andrzej duda

“L’IDEOLOGIA LGBT È ANCORA PIÙ DISTRUTTIVA DEL COMUNISMO” – ORMAI I CONSERVATORI POLACCHI SOMIGLIANO SEMPRE DI PIÙ AL LORO NEMICO VLADIMIR PUTIN. SENTITE CHE HA DETTO IL PRESIDENTE DUDA: “I MIEI GENITORI NON HANNO COMBATTUTO IL TOTALITARISMO PER FARSI IMPORRE UNA NUOVA IDEOLOGIA NEOBOLSCEVICA” – UNA FRASE CHE SCANDALIZZA LE CITTÀ GLOBALIZZATE MA NON LE AREE RURALI ULTRA-CATTOLICHE…

 

Anna Zafesova per “la Stampa”

 

ANDRZEJ DUDA

Chissà se i padri fondatori del marxismo si stanno rivoltando nelle tombe, dopo aver sentito il presidente polacco dire che «l'ideologia LGBT è ancora più distruttiva di quella del comunismo».

 

Andrzej Duda ha fatto esplodere la campagna elettorale che dovrebbe culminare nel voto del 28 giugno, rammaricandosi che i suoi genitori hanno combattuto il totalitarismo comunista non per farsi imporre una nuova ideologia «neobolscevica, ancora più devastante per l'essere umano».

 

andrzej duda

La denuncia dei milioni di morti nei gulag, la rivolta di Solidarnosc, la sfida per abbattere il Muro: il totalitarismo comunista, la più grande tragedia del Novecento insieme al totalitarismo nazista, viene declassata dal presidente di un Paese dell'Unione Europea a un «male minore» rispetto all'affermazione dei diritti degli omosessuali.

 

Che Duda, alleato del partito nazionalista di governo Legge e Giustizia (PiS), vorrebbe fermare, con una «Carta della famiglia» che tutela i minori dalla «propaganda LGBT», giustificando l'ultimo posto della Polonia nella classifica europea dei Paesi tolleranti verso i gay.

 

Rafal Trzaskowski

I sondaggi danno in rimonta Rafal Trzaskowski di Piattaforma Civica, il sindaco di Varsavia, un liberale di centrodestra. Un conflitto ormai classico in molti Paesi: il leader nazionalista-sovranista-conservatore che raccoglie voti nel ventre profondo della nazione, sfidando l'élite liberal-liberista-libertaria delle capitali globalizzate.

 

La spaccatura tra le province rurali che si sono dichiarate «LGBT free», dove i valori del conservatorismo cattolico sono ancora molto radicati, e i grandi centri con valori europei resta profonda, e altri esponenti del PiS l'hanno già enfatizzata nei giorni scorsi, con il vicepresidente del partito Joachim Brudzinski che ha twittato «Senza gli LGBT la Polonia è più bella». Ma non si tratta soltanto di una tattica elettorale, divisiva e discriminatoria.

ANDRZEJ DUDA DONALD TRUMP

 

Si tratta di un fake storico. Il comunismo è stato uno dei regimi più omofobi della Storia. In Unione Sovietica gli omosessuali maschi finivano in prigione. A Cuba, venivano confinati in campi di «rieducazione», e Fidel Castro sospettava che i «maricones» fossero «agenti dell'imperialismo» perché un vero rivoluzionario non poteva non essere un vero maschio.

jaroslaw kaczynski

 

In Polonia, i rapporti tra persone dello stesso sesso non erano illegali, ma la polizia segreta comunista lanciò negli Anni 80 l'«Operazione Giacinto», arrestando e schedando più di 11 mila omosessuali, costretti a denunciare i compagni e firmare atti di autoaccusa. Documenti che qualche anno fa l'Istituto di memoria nazionale polacco si è rifiutato di distruggere, come chiesto dalle vittime, con delle giustificazioni suonate offensive ai gruppi LGBT.

 

PUTIN LGBT

Un altro paradosso è la straordinaria somiglianza della retorica di Duda con quella di Vladimir Putin, che il 25 giugno, tre giorni prima delle elezioni presidenziali polacche lancerà il voto sugli emendamenti alla Costituzione che gli permetterebbe di governare fino al 2036.

Rafal Trzaskowski Donald Tusk

 

Per convincere gli elettori a votarli, ha revocato il lockdown in piena epidemia di Covid-19 e li bombarda di spot esplicitamente omofobi. Coincidenza curiosa, perché il risentimento nei confronti di Mosca è uno dei motivi fondanti della propaganda dei conservatori nazionalisti polacchi, molti ex militanti anticomunisti di Solidarnosc, e a Varsavia molti sospettano che dietro alla sciagura aerea nella quale morì nel 2010 il presidente Lech Kaczynski, fratello dell'attuale leader del PiS Jaroslaw, ci sia Putin.

 

ANDRZEJ DUDA

Gli estremi si toccano: gli anticomunisti e gli ex membri mai pentiti del Pcus, le vittime del massacro di Katyn e quelli che continuano a negare di averlo compiuto, quelli che si sentono calpestati dal colonialismo di Mosca e quelli che continuano a difendere la spartizione dell'Europa dell'Est tra Hitler e Stalin (in questi giorni cade l'anniversario delle deportazioni ordinate 80 anni fa dai sovietici nei territori annessi alla Polonia).

 

Russia LGBT Protest

A unire questi opposti, in una strana giravolta della Storia, è il rifiuto della modernità, della libertà e dei diritti, un'impronta lasciata dal totalitarismo sia a chi rimpiange il comunismo, sia a chi lo ha odiato. Il ritorno in Europa per molti cittadini dell'Est è stato una delusione, e la convinzione di alcuni segmenti dell'opinione pubblica polacca, che il comunismo fosse un male importato, viene estesa anche ai valori di libertà e tolleranza, di cui le persone LGBT diventano il simbolo più visibile e meno tollerato.

MINATORI E CORONAVIRUS IN POLONIA

 

Per i russi, che non hanno nemmeno l'attenuante di poter dare la colpa a degli invasori, la sindrome postraumatica del crollo del Muro assume connotati ancora più isolazionisti, e Putin proclama che la Russia è «una civiltà separata».

 

Il male viene dunque dal mondo esterno, ma la fuga nello spazio, impraticabile, viene sostituita con una fuga nel tempo: il passato diventa il rifugio idealizzato anche dai sovranisti e populisti dell'Europa Occidentale, spesso di origini anticomuniste, ma su una lunghezza d'onda simile a quella degli ex nemici.

 

La comunit LGBT teme che la nuova legge porter a violenza

Andando alla ricerca del tempo perduto, il Cremlino ha anestetizzato il trauma della fine dell'impero, ma oggi i sondaggi del Levada-Zentr registrano appena un 25% di russi che si fidano ancora del presidente, rispetto al 35% di gennaio. Ma soprattutto, il sostegno al presidente è crollato nel suo elettorato tradizionale: dipendenti pubblici, abitanti della provincia, i meno istruiti e i più poveri, diventati ora i più arrabbiati, e non certo per le tematiche LGBT.

ANDRZEJ DUDA

 

Le uniche due categorie a rimanere fedeli sono i dirigenti, e i pensionati. «La visione del futuro è sparita appena Putin è diventato ostaggio del passato», scrive l'esperta di Carnegie Moscow Tatiana Stanovaya, descrivendo una trappola che i politici che si guardano indietro dovrebbero tenere presente.

jaroslaw kaczynski 4jaroslaw kaczynski jaroslaw kaczynski

 

jaroslaw kaczynski

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – OH, NO: VUOI VEDERE CHE ABBIAMO DI NUOVO SOPRAVVALUTATO TAJANI? PENSAVAMO CHE IL SUSSULTO SULLO IUS SCHOLAE FOSSE LO SLANCIO DI UN LEADER, PER QUANTO AL SEMOLINO, PRONTO A METTERCI LA FACCIA PER UNA BATTAGLIA DEL SUO PARTITO. E INVECE NO: NEI PALAZZI ROMANI SI MORMORA CHE DIETRO LE SUE DICHIARAZIONI (OSTILI ALLA LEGA) CI FOSSE LA ZAMPETTA DI GIORGIA MELONI, IMPEGNATA A SEMINARE ZIZZANIA NELLA LEGA DI SALVINI, ORMAI VANNACCIZZATA, CHE VEDE LO IUS SCHOLAE COME LA KRYPTONITE – UN "PIZZINO" PER GLI SCOMODI ALLEATI DEL CARROCCIO: NON TIRATE TROPPO LA CORDA - E IL "MAGO OTELMA" DI FROSINONE, TRAVESTITO DA MINISTRO, HA LANCIATO IL SASSO E POI NASCOSTO LA MANO...

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...