. «Ora, con Papa Francesco, anche se a passi lenti, la morigeratezza, sta diventando l' impegno di tutta la Chiesa e i vescovi italiani si sono espressi per un nuovo umanesimo della chiesa in Italia, non alla ricerca dei soldi e del potere, ma con una attenzione privilegiata ai poveri». Quindi Civati che porta via loro 600 milioni di euro l' anno, si attende pure un grazie.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”