harris biden trump

LA POLITICA AMERICANA SULL'IMMIGRAZIONE HA PIÙ BUCHI DEL MURO DI TRUMP - LE BARRIERE VOLUTE DA DONALD AL CONFINE TRA MESSICO E STATI UNITI SONO RIMASTE INTATTE PER 22 CHILOMETRI. TRANNE UN PASSAGGIO DI 300 METRI, UNA MANNA PER I TRAFFICANTI - NEI PRIMI SEI MESI DELL'ANNO SONO STATE FERMATE 58 MILA PERSONE, IL DOPPIO DEL 2020, ANNO DI PANDEMIA, MA ANCHE PIÙ DEI 53 MILA DEL 2019 - BIDEN E HARRIS NON CI STANNO CAPENDO GRANCHÉ: NON SI VEDE LA SVOLTA RADICALE CHE HANNO PROMESSO...

Giuseppe Sarcina per il "Corriere della Sera"

 

il muro di trump

La doppia fila di barriere marroni si arrampica sulle colline aspre, ostili di Otay Mesa. È una lunga cerniera che chiude uno dei punti più vulnerabili del confine tra il Messico e gli Stati Uniti.

 

Da questa parte c'è uno spazio vuoto: i rumori della California, di San Diego non si sentono più. Dall'altra si vedono gli ultimi edifici bassi, tozzi di Tijuana, la città più violenta del continente, la «plaza» controllata centimetro per centimetro da decine di cartelli, le organizzazioni dei narcos e, da tempo, anche dei trafficanti di esseri umani.

 

donald trump muro

Shane Crottie, portavoce della polizia di frontiera, punta il dito verso la salita della strada sterrata. «Vede quella cima là in alto? Nota niente di strano?» Sì, in effetti sì. Manca qualcosa. Lo sbarramento si interrompe. Il tracciato riparte circa 300 metri più in su.

 

Ora l'agente che ci ha accompagnato dentro la zona vietata indica uno spiazzo sotto il nostro posto di osservazione. Ci sono travi d'acciaio accatastate con ordine; camion e ruspe immobili.

 

donald trump comizio ad alamo in texas davanti al muro con il messico

«Quel materiale laggiù è la parte mancante per completare la protezione», dice Crottie, 37enne del Michigan in servizio da 13 anni nel Settore San Diego della Us Border Patrol. Ecco, con un solo colpo d'occhio, l'immagine della politica americana sull'immigrazione. Ambizioni, velleità, contraddizioni. Di ieri e di oggi.

 

donald trump comizio ad alamo in texas davanti al muro con il messico

Il recinto a due binari di metallo e cemento è stato costruito da Donald Trump nel 2018, per rimpiazzare le vecchie recinzioni. Non ha fatto in tempo a finirlo. Il 20 gennaio 2021, nel primo giorno del suo mandato, Joe Biden ha bloccato la costruzione del muro con un ordine esecutivo. Risultato: il manufatto trumpiano è rimasto intatto per 22,5 chilometri. Salvo il «buco» di trecento metri che si è rivelato una benedizione per i trafficanti. Specie all’inizio.

donald trump autografa il muro con il messico ad alamo 3

 

Di notte quel terreno così impervio è difficilmente controllabile. I «coyote», gli sgherri dei trafficanti, scaricano i migranti ancora in territorio messicano. Poi li guidano con messaggi inviati ai cellulari, lungo sentieri coperti da cespugli, dove non arriva la vista delle telecamere e l'olfatto dei sensori termici.

 

Naturalmente non ci sono, non possono esserci statistiche precise su quante persone sono riuscite a passare. La Border Patrol, però, fornisce i dati sugli arresti, che è comunque un indicatore importante per avere un'idea del flusso.

 

MURO TRUMP

Nei primi sei mesi dell'anno qui sono state fermate 58 mila persone, il doppio del 2020, anno di pandemia, ma anche più dei 53 mila del 2019. Da qui al dicembre, si toccherà quota 100 mila. Sono numeri in sintonia con il trend generale. Solo a giugno, lungo tutta la linea di frontiera, ci sono stati 178 mila detenzioni, il 5% in più rispetto al 2020 e il 23% in più rispetto a maggio 2021.

 

Dall'inizio del 2021 il totale ha già raggiunto una soglia traumatica: un milione. Biden ha affidato la delega, o meglio il dossier politico più difficile, a Kamala Harris. La vice presidente ha sintetizzato la linea dell'amministrazione in una frase molto criticata dall'ala liberal del partito democratico: «A chi sta pensando di venire negli Stati Uniti in modo illegale, dico: non venite perché sarete rimandati indietro».

 

kamala harris e joe biden

Sono parole che Trump ha pronunciato centinaia di volte. Ma Harris e Biden hanno promesso una svolta radicale. Per il momento, comunque, la verifica sul campo racconta un'altra storia. Le azioni simboliche volute dalla Casa Bianca, come appunto lasciare l'acciaio a marcire sotto il sole californiano, non hanno cambiato la sostanza.

 

Le pattuglie della Us Border Patrol, conferma Shane Crottie, continuano a fare esattamente le stesse cose di prima. Vigilanza, controlli, arresti, rimpatri. Con qualche difficoltà in più. In attesa che arrivino i fondi promessi da Washington per potenziare la tecnologia.

 

joe biden kamala harris

Al momento ci sono 200 telecamere per il controllo a distanza, più una piccola formazione di droni. Ma non bastano. Anche perché, nel frattempo, le organizzazioni criminali hanno aperto altri canali. Il 3 maggio scorso una «panga», piccola imbarcazione di sette metri, è finita sugli scogli, poco lontano dal confine, segnato dalla lastra di acciaio che si allunga per circa 100 metri nell'Oceano Pacifico. La barca trasportava 32 migranti pigiati nella stiva.

 

Negli ultimi due-tre anni i cartelli hanno moltiplicato le flottiglie di finti pescatori, come contromisura alla stretta di Trump. Il trasporto sui «panga», però, è più complicato e talvolta più pericoloso. Le gang, quindi, applicano la legge di mercato: 8 mila dollari per un passaggio clandestino via terra; 20 mila via mare.

 

kamala harris a el paso 2

C'è stata un'evoluzione anche nelle tecniche di scavo. La barriera trumpiana affonda denti di cemento profondi due-tre metri. Dall'altra parte «gli ingegneri» delle cosche rispondono, sbancando il terreno fino a connettersi con i canali di scolo sotterranei che attraversano la frontiera. Il viaggio della speranza, a pagamento, inizia tra i topi e il fetore.

 

kamala harris a el paso 6

Le cosche, inoltre, hanno già dimostrato di poter realizzare opere impegnative: perforano il suolo messicano per venti-trenta metri, costruiscono una galleria che sbuca in uno delle decine di grandi depositi spuntati negli ultimi anni a ridosso del «border». Nei tunnel, naturalmente, passano anche gli stupefacenti: fentanyl, metafentamine, eroina e cocaina. L'imprenditoria dei narcos si mimetizza facilmente nella zona industriale e tra le piattaforme logistiche di San Diego.

kamala harris a el paso 1kamala harris a el paso 7

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…