1. IL PORCELLUM DI BERSANI FA IMPALLIDIRE QUELLO DI CALDEROLI: SUPERLISTONE DI BERSANIANI ELETTI SICURI (COMPRESI I CAPILISTA), PRIMARIE FINTE PER CANDIDATI GIÀ DECISI E IL PARTITO CHE DEMOCRATICAMENTE INCASSA ANCHE 2 EURO A TESTA A VOTANTE! 2. LA CARICA DEI 121 CATAPULTATI DEL SEGRETARIO: ALTRO CHE SOCIETÀ CIVILE, SARANNO TUTTI FEDELISSIMI (COME LO SPIN GOTOR), SEGRETARI REGIONALI E UOMINI DI APPARATO 3. LE REGOLE CAPESTRO DELLE “PRIMARIE SOTTO L’ALBERO”: CANDIDATI INDICATI DALLE DIREZIONI PROVINCIALI, RACCOLTA FIRME IMPOSSIBILE PER GLI ESTERNI (SOLO POCHE ORE), TAGLIATI FUORI TUTTI GLI AMMINISTRATORI LOCALI (IN GRAN PARTE IN QUOTA RENZI) 4. LA FARSA DELLE QUOTE ROSA: “AVREMO UN NUMERO DI DONNE MAI VISTO!”. MA IL 30% PREVISTO DAL REGOLAMENTO È LA STESSA SOGLIA GARANTITA DA VELTRONI CINQUE ANNI FA 5. ROSPY BINDI FA DOPPIETTA: POLTRONA SALVA GRAZIE ALLA DEROGA E IN PIÙ PIAZZA CHIARA RINALDINI, STORICA PORTAVOCE DELLA “PASIONARIA”, ALLA WEB TV DELLA CAMERA

1. LE REGOLE CAPESTRO: TEMPI RISTRETTISSIMI, IMPSOSIBILE RACCOGLIERE FIRME, E BERSANI INCASSERA' ANCHE 2 EURO A VOTANTE
Da "Ilfattoquotidiano.it"


Si voterà il 29 e 30 dicembre (a seconda delle regioni) e avranno diritto ad esprimere la propria preferenza tutti gli iscritti al partito, chi ha votato alle primarie per la scelta del candidato premier, ma anche quanti non avevano rinnovato la tessera e decideranno di farlo. Ma, a differenza di quanto detto in un primo momento, gli elettori democratici che torneranno ai gazebo dovranno versare due euro per votare.

Alla direzione nazionale del partito hanno preso parte tutti i Chi non è parlamentare uscente, per partecipare alle primarie dovrà raccogliere firme pari al 5 per cento degli iscritti su base provinciale (con una forbice minimo-massimo di 50-500 firme) o essere scelta nella rosa a disposizione delle direzioni provinciali riservata a personalità della società civile.

La riunione delle Direzioni provinciali per la decisione definitiva sulle candidature, invece, è fissata per sabato prossimo. Questo significa che i candidati avranno pochissimi giorni per raccogliere le firme (il 5% degli iscritti delle circoscrizioni). A questo proposito, la bozza prevede che i parlamentari per candidarsi non dovranno raccogliere le firme.

Per "tutelare" la parità di genere, inoltre, è prevista la doppia preferenza uomo/donna con l'obbligo di garantire almeno il 33 per cento della presenza femminile nelle liste. Non potranno candidarsi, invece, salvo deroga concessa dal partito, gli europarlamentari, i sindaci di città superiori a 5mila abitanti, assessori e consiglieri regionali, i presidenti di Regioni e Province. Non potranno correre neppure i presidenti dei municipi.

2. LISTONE BERSANI: NIENTE SOCIETA' CIVILE, SARANNO FEDELISSIMI E SEGRETARI REGIONALI
Da "Ilretroscena.it"


Saranno 86 i deputati del Partito democratico che entreranno nel cosiddetto listino bloccato a disposizione della Segreteria nazionale del Partito demcoratico, evitando di misurarsi con le primarie sul territorio. All'inizio dovevano essere sopratutto membri della società civile, ma adesso sembra che sia in aumento il numero dei "politici", ovvero dei membri interni al partito che beneficeranno del trattamento privilegiato. Fra questi una consistente quota di bersaniani come Miguel Gotor e vari segretari regionali del Pd. Saranno inoltre disponibili molto probabilmente "quote di sicurezza" per i responsabili delle principali aree e correnti del partito. La trattativa è in corso.

3. IL NODO DELLE DONNE: QUOTA 33%? E' LA STESSA GARANTITA DA VELTRONI NEL 2008

"Abbiamo inserito tante novità, quella che mi piace di più è la certezza di un numero di donne in Parlamento, che non c'è mai stato in un gruppo politico". Così stamattina Pierluigi Bersani rispondeva spazientito ai giornalisti che lo pressavano sulle deroghe alle mummie del Pd per le candidature parlamentari. Il regolamento per le "primarie" approvato ieri, in effetti, prevede una soglia minima del 33% do donne in "posizioni eleggibili".

Una novità assoluta? In realtà una sostanziale conferma di quanto già deciso cinque anni fa da Walter Veltroni, allora segretario del Pd e candidato premier. I gruppi parlamentari del Pd, infatti, contano 60 donne su 204 deputati dalla camera e 33 donne su 104 senatori a Palazzo Madama: esattamente il 30%. E allora non ci fu bisogno delle "primarie" sotto l'albero di Natale.

4. LA PORTAVOCE DELLA BINDI ASSUNTA ALLA WEB TV DELLA CAMERA
Eduardo Meligrana per "Il Fatto Quotidiano"


C'è crisi, la legislatura chiude, è meglio darsi da fare. Le indiscrezioni "insider" parlano di un susseguirsi di grandi manovre in aula, non tanto per le coalizioni che si fronteggeranno, quanto piuttosto per occupare le caselle contrattuali. Ambitissimi gli uffici stampa di senato e Camera che rinnovano i contratti ai propri addetti, riconfermati rispettivamente per tre anni e due anni.

Accanto a Eli Benedetti, Gennaro Pesante, Roberto Iezzi, Walter Guarracino, Ida Bressa e Fabio Rosati, già portavoce dell'ex presidente Fausto Bertinotti, si sono fatti sentire i vicepresidenti Maurizio Lupi e Rosy Bindi che hanno piazzato Ubaldo Casotto, già vicedirettoree del Riformista, e Chiara Rinaldini, storica portavoce della "pasionaria". Casotto e Rinaldini dovrebbe andare alla web tv.

I rumors del Senato parlano di un contratto anche per una figura storica: Peppino Mennella. Forse in nome della dialettica Stato-Regioni, la decisione adottata nei due rami del parlamento è di segno opposto a quella del presidente siciliano Rosario Crocetta che ha tagliato 21 addetti stampa. Erano tutti con contratto da capo redattore, assunti "intuiti personae", "per rapporto fiduciario, costavano 3,2 milioni di euro l'anno", ha detto Crocetta.

 

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